Sensibilità chimica. Post mortem di Genovesi: OMS, CSS felicissimi. L’esercito invisibile è diventato anche muto.

 

06 Febbraio 2020

Domenico Cabareri

 

 

 

 

Sensibilità chimica. Post mortem di Genovesi: OMS e CSS felicissimi. L’esercito invisibile così è diventato anche muto.

 

 

Il prossimo 29 febbraio, con la cadenza quadriennale del “raro” 29 febbraio, si celebrerà la Giornata Europea dedicata alle malattie rare. Nel 2008, salvo nostro errore d’informazione, si indicavano le colossali cifre di un milione di affetti di malattie rare in Italia e un repertorio di oltre 6000 patologie rare e di trenta milioni di pazienti spesso privi di cure in Europa. Sempre con dati ripresi e pubblicati dal Corriere della Sera, nel 2016 in Italia si indicavano in 300.000 i componenti dell’esercito invisibile dell’Iper Sensibilità Chimica (MCS).

Due anni da pochi giorni trascorsi dalla morte del

prof. Giuseppe Genovesi

(Policlinico Umberto I, Roma; Civitavecchia) e sui malati di Sensibilità Chimica Multipla e patologie collegate non si ode più nulla.

Un esercito di finti ammalati si è dileguato?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è ancora più contenta della bestiale falsità del suo codice internazionale di riferimento alla MCS, – gravemente erroneo o spavaldamente e cinicamente falso – con cui indica questa “sindrome” come condizione di reattività soggettiva ad “alcuni”, ad “alcuniprodotti chimici?

E il Consiglio Superiore di Sanità italiano, espressione non solo del presunto Gotha scientifico ma anche di quello burocratico della Sanità pubblica? Questo nuovo CSS si gongola come e ancor più del precedente?

In giorni in cui si è tutti presi dal contenimento del rischio della diffusione di epidemie cinesi, cosa mai potrà – molto più di prima – importare di malattie ambientali e di malattie genetiche e rare che non si trasmettono?

Soprattutto, quanto continuerà a risultare conveniente continuare a operare politicamente e burocraticamente con un’ottica miope ottusa e perniciosa che non solo marginalizza le patologie ambientali e le eventuali co-relate delezioni genetiche ma addirittura ne sottace del tutto la natura e ‘trasferisce’ la diagnosi e l’attribuzione delle cure, che spesso non ci sono perché non si vogliono attivare le scomode ricerche, alla specialità psichiatrica? Vizio d’origine sovietico e del super capitalismo inquinante?

Fra i tanti ammalati, qui desideriamo ricordare ancora una volta il caso estremo di

Yvelyse Martorana,

di Bagheria (Palermo), perché, oltre alle conclamate Iper Sensibilità Chimica Multipla e al corteo delle patologie che l’accompagnano e alla delezione genetica dell’enzima Glutathione Trasferasi, l’iper elettrosensibilità (EHS) cagiona ulteriori conseguenze. Ciò per il fatto di avere avuto collocata sin da ragazza una barra d’acciaio al bacino: cosa che causa a dismisura la cronica sovraesposizione ai campi magnetici e accresce in modo esasperato, estremamente doloroso e proibitivo la più che precaria condizione di vita dell’ammalata. Un dramma condiviso con il suo compagno, che mai la lascia, e che di fronte al generalizzato mutismo delle autorità sanitarie e pubbliche, comprese Prefettura e Procura della Repubblica, sbatte contro il muro del sadico menefreghismo e dell’ostentata e ‘attiva’ avversione di non pochi condomini e vicini. E di trucchi e sotterfugi consumati da parte di chi si è dichiarato disponibile ad accoglierli in affitto in qualche abitazione isolata, rarissima, al mare o in alta collina, in cui il rilevamento di campi magnetici, elettrici o elettromagnetici era risultato o era stato indicato quasi assente.

In conclusione, diciamola pure la verità, tutta pari pari e tonda tonda, cruda e infame. La Sensibilità Chimica Multipla costituisce innanzitutto un problema politico-economico a causa dei suoi elevati costi finanziari richiesti in ambito scientifico e medico e degli esorbitanti costi che implicherebbe con effetto immediato il fronte della parziale ‘decontaminazione’ ambientale della biosfera, quantomeno negli agglomerati antropici più degradati, ad iniziare dai luoghi di lavoro e aggregazione più esposti e dall’interdizione alla produzione e utilizzazione chimica in più settori. Ergo, quindi conviene ricorrere alla sciocca e sciagurata mimetizzazione del problema e alla sua contestuale ‘pschiatrizzazione’ dei soggetti colpiti. La psichiatria infatti si presta a un’eccellente utilizzazione per queste finalità di fronte a cui burocrazia e politica risultano impotenti per mancanza di assoluta trasparenza, ancorché decisionalità in favore della tutela della salute pubblica.

