18 Novembre
Fonte: heliPRESS
5 cose da sapere sul nuovo Mangusta
Gli step di sviluppo del successore dell’elicottero AgustaWestland AW129 sono stati discussi in commissione Difesa del Senato: ecco come sarà il nuovo aeromobile da esplorazione e scorta.
Il nome provvisorio EES (acronimo di “Elicottero da esplorazione e scorta”) ha ancora il tipico tono burocratico e, messo così, non è certo il massimo prodotto di marketing della storia. Per scegliere la denominazione definitiva ci sarà però tempo: intanto il nuovo AW129 Mangusta è un progetto concreto, già avviato da Leonardo Elicotteri e, da alcune settimane, anche in fase avanzata di discussione in commissione Difesa del Senato.
Nell’atto del Governo n. 340 sono contenute varie informazioni che contribuiscono a tracciare un primo identikit del nuovo elicottero d’attacco dell’Esercito italiano.
Ad oggi l’Esercito dispone in inventario di 48 elicotteri AW129 Mangusta, entrati in servizio a partire dalla prima metà degli anni ’80 e aggiornati a più riprese in tempi più recenti. Dei 48 aeromobili, 42 sono stati aggiornati e sono impiegabili in teatri operativi, mentre i restanti 6 sono attualmente impiegati con compiti di addestramento. Gli AW129 saranno dismessi a partire dal 2020.
Ecco 5 cose da sapere sul nuovo elicottero AW129 Mangusta.
IL NUOVO MANGUSTA SARÀ BASATO SULL’AW149
Il nuovo Mangusta avrà in comune parte della meccanica dell’AW149, l’elicottero candidato per il super bando in Polonia, sconfitto dall’H225M di Airbus Helicopters (il contratto è stato poi cancellato dal Governo di Varsavia).
Il nuovo elicottero da esplorazione e scorta, si legge nel documento, erediterà parte di sistemi già progettati e prodotti per l’AW149 (ancora non entrato in servizio ma di cui è in produzione una variante civile, l’AW189). In dettaglio, il nuovo Mangusta condividerà con l’AW149 il gruppo trasmissione, i rotori (principale e di coda), l’impianto motopropulsivo e parte di altri impianti secondari.
AUMENTANO PAYLOAD E AUTONOMIA
È quanto emerge dai requisiti militari. Il nuovo elicottero Mangusta dovrà essere in grado di svolgere missioni di supporto alle unità terrestri sia operazioni autonome, esplorazione, sorveglianza e supporto di fuoco ravvicinato.
Il nuovo Mangusta dovrà quindi operare in condizioni climatiche estreme e in qualsiasi condizione di luce, dovrà avere una bassa osservabilità elettromagnetica e infrarossa. In particolare, lo Stato Maggiore ha richiesto un’autonomia superiore alle tre ore (a fronte delle due e mezza attuali), un carico utile di 1.400 kg (auspicabile 1.600 kg).
Tra gli armamenti, è previsto l’impiego di un cannone da 20mm, l’adozione del missile guidato Spike nelle sue varianti a medio e lungo raggio e razzi da 70mm. Sul piano comunicazioni, il Mangusta del futuro dovrà essere dotato di sistema satellitare, Tactical data link, capacità di trasferimento dati in near real time.
IL PROGRAMMA DI SVILUPPO DURERÀ 10 ANNI
Secondo la road map il nuovo Mangusta arriverà nella flotta dell’Esercito (e sul mercato, come vedremo in seguito) a seguito di due fasi della durata complessiva di dieci anni (dal 2016 al 2025). Nella prima tranche, saranno prodotti 3 elicotteri pre serie in configurazione IOC (Initial Operational Capability). In altre parole, macchine con armamento e suite missione analoghi all’attuale AW129 ma su una nuova piattaforma tecnologica sostenibile per il prossimo trentennio.
…E COSTERÀ QUASI MEZZO MILIARDO
L’onere previsione del programma è stato stimato in 487,06 milioni di euro. Si tratta di costi indicativi (per fare un paragone, lo sviluppo e l’ingresso in produzione dell’EC665 Tiger ha sforato i 7 miliardi di euro complessivi) e in ogni caso modulabili per renderli compatibili con le risorse disponibili anche attraverso una ridefinizione dei tempi di attuazione.
Il picco di spesa è previsto negli ultimi quattro anni di sviluppo (tra il 2022 e il 2025), quando la spesa annua per lo sviluppo del nuovo Mangusta sarà pari a 70 milioni l’anno.
IL NUOVO MANGUSTA POTRÀ ESSERE ESPORTATO
Per una maggiore capacità di penetrazione del prodotto nel mercato militare estero (sulla falsariga del successo del TAI T-129 Atak turco), il nuovo Mangusta sarà infatti progettato utilizzando tecnologia e componenti non soggetti a Regolamento ITAR, relativo ai materiali di provenienza USA e sotto il controllo vincolante del Governo americano.
Perché gli elicotteri militari hi-tech americani del futuro sono a rischio