30 Giugno 2020 Massimo Rossi
Non è vero che il Covid 19 non ci ha resi diversi. Il Covid 19 ci ha consegnato alla vita futura con un elemento in più: la PAURA.
Il Covid 19 ci ha consegnato alla vita futura con un elemento in più: la PAURA.
La nostra società occidentale aveva relegato la paura dell’estinzione, ormai da millenni. Noi vivevamo solo di profonde e collaudate certezze. Una di queste, forse la principale, era che ogni male poteva essere combattuto e che le medesime avrebbero ristabilito, senza timori o ritardi, la salute. Non è così!
Il Covid 19 ci ha fatto sentire inermi, ci ha fatto sentire quello che siamo: un piccolo essere vivente del tutto inutile nel profondo e vasto Universo. Questa è la sensazione che abbiamo avuto, la consapevolezza che abbiamo avuto e questa è (per fortuna) la realtà.
Possiamo essere spazzati via da un meteorite che colpisce la Terra o, piuttosto, da un essere vivente che non vediamo.Siamo, assolutamente, vulnerabili, siamo una parte del tutto, ma non essenziale e non importante. L’Universo, ma anche la Terra, può, tranquillamente, fare a meno di noi. Ma non è solo questo quanto il Covid 19 ci ha insegnato.
Forse, la cosa più rilevante è proprio la paura.
Su questo tema ancestrale della paura della malattia dovremmo molto lavorare perché la paura ha due vie che possono essere percorse: quella della responsabilità di fronte all’evento e quella del terrore (altro elemento ancestrale). E qui tocchiamo un punto molto dolente, ovvero, la “gestione” della pandemia. La pericolosità pandemica ha fatto saltare nei paesi occidentali tutti gli equilibri democratici e delle libertà fondamentali.
Questo aspetto, oltre al profilo giuridico, ha un profilo politico: le società occidentali, abituate alla libertà, hanno assaporato la loro privazione. Una privazione a tempo, ma una privazione in ogni caso. Tale privazione ha generato, in modo molto significativo, un preciso intaccamento del DNA fondato sulle libertà.
A molti è risultata accettabile la privazione della libertà, a fronte di una “paura” ancestrale che, in realtà, è terrore vero e proprio.Questo è un elemento di grande pericolo per la tenuta della società. La società è stata compressa e non “regolata” difronte alla possibile malattia. Questo è molto pericoloso perché, di fatto, è come se si fossero fatte le prove generali per una “dittatura” mediaticamente orientata.
Non posso dire che la pandemia sia stata “creata” ad arte, ma si può certo dire due cose: a) non è stata governata da uomini politici in grado di proteggere i propri popoli; b) si è alimentata (nella perfetta ignoranza della gravità) la paura.Ecco, dopo il Covid 19, la nostra società conosce la paura di non guarire e di morire per qualcosa che non si conosce.
Potenzialmente questo “micro -chip” mentale può rivelarsi molto utile in mano a soggetti privi di scrupoli.
La malattia è uno stato dell’uomo e la fallibilità dell’uomo è nelle cose, ma lo stato di “terrore” è indotto per incapacità o per volontà. Solo i mesi che verranno ci daranno una risposta su questo.
Certo è che, mai come adesso, la società occidentale è preda della paura che, in definitiva, è paura dell’ignoto.