23 Luglio 2020 Fonte: Redazione di Scuola inForma Nota di Domenico Cambareri
Le poco amene e spesso amarissime e dolorose vicende dei concorsi pubblici indetti e espletati o meno lastricano una delle tante sterminate, enciclopediche storie che si dipartono come caotici grovigli a far data della nascita del regime partitocratico. Regime che continua a trincerarsi furbescamente quanto mafiosamente dietro la Costituzione. Di questo vischioso, mefitico e malsano regno in cui prospera l’incontenibile lussureggiare dell’inefficienza e del malaffare delle più diverse tipologie e nature (storture inadeguatezze arbitrii burocratici o di “sistema”, legislative e di decretazione e d’indirizzo politico, sindacali) la concreta, esistenziale fruizione del concetto di giustizia e il giusto e doveroso riconoscimento del buon operare agli invisibili e anonimi dipendenti pubblici efficienti e onesti sono fra le prime croniche vittime.
E’ da porre in risalto che le percentuali più o meno contenute o addirittura perfino elevatissime dei partecipanti ai più disparati concorsi che subiscono gli effetti del non ligio e non corretto operare da parte dei componenti delle commissioni esaminatrici e giudicatrici vegono a patire discriminazioni pesanti i cui effetti diventano spesso irreversibili. Infatti, il blasone della garanzia al diritto d’accesso oneroso alla giustizia amministrativa, con costi spesso non stimabili all’inizio e quasi sempre proibitivi, rappresenta uno degli aspetti più deleteri dell’ “incertitudine” dell’esistenza quotidiana di tanti cittadini italiani declassati a derelitti “ricorrenti” di una società di questuanti ridotta a un ammasso di relitti da un regime di esosi e illegali e ladreschi “percettori” degli oneri pecuniari. Con le rivoltanti lodi e gli strumentali osanna che tali balordi soggetti rivolgono alla beatificante e miracolante ”Costituzione”.
Uno degli ultimi, mirabolanti casi a cui possiamo riferirci per esemplificare i riferimenti a quanto sin qui abbiamo sostenuto sulle condizioni di generalizzata diffusione delle metastasi nel tessuto sociale del Paese riguarda le modalità dell’espletamento della prima parte del concorso MIUR (sarebbe immensamente più facile e corretto scrivere e dire: concorso indetto dal Ministero della Cultura Nazionale) per posto di DSGA svoltosi a Milano di recente. Esso impone molte domande e attende doverose risposte ministeriali e indagini degli organi inquirenti e, per dire non troppo, lascia allibiti. Per rendersene conto, basta leggere la lettera aperta di una parte dei concorrenti indirizzata a Scuola inForma e da essa pubblicata già da oltre un mese, che qui riportiamo. Finora, sembra che nessuno, fra ministri, legislatori, inquirenti, burocrati si sia mosso.
Infine, in merito ai giovani laureati. Chi scrive questa nota ha dedicato buona parte della sua vita, posponendo totalmente ogni suo altro e meritorio interesse personale, alle tematiche che ancora oggi strettamente vi ineriscono e ne discendono. Lo fece, legandole, nella prospettiva direttamente riferita ai docenti e presidi delle secondarie (Associazione Liberi Professori Italiani, ALPI, che, per un’alleanza strettamente operativa e finalizzata, si appoggiò trent’anni or sono ai “colletti bianchi” del settore privato) allargata al contesto dei profili dei dirigenti e funzionari superiori del pubblico e del privato. Pagine magnifiche ma d’impari lotta. La diffusa e autolesionista codardia, l’abulia esistenziale diffuse fra molti prof e componenti delle categorie altamente professionali già decerebralizzati dal lungo ’68 rosso dei violentissimi Cipputi pininbull e dei collettivi anarcoidi dei parassiti pseudo rivoluzionari degli espropri proletari e delle comuni delle doghe, rappresentò non solo un vero tracollo generazionale, quanto l’irreversibile segno del declino di un popolo e di una Nazione. Un vero Bastian contrario, chi qui scrive, che si è opposto a più fermo alla sistematica distruzione comunista operata dai sindacati confederali e dai partiti e dalle greppie ad essi collegate. L’Italia che abbiamo oggi davanti agli occhi è l’Italia di cui queste masnade di distruttori, dilapidatori e divoratori hanno fatto scempio. A danno della maggioranza degli italiani, che pur tuttavia chinò il capo e li seguì, e delle nuove generazioni. Se il debito pubblico doveva essere dimezzato entro la fine degli anni trenta, secondo le stime di fine secolo XX, e risolto entro fine XXI secolo, tutto quello che ci è accaduto dal 2008 in poi ci porterà almeno al 2130? Nessun esperto, su questa tragedia, si azzarda a proporre nuovi traguardi temporali. Eppure, in Italia, c’è la partitocrazia che continua a vivere e a far vivere da nababbi i suoi apparati e clienti diretti, la nomenklatura allargata costituita dalla nuova “dirigenza” del DABABE (d’Alema -Bassanini -Berlinguer) e a spremere e disossare la popolazione. – D. C.
