Elezioni USA. Hillary e Meryl ci portano alle guerre? Viva le guerre! Andiamo alla guerra!

07 Novembre 2016

Domenico Cambareri

L’intrepido faccione della nonna fuori legge ci porta alla guerra? Lei ci va a nozze!

Che importa! Siamo democratici e promuoviamo il commercio e il progresso!

Alla vigilia del voto, gli ininterrotti colpi di scena che hanno costellato come non mai le cronache della campagna delle presidenziali americane non hanno alterato il quadro d’insieme su cui verremo a soffermarci.
Essi hanno tuttavia confermato senza ombra di dubbio che il cocktail del più deleterio e guerrafondaio oligopolio statunitense si è raccolto in modo coriaceo e sfrontatamente minaccioso attorno alla sua candidata.
Cose rarissime. I columnist a perdifiato, gli analisti “imperiali”, gli aghi dei calabroni dello scandalismo non hanno dato tregua, con la loro sistematica campagna di diffamazione, a Trump.
Certo non condividiamo le tantissime e contradittorie o equivoche uscite di un cotanto imprevedibile candidato repubblicano; come non di meno l’assemblaggio di molti punti del suo programma elettorale, in particolare quelli di rilevanza sociale e sanitaria. E quello del rifiuto ad accogliere i profughi siriani, visto che essi andrebbero accolti in primis da chi ha scatenato la guerra, ossia USA Regno Unito e Francia, che assieme all’Arabia Saudita e alle monarchie minori della penisola araba dovrebbero ricostruire interamente la Siria e indennizzare il popolo siriano per almeno tre generazioni.
Nel caso delle presunte pesanti avances sessuali o perfino violenze attribuite a Trump, rileviamo che abbiamo a che fare con fatti e donne spuntati numerosi nell’ultimissimo periodo elettorale, sempre sulle pagine dei suoi più incalliti e potenti avversari, come il NYT. A fronte delle consolidate e circostanziate accuse mosse da tempo a Bill Clinton per fatti analoghi; e, quantomeno indirettamente alla sua lady, se non perfino in modo diretto, per come sarebbe apparsa solerte nel coprirlo in ogni circostanza pur di rimanere appieno protagonista operativa nelle melasse e nelle orge del connubio fra potere economico-finanziario illecito e potere politico.
Questo rilievo a fortiori è irrobustito dalla profonda impressione che ha suscitato e sta ancora suscitando lo spezzatino delle inchieste dell’FBI, la cui credibilità esce fortemente ridimensionata, se non frantumata. Polizia federale che ha così soggiaciuto agli attacchi concentrici, a carattere scopertamente mafioso, mossi dall’establishment del potere esecutivo, e cosa mai vista prima in così smisurata irruzione, dal presidente uscente.
In questo preciso contesto, quello che di più di meraviglia è come nessuna preziosa e determinante informazione contro la Clinton sia finora trapelata al di fuori dai tanti servizi segreti che operano negli USA, informazione atta a incastrarla definitivamente. In verità, ce ne sono già una quantità incalcolabile, ad iniziare dalla sua aperta ammissione di avere operato con continuità attraverso una normale corrispondenza elettronica personale e non attraverso quella istituzionale, atta per di più a schermare da intrusioni i contenuti dei messaggi.
Una messe gigantesca di corrispondenza è dunque stata utilizzata ad onta dei più elementari principi di sicurezza di un governo e di un Paese da una donna che si ritiene onnipotente e intoccabile e che nella enunciazione pratica di questa sua auto considerazione è arrivata al punto di aperta irrisione delle leggi americane e della considerazione della buona educazione e del rispetto civile laddove ha dichiarato che non era a conoscenza della non possibilità di utilizzare la posta privata per fini istituzionali. Stiamo parlando un un avvocato affermato, della moglie di un ex parlamentare, della ex first lady. Stiamo parlando del segretario di Sato agli esteri, la terza autorità federale degli USA, dopo il presidente e il vice presidente e prima del ministro della difesa. Non lo ha saputo all’inizio del suo mandato governativo, non durante, non fino alla fine.
Un’incredibile arroganza che ha trattato e continua a trattare spavaldamente i suoi concittadini come sciocchi privi di diritto di interlocuzione e che mette una totale ipoteca sulla sua coerenza e fedeltà istituzionale, civile e, per quel che può a questo punto riguardare marginalmente, morale. Per quel che può a questo punto riguardare marginalmente la morale, pur presupponendo la a-moralità della categoria della politica, visto che il suo ruolo nel promuovere azioni violente e guerre nell’ambito di un’ininterrotta amplificazione attuativa delle più ciniche, proibitive e sanguinose opzioni offerte dalla strategia indiretta è risultato e risulta ancora di primo piano e spesso decisivo.
In Hillary Clinton abbiamo un campione insuperabile della strategia della destabilizzazione internazionale e planetaria. Al perfetto servizio del più sprezzante e arbitrario esercizio del potere d’intervento bellico realizzato con le armi dell’intrigo e delle trame, della disinformazione e della diffusione sistematica della menzogna per mezzo dell’asservimento della stampa schierata.