 

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MCS Sensibilità Chimica. Giuseppe Genovesi è morto. Chi gli deve qualcosa ? E cosa deve ai caproni ?

24 Gennaio 2018

Domenico Cambareri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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A Ω

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 GLI AMMALATI DI MCS NON SONO USCITI ANCORA

DALL’OMBRA DELLA SPELONCA

IN CUI I TENEBROSI LUMINARI

LI TENGONO RICHIUSI.

STATO, CE SI SEI BATTI UN COLPO!

A Civitavecchia, sua città di residenza, ieri sono stati celebrati i funerali del prof. Giuseppe Genovesi, il quale era di origini campane. Era sposato con la dr.Luigia De Padova, sua collega endocrinologa, dalla quale aveva avuto cinque figli.
Il Prof. Genovesi è morto il 21 gennaio per un malore mentre rientrava a Civitavecchia, senza avere compiuto i sessant’anni. Conduceva una vita estremamente impegnativa, tutta dedita alla sua attività professionale che lo portava nelle più diverse parti d’Italia per seguire i suoi pazienti e per conferenze e incontri. Vita resa ancora più impegnativa per le battaglie che aveva sostenuto contro i muri di gomma della medicina “uffìciale” italiana in merito alle malattie croniche di origine ambientale. Cittadino e medico davvero esemplare.
Psichiatra, endocrinologo, fisiopatologo, con rilevanti ricerche e affermazioni nell’ambito dell’immunologia-allergologia e della complessa e ramificata realtà delle malattie ambientali. Ricercatore presso il Policlinco Umberto I dell’Università La Sapienza di Roma. Sottolineiamo ricercatore e Non tiolare di cattedra.
Chissà quanto il rettore della Sapienza e tutto l’establishment della medicina “ufficiale” italiana possano sentirsi e potranno sentirsi fieri.  Staffilate di fierezza. Sia di questo sia delle poco felici vicende che hanno costellato la soppressione del suo incarico presso il Centro di riferimento per la diagnosi e la prevenzione della MCS presso il Policlinico Umberto I, Sportello delle malattie rare, Centro da Giuseppe Genovesi fortemente richiesto e unico a essere stato attivato  in Italia. Chissà quanto potranno essere non di meno fieri coloro i quali nell’ambito delle strutture decisionali della Regione Lazio si sono mossi in tale direzione e, salvo nostro ulteriore macroscopico errore, di certi medici dell’Ospedale Gemelli. Chissà cosa ne è stata della Commissione ad hoc creata con l’inserimento di medici che per loro stessa ammissione erano totalmente a digiuno di studi, ricerche, conoscenze specifiche … ma forse forse chissà chissà idonei in un modo o nell’altro a fare lo sgambetto … a Genovesi. A proposito, erano specialisti in tossicologia, endocrinologia, anatomia patologica e medicina legale, genetica? Chissà che cosa l’unica genetista componente quella Commissione avrà mai accettato e sottoscritto di documenti presentati da codesti “esperti”. E’ proprio da dire che ognuno a “casa sua” di comodo si acconcia o si fa acconciare esperto come vuole?