Concorso DSGA, esiti Lombardia: la nota stampa
La nota stampa del comitato DSGA a proposito degli esisti del concorso DSGA Lombardia. Il comitato mette in dubbio i risultati
10 Giugno 2020
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del comitato DSGA riguardante gli esisti del concorso DSGA Lombardia. Ecco di seguito il testo integrale ricevuto in redazione questa mattina.
Comitato DSGA: “Nutriamo forti dubbi sul fatto che in Lombardia l’85% dei concorrenti è incapace di arrivare al 21’’.
Questa è l’Italia. Questa è la P. A. e questo è il MIUR
A fronte di un concorso che in Lombardia stabiliva un numero di posti disponibili pari a 450, più il 30% di idonei, sono stati ammessi a sostenere le prove orali solo 200 persone, a fronte di circa 1100 concorrenti. Parliamo di una percentuale del 15% circa. Una percentuale che, se confrontata con quella di altre Regioni, è a dir poco surreale, considerato anche che si trattava della regione in cui concorreva circa il 25% dei partecipanti totali al concorso.
Saremmo curiosi di capire come sia possibile che circa 900 persone che, da più di un anno, investono tempo, sudore, sacrifici sui libri siano risultate tutte immeritevoli di un ‘’21’’. Possibile che per la regione Lombardia l’85% dei concorrenti fosse incapace di arrivare al ‘’21’’? Sinceramente, ne dubitiamo.
La vicenda è ancora più paradossale se si considera che, ad oggi, il ruolo di DSGA è ricoperto, in gran parte, da persone neanche in possesso del titolo di laurea richiesto per legge e che non sono state in grado di superare la prova preselettiva del concorso.
Questa è l’Italia. Un Paese che non è e non sarà mai in grado di staccarsi dai sotterfugi, dalle pretese illegittime di chi sa alzare di più la voce e da qualsivoglia forma di pressione politica e sindacale.
Viene da chiedersi a cosa serva parlare di principi di meritocrazia e trasparenza se, a fronte della necessità di terminare il concorso entro l’estate, come richiesto ufficialmente dal Ministro Azzolina a seguito di una recente interpellanza parlamentare relativa ai tempi del concorso in oggetto, le commissioni abbiano deliberatamente deciso di ammettere un numero estremamente esiguo di persone, così da poter terminare le prove orali in appena 15 giorni (dal 29 giugno al 13 luglio).
Il concorso ordinario, in Lombardia, infatti, permetterà di ricoprire meno della metà dei posti messi a disposizione dal bando. Si tratta di qualcosa di surreale e anomalo.
Viene da chiedersi, altresì, quale senso abbia avuto bandire questo concorso se, in quasi nessuna regione, si è voluto dar seguito ad una graduatoria da cui attingere nel corso dei prossimi anni e se, in regioni come il Friuli e soprattutto la Lombardia, si sia deciso di non coprire addirittura i posti messi a disposizione dal bando.
Sebbene la rabbia e la delusione adesso riguardino solo le quasi migliaia di persone, tra giovani laureati, padri e madri di famiglia, che hanno visto ieri svanire i loro sacrifici, l’impegno e la dedizione prestata per questo concorso, ci permettiamo di ritenere che da questa vicenda ne esce sconfitto il Paese, la P. A. e la scuola italiana.
