18 Gennaio 2017
Fonte: Excalibur
Gianfredo Ruggiero
Nota di Domenico Cambareri
Gianfredo Ruggiero presenta qui uno stringato e utile quadro delle origini del razzismo e dell’antiebraismo, argomento già da lui affrontato con un maggiore sviluppo documentale e argomentativo in un precedente articolo pubblicato su Excalibur e qui a suo tempo ripreso. Ad esso rimandiamo i lettori che volessero operare un maggiore anche se non esaustivo approfondimento.
Questa problematica, nei due poli in cui storicamente si è articolata, è diventata quanto mai ampia e intricata più per le omissioni e alterazioni e le speculazioni che si è tentato e che si tenta di operare che per sue intrinseche difficoltà. Riteniamo che le seguenti succinte chiarificazioni preliminari potranno risultare utili ai lettori.
Il “razzismo” antiebraico antico medievale moderno e in parte contemporaneo trova fertile terreno non nel contesto delle teorie biologiche ma in quello della fede religiosa e della dottrina che ne consegue. Mentre per i giudeo-israeliti i cristiani sono a dir poco degli eretici, per questi ultimi i primi sono colpevoli del maggiore crimine che l’uomo in quanto tale abbia mai potuto compiere: il deicidio. Questo crimine non ha colpito sono i diretti responsabili dell’eseguita condanna a morte del loro profeta ma è ricaduto e ricade su tutti i seguaci di questa fede. La colpa del deicidio purtroppo ha colpito tutti gli ebrei e i loro discendenti tout court per i soliti piatti motivi su cui tante volte abbiamo richiamato l’attenzione, che stanno alla base del micidiale e macroscopico errore dell’identità posta sin dall’età antica fra ebrei e fede religiosa monoteistica (presuntivamente) “etnica” nelle sue espressioni storiche di giudaismo e israelismo ebreo uguale popolo ebraico. E’ stata ambizione soddisfatta, quella dei fanatici esponenti di questa fede religiosa che già nell’antichità riuscirono a fare valere questa falsa e terribile identità. Di essa, gli ebrei ne hanno poi pagato sempre il fio, sino all’emancipazione civile europea al seguito delle prime disposizioni di affrancamento napoleoniche.
Fra seconda metà dell’800 e i nostri giorni, infine, la malsana invenzione sionista apportatrice di sciagure, ha provveduto a strumentalizzare e rilanciare su scala planetaria il “chiliasmo” mosaico e messianico giudeo in chiave (pseudo) etnica e apertamente razzista, con il fanatico suprematismo del popolo che ha ricevuto la terra direttamente da Dio. Un concentrato di stupidario fideistico-teologico e politico tipico di forsennati. Stupidario che rivendica perfino la nascita indigena del concetto di monoteismo e emargina il ruolo svolto, fondativo “ab origine”, dalle tribù giunte in Palestina dalla mezzaluna fertile e poi quello della civiltà egiziana da cui presero pure il taglio del prepuzio (circoncisione). Una riscrittura della storia che si è confermata e si conferma entro questo enorme arco di volta: – sfruttare senza riserve e senza limiti il massacro degli ebrei (più che presumibilmente non sionisti) rimasti in Germania e nei territori da essa occupati, avvenuto (e dai capi sionisti agognato) nella seconda e ultima fase della seconda guerra mondiale; – conquistare la Palestina senza risparmiare l’attuazione attentati e stragi contro i loro fratelli palestinesi (considerati meno di un’ombra, o meglio solo carne da macello) e senza aspettare il preclusivo arrivo del messia, cosa per cui furono bollati e condannati dalla autorità religiose delle stesse comunità giudee.
A proposito del nazismo, torniamo ad insistere sul fatto che le “articolate” teorie biologiche anglo-tedesche storicamente si frangono davanti al fatto che Hitler e diversi dei componenti del gotha nazista fossero essi stessi persone con sangue ebreo, e che lo erano pure altri individui di rango. Essi perciò appartenevano a quella particolare fascia di “incroci razziali” tanto detestati dall’ideologia ufficiale. Queste persone ricadevano sotto la diretta giurisdizione del führer, il quale avocava a sé ogni potere di “arianizzazione” degli ariani-ebrei. La nostra interpretazione di questo cruciale contesto che riteniamo criticamente fondata, è stata da noi già presentata in precedenza.
Il razzismo inteso sul piano biologico ha un suo particolare e più che bizzarro antecedente nella formulazione di una teoria del tutto particolare che nacque e ebbe seguito all’interno di settori impotanti del mondo clericale ispanico. Questa teoria non fu largamente condivisa, anzi fu lottata all’interno stesso del clero ispanico. Tuttavia allora svolse un suo ruolo, sicuramente non marginale, che lasciò profonda traccia. Questa teoria costituì in modo certo uno stimolo molto forte nella “cultura” degli invasori e conquistatori, in particolare dei loro capi, e perfino di aperte istigazione e giustificazione delle peggiori e inimmaginabili crudeltà e degli stermini commessi dai fedelissimi cristiani nelle terre delle Indie occidentali. Essa affermava esplicitamente la non umanità degli indios e collocava questi popoli fra la natura umana e quella animale.
