06 Ottobre 2016
Fonte: Adnkronos
La grande scoperta archeologica di Paolo Matthiae e degli archeiologi della Sapienza.
I tesori di Ebla, Nimid e Palmira ‘rivivono’ in mostra al Colosseo
CULTURA
Testa del Toro di Nimrud
Pubblicato il: 06/10/2016 16:47
I tesori di Ebla, Nimrud e Palmira rinascono a Roma. Colpiti dalla violenza dell’Isis, alcuni reperti distrutti dalla furia devastatrice degli estremisti, tornano al loro antico splendore. Il Toro di Nimrud, con la testa dalle fattezze umane, il soffitto del Tempio di Bel a Palmira e la Sala dell’Archivio di Stato del Palazzo di Ebla, che custodiva 17mila tavolette cuneiformi, infatti, sono stati ricostruiti in Italia in scala 1:1 e ora vengono esposti nella mostra ‘Rinascere dalla distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira’, allestita al Colosseo e in programma da domani all’11 dicembre.
A far parte della mostra anche una video installazione firmata da Studio Azzurro, che contribuisce a immergere lo spettatore nelle atmosfere assolate dei paesi dei tre monumenti ricostruiti, Siria e Iraq.
“Il Colosseo – ha osservato il soprintendente per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma Francesco Prosperetti – è il sito più visitato nel nostro Paese da italiani e stranieri. Con ‘Rinascere dalle distruzioni’ lanciamo un messaggio globale sull’importanza del patrimonio culturale e del suo valore identitario, sulla necessità di proteggerlo, curarlo, restaurarlo, in alcuni casi di ricostruirlo. E nella mostra va sottolineata la presenza di una installazione immersiva curata da Studio Azzurro, che ci trasporta in chiave emozionale tra Siria e Iraq, nei luoghi dove sono avvenute le distruzioni”.
L’esposizione, ideata e curata da Francesco Rutelli e dall’archeologo Paolo Matthiae con l’impegno dell’Associazione Incontro di Civiltà e il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che investe nell’iniziativa 480mila euro in tre anni, è stata presentata oggi alla presenza tra l’altro del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini.
La mostra è arricchita da due altorilievi provenienti da Palmira, i ritratti danneggiati dall’Isis di un uomo e una donna, scolpiti nella pietra che hanno profonde ferite. Dopo la mostra saranno presi in consegna dal ministero dei Beni Culturali e del Turismo per essere restaurati e riconsegnati poi al Museo Nazionale di Damasco.
“La tutela del patrimonio archeologico e culturale e dei simboli delle antiche civiltà – ha evidenziato il ministro Gentiloni – è uno dei modi per difendere qualcosa di straordinariamente prezioso e cioè il pluralismo dei territori che oggi sono oggetto di guerre e di conflitti”.
L’obiettivo principale della mostra è proprio quello di sensibilizzare il pubblico internazionale alla conoscenza, alla cultura e alla salvaguardia di luoghi e monumenti, patrimonio dell’umanità. Un modo anche per favorire il dibattito sulla ricostruzione di quanto viene distrutto, e sul restauro di quanto resta.
“Siamo riusciti ad ottenere direttamente da Palmira – ha ricordato Rutelli – due sculture palmirene, una maschile e una femminile, colpite e vandalizzate durante l’occupazione da parte dell’Isis della città. L’Italia le restaurerà e le rimanderà in patria. Non è mai accaduta una cosa del genere nel corso di un conflitto”.
Nel dettaglio, le copie che vengono presentate in mostra del Toro di Nimrud e del soffitto del Tempio di Bel sono state realizzate grazie alla tecnica della stampa in 3D. La Sala di Archivio di Ebla, invece, è stata riprodotta creando un modello in polistirolo, poi usato per la creazione della copia in vetroresina, più adatta a riprodurre la muratura in crudo.
“Riteniamo – ha spiegato Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – che l’esigenza di dialogo debba essere fortemente mantenuta nonostante le tragedie e le guerre che dilaniano quel mondo. Riteniamo che la cultura sia lo strumento primo per consentire l’abbattimento degli steccati sociali, ma anche di quelli religiosi e razziali. Ecco perché abbiamo detto ‘sì’ al progetto ‘salvare Palmira’. Riteniamo che sia necessario, grazie all’imprenditoria italiana, cui faccio appello, mettere mano ad un intervento ricostruttivo reale non solo in 3d per recuperare alla civiltà la grandiosità di questi reperti”.
A parlare di un “primo segnale forte che dà un Paese occidentale sulla gravissima crisi mediorientale” è stato poi il curatore della mostra Matthiae che ha aggiunto: “E’ un segnale forte perché, mostrando la ricostruzione filologicamente perfetta di tre importanti monumenti delle più antiche civiltà, mostriamo che ciò che l’Isis ha distrutto può essere ricostruito e restituito ai popoli che erano abituati a questa stratificazione culturale che l’Isis vuole annientare”.
Media partner della mostra è Sky Arte Hd che ha realizzato un documentario, il cui titolo è quello della mostra, che manderà in onda in Italia, Inghilterra, Irlanda, Austria e Germania. Obiettivo del documentario: raccontare come, con l’avvento dell’Isis, le opere d’arte siano diventate oggetto di distruzioni.