 

Nella politica estera e di “difesa” statunitense la classica distinzione amico-nemico non sussiste: la sua trasformazione ha subito una metamorfosi le cui reali peculiarità sono ancora difficilmente definibile in maniera esaustiva. Possiamo dire che ciò ha avuto inizio con l’era dei Bush, con Bush senior, e che ha inviluppato tutta la politica estera USA e le attività di spionaggio classico e spaziale nell’ulteriore proseguo dei mandati presidenziali, toccando l’acme con Bush j. e poi sotto la presidenza del debole Obama.
Questo irradiazione di distruttivi raggi gamma pare che al presente abbia raggiunto la più palpabile espressione di codesta acme. Essa, con la diretta opera di Hillary Clinton, ha polverizzato ogni residua possibilità di ripristino di coesistenza in ampie regioni di tutto il Vicino e Medio Oriente, dove l’asprezza di una guerra combattuta dall’Arabia Saudita e dai suoi accoliti, con avallo ausilio e spesso diretta partecipazione dei neo-neo colonialisti USA e governi serventi di UK e Fr non ha frontiere e non ha definizione di obiettivi, andando ben al di là di ogni idea del “contenimento” sciita, cioè iraniano.
Essa ha fortemente incrinato e paralizzato i rapporti fra gli USA e Europa, in particolare, e la Russia, che era diventata partner Nato. Le ripetute crisi nate su sobillazioni e accentuazioni repentine delle trame e dei trabocchetti messi in atto, colpo su colpo, dalla strategia indiretta americana che ha asservito completamente la NATO con l’adozione della nuova strategia di accerchiamento e soffocamento della Russia, ha trasformato tutta la fascia dell’Europa orientale, dal Caucaso al Baltico, in una nuova cortina di … guerra. Accerchiamento al contempo duplice, giacché in tal modo l’alleato americano ci ha circondati e impacchettati, impolpettati e sigillati ben bene. Europei e russi, gli uni e gli altri. Esplosione dell’unità euro-russa perfettamente avvenuta in anteprima?
Questa azione ha davvero eroso e sfaldato in pochi anni tutto quanto di grandioso era stato realizzato in poco più di un decennio fra americani, europei e russi. Gli americano hanno già riempito i depositi svuotati con la fine dell’Unione Sovietica nuovamente di armi, dalla Groenlandia alla Norvegia, per loro stessa ammissione.
Su quanto hanno già consumato lungo i confini dell’Unione Europea, lo abbiamo scritto a iosa, a proposito dei missili anti missili balistici in funzione “anti iraniana” (!). Una classica e gigantesca dimostrazione dell’estesa e profonda azione di disinformazione compiuta dai governi americani, al fine imporre ad ogni costo ai russi adeguate contromisure e scatenare così il soffocamento del fraterno rapporto fra russi e Paesi dell’UE.
Questa strategia, in apparenza balorda e simile a branchi di squali che si muovono senza un preciso itinerario, ha dunque trovato un campione insuperabile per il raggiungimento dei suoi obiettivi in Hillary Clinton.
Essa è anche riuscita oltre ogni dire a realizzare l’espansionismo economico, militare strategico cinese in appena un quindicennio dall’entrata di Pechino nel WTO al fine di dare il via a una risposta adeguata: ininterrotta corsa agli armamenti in tutto il Pacifico asiatico e australe.
Per tutto il cartello delle nazioni che non vuole cadere sotto l’egemonia cinese, questa spiralizzazione sempre più pericolosa è guidata dalla regia USA. Ancora una volta, venti di guerra per i diversi arcipelaghi di cui la Cina si vuole impossessare, oltre le isole artificiali che ha iniziato a costruire, per controllare tutto il Mar Cinese e spingere la Zona Economica Esclusiva lungo tutto il bordo del Pacifico, dal Giappone all’Australia. E Hillary con tutto questo ci va a nozze.
L’oligopolio speculativo che controlla e dirige la sfera della decisionalità politica negli USA dimostra come esso abbia potuto stroncare e stia tornando a stroncare qualsiasi ricchissimo e potente americano che abbia voluto intraprendere in modo autonomo, libero e critico la corsa alla Casa Bianca. Qualsiasi ricchissimo e potente cittadino americano, appoggiato forse da qualche piccola lobby di imprenditori che come lui desiderano far vivere agli USA un “nuovo corso” politico fondato sul rifiuto degli interventi militari comunque camuffati e sul dare attenzione e risposte ai problemi, enormi, di politica interna.