L’illuminismo non fu affatto razzista. Ciò avrebbe contraddetto le sue proposizioni fondamentali. Tuttavia, nel vastissimo e variegato contesto della cultura illuminista, vi furono pensatori marginali che si nutrirono di queste idee e che le svilupparono, talora in modo organico, sin nel cuore del susseguente romanticismo. Una parte della cultura razzista di questo periodo storico indubbiamente si nutrì del “lascito” cristiano e ispanico. La tradizione della schiavitù, purtroppo, che affonda nella storia di tutti i popoli, presente sin nel cuore dell’800, va ben focalizzata in rapporto al razzismo , essendo prevalentemente una condizione giuridica. Certo è che lo schiavismo dell’età moderna e dell’800 trovò utile armamentario giustificativo nella precedente cultura a cui abbiamo appena fatto riferimento, ulteriormente aggiornata e “corroborato” da quanto si veniva a scoprire di usi e tradizioni dei popoli “selvaggi”. Costumi non rare volte raccapriccianti e sanguinosi, pure a prescindere da quelli non meno cruenti e terrificanti che erano stati vigenti (scuoiamento) o erano vigenti (smembramento per offesa alla divinità e alle cerimonie sacre e per lesa maestà) nelle legislazioni europee di quei tempi, di cui purtroppo gli europei d’oggi poco o nulla sanno, visto che spesso i sia pur minimi riferimenti non vengono fatti studiare a scuola. Qui la storia dell’etnologia oggi può illuminare chiunque a 360°. Essa è sicuramente debitrice non solo ai viaggiatori antichi e medievali noti o anonimi ma anche a Bartolomé de Las Casas, che tanto cercò di fare nella difesa nei nativi americani e a chi come lui cercò di porre limiti agli etnocidi compiuti dai conquistadores cristiani. – D. Cambareri
Non sono un’esclusiva di Hitler
Quando si parla di razzismo la mente corre automaticamente alla persecuzione ebraica ad opera del regime hitleriano.
L’antiebraismo invece viene da molto prima di Hitler, da quando sul finire dell’Impero Romano il cristianesimo diventa con Teodosio religione di stato. E’ da questo momento che inizia il calvario del popolo ebraico a seguito dell’infamante accusa di aver voluto la morte di Gesù; si è consolidato durante il Medio Evo ad opera della Chiesa e dei regnanti cattolici, per poi rimanere impresso nell’era moderna in larghi strati della società occidentale a causa della loro presunta cupidigia e volontà di dominio del mondo attraverso il controllo delle economie nazionali.
Il razzismo, ossia la discriminazione a sfondo biologico, è invece un fenomeno più recente che trae origine dalle tesi illuministe di fine settecento, involontariamente supportate dalla teoria darwiniana delle selezione naturale che ha determinato, sul piano filosofico e scientifico, il mito della razza superiore.
Superiorità razziale che è servita a giustificare il genocidio degli indiani d’America da parte dei coloni, la schiavitù moderna e la successiva segregazione razziale rimasta in vigore negli Stati Uniti fino agli ultimi decenni del secolo appena trascorso (democrazia, razzismo e schiavitù hanno convissuto a lungo all’ombra della statua della “libertà”).
Con la diffusione delle idee illuministe, razzismo scientifico e antiebraismo si sono infatti sovrapposti e mescolati. Non a caso molti di quei filosofi che hanno gettato le basi della moderna democrazia e dell’ideologia liberal capitalista hanno espresso giudizi sprezzanti nei confronti degli ebrei e giustificato la schiavitù. Perfino Voltaire, universalmente riconosciuto come il padre della democrazia, suo è il famoso assioma:
«detesto le tue idee, ma darei la vita affinché tu le possa esprimere»
trovava normale investire i proventi della vendita dei suoi libri nelle compagnie dedite alla tratta dei negri, a dimostrazione di come i principi di libertà, fratellanza ed uguaglianza proclamati dai filosofi illuministi e sanciti nel sangue della Rivoluzione Francese riguardassero solo la razza bianca. Mentre a proposito del popolo ebraico, nel suo “Dizionario Filosofico”, scriveva queste parole di fuoco
«Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che unisce da tempo la più sordida avarizia alla più detestabile superstizione e al più invincibile odio per tutti i popoli che li tollerano e li arricchiscono»
Montesquieu, altro pensatore illuminista e sostenitori dei diritti umani afferma:
«Non si può concepire l’idea che Dio, che è un essere saggio, abbia messo un’anima, soprattutto un’anima buona, in un corpo del tutto nero»
Mentre il filosofo illuminista David Hume scriveva nel 1754:
«non è mai esistita una nazione civilizzata che non fosse bianca: sono portato a sospettare che i negri, e in generale tutte le altre specie umane, siano per natura inferiori ai bianchi»
Questo connubio tra democrazia e razzismo, tra diritti umani e antiebraismo non deve stupire in quanto l’ideologia mercantile, che nasce dalla filosofia illuminista, ha come base l’utilitarismo economico mascherato da nobili intenti. La storia dell’America, l’espressione più eloquente del liberal capitalismo, lo dimostra in tutto la sua interezza (l’ex presidente Obama che ha scatenato le più sanguinose rivolte in Medio Oriente è stato addirittura insignito del premio Nobel per la …pace).
La discriminazione a sfondo razziale non è quindi un’esclusiva del nazismo e non nasce con l’avvento di Hitler; è solo il conformismo politico e la speculazione ideologica che identificano il razzismo con l’antiebraismo per poi ricondurlo esclusivamente al nazionalsocialismo, allo scopo di salvare i responsabile storici e ideologici di queste aberranti teorie che sul piano pratico hanno creato, e ancora oggi producono, tragedie inumane.
Illuminismo e genesi delle teorie razziste | L’ Europa della Libertà www.europadellaliberta.it/2012/01/27/illuminismo–e–genesi–delle–teorie-razziste/ Copia cache 27 gen 2012 – 25 Gennaio 2012. Fonte: Excalibur – Varese. Gianfredo Ruggiero. RAZZISMO ILLUMINATO. Le origini del razzismo e della schiavitù moderna.