Chi scrive si era recato al Gemelli e pure all’IDI in qualità di paziente e aveva incontrato specialisti di malattia del lavoro e allergologi che erano completamente all’oscuro della reale complessità di questa malattia. Medici disponibili , umanamento e professionalmente, ad ascoltarti, ma completamente all’oscuro di questa che veniva riportata, qui in Italia, more solito, all’ambito idiopatico. Completamente all’oscuro. Cosa paradossale, allucinante.
La risposta dell’ignoranza, la risposta assolutamente prevalente ai quesiti, ai problemi a cui non si è in grado di dare risposta in ambito medico è quella di riportare quasi sempre  le manifestazioni di quanto non conosciuto a cause idiopatiche. La solita ritrita solfa: quando menti colte e intelligenti dimostrano di non sapere essere diverse da quelle più ottuse e cocciute. Allergologo particolarmente dubbioso, acutamente e proficuamente dubbioso, attento e scrupoloso e aperto alle vie che la ricerca avrebbe potuto offrire in questo ambito di malattie gli si era rivelato il prof. Andrea Ciofalo, otorino allergologo del Policlinico Umberto I. A lui si rimane davvero grati.
Eppure, in riferimento alla Iper Sensibilità Chimica Multipla e alle patologie da riportare agli “squilibri” ambientali, subito oltre frontiera, le posizioni della medicina ufficiale nel merito cambiano, perfino radicalmente? In Germania, Svezia, Austria, Spagna?  E negli USA e in Canada?                                                                                                                                    Come mai? E’ questo un particolare tipo di esercizio della “sovranità” non nell’ambito della politica estera e della difesa (dove c’è non di meno da piangere), ma in quello della cultura, della ricerca e della salute?
C’è qualche Procura della Repubblica che abbia indagato e che stia indagando su tutto questo sconcio ? Qualche Procura della Repubblica, ad esempio quella di Latina e non ultima quella della Capitale, a conoscenza di episodi che afferiscono direttamente a quanto qui si rappresenta, che abbia preso a cuore il dettato costituzionale e la salvaguarda della salute pubblica e di singoli cittadini totalmente abbandonati a loro stessi, curati in maniera gravemente inadeguata se non assolutamente erronea?
C’è qualche luminare di rinomata fama che abbia apertis verbis sollecitato, anzi sferzato, qui in Italia, i suoi colleghi medici a non oziare sotto le fronzute chiome delle stabili e definitive mete raggiunte dalla “scienza” medica nostrana e a cominciare a ricercare ancora e oltre, senza deflettere e senza ritenersi giammai appagati dei risultati eventualmente conseguiti?
C’è qualche Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica precedente e quello in carica adesso che abbia avuto solerte motivo di intervenire in modo autorevole e deciso?
A quanti presuntuosi, saccenti, arroganti “luminari” asinini e caprini (mi perdonino questi animali per un’offesa che non voglio loro proprio arrecare con il ricorrere all’uso di queste metafore umane) medici staranno ronzando e fischiando in questi giorni le orecchie per meschino compiacimento o per altro basso motivo? Quanti si sono sfregati o si saranno già sfregati le mani fino quasi a darsi fuoco? Quanto bestiame medico e accademico forma delle mandrie ben grasse, parassitarie, dal carattere apatico ma non per questo non irascibile e tracotante? Le inveterate mandrie dell’ipse dixit che farebbero andare in bestia Ippocrate e Galeno?
Chi scrive riconosce con semplicità che sarebbe già nell’altro mondo da diversi anni, se non avesse in modo tanto fortuito quanto fortunoso incontrato questo denigrato Giuseppe Genovesi. A lui di sicuro deve la vita. Deve davvero  la sua vita. E non è il solo.
Deve anche all’intervento di una senatrice che non conosceva e non conosce, Medico Dr. Dorina Bianchi (poi Sotoseretario MIBACT) l’atto di sindacato ispettivo del Senato della Repubblica presso il Liceo G.G. Brassi di Latina, dove un tizio intronizzato “dirigente”  Dababe – Trebrusac arrivava perfino a mettere in atto ripetute volte azioni di marca delinquenziale pur di colpirlo nei modi più abietti, anche se le motivazioni afferivano pure ad altre cause. Di questo e degli iter in sede di Tribunale, ancor prima di Commissione Medica Militare di 2^ Istanza,  in ultimo in sede burocratica per accuse per sanzioni MIUR,  in sede di Procura … la mole dei documenti sarà risultata e non potrà che risultare di aiuto agli altri ammalati di questa grave patologia. Tutto, grazie alle specifiche diagnosi di questo grande medico in  merito alla neurotossicità  prodotta dall’inquinamento ambientale su di un organismo già affetto da parziale delezione dell’enzima Glutathione Transferasi. Chi scrive deve sempre il suo ulteriore riconoscimento ai Medici che, oltre al prof. Genovesi, lo anno assistito e supportato, e agli avvocati, che spesso ha citato nei suoi articoli e con Tag.
In questo ambito, la storia dei vaccini non c’entra proprio nulla. E volendone qui parlare in poche parole, da non esperti non si condivide il parere di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni. Ma allo stesso tempo non si può non condividere, non accettare, non fare propria la richiesta di eccezionale, vitale importanza di sottoporre il sangue dei bambini dapprima a un test pre-vaccinale. Perché non si muovono in questa direzione i medici responsabili del vertice sanitario nazionale? Questo è oggi un traguardo raggiungibile e da raggiungere: sono più le implicazioni organizzative che quelle strettamente mediche.  Di ciò se ne era proprio parlato a viva voce con il prof. Genovesi: del test pre-vaccinale.
Rimane nell’animo la mesta insoddisfazione per non avere potuto mai dare a questo medico a cui si deve così tanto un aiuto concreto, così come più volte spontaneamente promesso, per realizzare contatti qualificati al fine di diffondere fra le élite politiche e culturali del Paese il reale stato di  gravissima negligenza in merito alla natura delle malattie ambientali. Purtroppo, le promesse erano seguite dall’ impossibilità concreta di potere reperire le energie fisiche e mentali adeguate a supportale con indispensabile continuità. Purtroppo.
Vada a questo onesto, mite, sempre gentile in maniera davvero disarmante e al tempo stesso non arrendevole, perseverante, determinato medico dedito alla ricerca e alle cure più acconce la lode e ancora la lode: non solo degli ammalati che ha assistito in maniera brillante, pure nei casi di non conseguimento della remissione, guarigione da malattie così subdole e estreme, ma di tutta la comunità nazionale.
Un saluto ancora, Giuseppe Genovesi, indomito riicercatore e medico, per tutto l’evo di questi miseri italici tempi e ancora oltre!

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