Donald Trump ha però commesso errori imperdonabili, nella forma soprattutto e in parte nella sostanza. Errori che hanno avvantaggiato in modo smisurato la sua rivale: quelli relativi ai problemi dell’immigrazione e in particolare dei residenti ispanici illegali. Come, non meno almeno su di un piano di principio e su quello simbolico, dei profughi fuggiti dai Paesi in cui gli USA hanno imposto l’esportazione della democrazia e lo sfruttamento neoneo coloniale delle risorse dei loro territori e/o per il controllo geopolitico addotto da altre finalità (quale fu il caso della creazione dell’entità fittizia del Kosovo nei Blacani).
In tutto questo, fa male vedere come nella più grande melassa della democrazia tante stelle del cinema, ad iniziare da Meryl Streep, stiano tifando come scriteriate supporter in favore della Clinton.
Come se le colorite e folkloristiche affermazioni di Trump sugli immigrati, sulla sanità pubblica, sul sesso e sulle donne fossero le cose che davvero contano e che fanno decidere per il voto, e non quelle sul debito pubblico, sulla militarizzazione spinta della società, sulla guerra.
Tutti questi cittadini, un esercito di attori e di lavoratori dei trailer, dell’enorme industria cinematografica e della stampa e della televisione, milioni di cittadini americani, democratici e repubblicani (visto che il fenomeno, con i potenti transfughi democratici passati tra i conservatori già da quattro decenni, i famosi detentori del potere politico e delle ideologie che supportano le scuole strategiche, i “neocon”) ha dunque scelto di vivere come democrazia esportatrice di guerre?
Bene. Viva le nuove guerre americane! Viva l’oligopolio infausto, viva Hillary Clinton.
A margine e in chiusura di queste note, desideriamo fare rilevare ai lettori questa nostra ultima considerazione. Siamo in presenza di due candidati fortemente azzoppati. Due candidati, anzi, dimezzati. Nel caso di Hillary, poi, diremmo ben oltre che azzoppata. Ciò nonostante, rimane un personaggio davvero pericoloso, non solo per noi europei, ma per gli stessi statunitensi.
A questo punto, viste anche la fluidità e l’imprevedibilità del più diverso materiale accusatorio mosso contro di loro (in particolare quello di WikiLeaks e quello dell’FBI contro il faccione sorridente della bionda nonna che intrepida e contenta manda gli americani e gli altri popoli alle nuove guerre), è da considerare plausibile l’ipotesi che sin dall’inizio del nuovo mandato, il vicepresidente del vincitore sarà destinato a svolgere un ruolo attivo come mai avvenuto prima.
Per tutto il resto, come già sappiamo, per Hillary Clinton rimane conferma to che gli USA saranno più forti. E che la Russia è un nemico.
E’ davvero così? Sarà davvero così? Cosa ne pensano le stelle del cinema americano? E l’intelligente Meryl? Forse i popoli euro-mediterranei e russo e gli americani e i popoli del Vicino e del Medio Oriente, del Pacifico, dell’Africa hanno idee diverse da loro in proposito?
Per intanto, la Russia è un nemico. E Hillary e la nostra amata Meryl ci preparano alle nuove guerre. Al servizio dell’oligopolio speculativo che distrugge non di meno il territorio americano.
Vive la guerre! Viva Hillary et Meryl! Vive la guerre! Allons à la guerre!

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Su premiocapocirceo.it:
 
  • www.europadellaliberta.it/…/leuropa-a-varsavia-la-disfatta-e-il-tonfo-della-natoe-dell
  •  
  • Riferimenti al contesto generale della politica occulta dei Bush e alle operazioni dell’agente CIA Valerie Plame fatta fuori dall’amministrazione Bush jr per scatenare l’ulteriore attacco all’Iraq
  • Così anche i migliori agenti diventano “traditori”.
  • Subdolo attacco alla democrazia americana e guerra contro i popoli.
  • Fonti: la Repubblica.it, Amazon.com, Wikipedia,La Stampa, Red Business Information, Mymovies, www.dagospia.com, Eddyburg.it
  • Per capire l’oggi, conoscere i crimini commessi ieri dalla Casa Bianca. L’agente distrutta e le guerre criminali  
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