I giovani laureati dovrebbero rappresentare il futuro, il motore del Paese, la spinta verso il rinnovamento culturale di cui la p.a. avrebbe davvero bisogno.
Da ieri, tutti noi proviamo vergogna nel sentirci cittadini italiani, di far parte di questo Paese e di aver creduto, ancora una volta, che si volesse premiare il merito, l’impegno, la voglia di mettersi in gioco e al servizio di questo Paese.
Siamo rammaricati per averci creduto, ma non in noi stessi, ma in questo concorso, che si sta dimostrando, sempre più, una farsa. *****
Concorso pubblico, per esami e titoli, a 2004 posti di Direttore dei servizi generali e amministrativi del personale A.T.A., indetto con D.D.G. n. 2015 del 20.12.2018
Un concorso avviato con numerose irregolarità ha portato nella regione Lombardia un risultato alquanto discutibile: ci sono meno ammessi alle prove orali rispetto ai posti del bando di concorso.
I risultati degli orali per DSGA sono incredibili perché gli ammessi a concorso copriranno soltanto il 46 per cento dei posti disponibili. E così la Lombardia rischia di non avere dsga a settembre
L’ipotesi di una ammissione con riserva alla prova orale, riteniamo che non sia compatibile con un ricorso che abbia l’obiettivo e la finalità di individuare motivi che, qualora accolti, producano un effetto demolitorio dell’intera procedura concorsuale e delle modalità di correzione delle prove scritte.
Pertanto, verrà proposto un ricorso contro gli esiti della prova scritta del concorso e finalizzata ad ottenere una sentenza di annullamento della procedura concorsuale e dei relativi atti amministrativi:
- Nota MI n. 12071 del 12.06.2020 – Pubblicazione elenco candidati ammessi alla prova orale – Integrazione
- Nota MI n. 11851 del 11.06.2020 – Indicazioni per le istanze di accesso agli atti
- Nota MI n. 11457 del 09.06.2020 – Pubblicazione elenco candidati ammessi alla prova orale.
Tra i vari motivi si segnalano:
I. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEL D.M. N. 176/2019 E DEL D.M. N. 863 DEL 18 DICEMBRE 2019. INCOMPATIBILITÀ DEI MEMBRI DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO. VIOLAZIONE DELLA PAR CONDICIO TRA I CANDIDATI. VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI TRASPARENZA E CORRETTEZZA DELLA P.A. VIOLAZIONE DE PRINCIPIO DEL COLLEGIO PERFETTO.
II. I. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 29 E 35, CO. 3 DEL D.LGS. 30 MARZO 2001 N. 165 S.M.I. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 1, CO. 2, 7 E 14 DEL D.P.R. 9 MAGGIO 1994 N. 487. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 404 SS. DEL D.LGS. 16 APRILE 1994 N. 297. VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 3, 51 E 97 COST. ECCESSO DI POTERE. MANIFESTA IRRAGIONEVOLEZZA. DIFETTO DI MOTIVAZIONE.
PER PARTECIPARE AL RICORSO VANNO INVIATI ALLO STUDIO I SEGUENTI DOCUMENTI COMPILATI E SOTTOSCRITTI IN FORMATO PDF
1) Modello privacy;
2) Procura alle liti;
3) Copia documento di riconoscimento;
4) Copia versamento quota di partecipazione al ricorso;
COME INVIARE LA DOCUMENTAZIONE PRESSO LO STUDIO – Annullamento Concorso DSGA Lombardia
I documenti vanno inviati via mail al seguente indirizzo:
avv.domeniconaso@gmail.com
ATTENZIONE: i documenti vanno inviati esclusivamente in formato pdf (cioè vanno scannerizzati i documenti cartacei e trasformati in pdf) ed allegati singolarmente alla mail:
Nel testo della mail vanno indicati i seguenti dati:
Oggetto: Ricorso DSGA Lombardia
Nome ___________ Cognome _______________
Codice fiscale ____________
Mail: ____________________
ENTRO QUANDO SI DEVONO INVIARE I DOCUMENTI ALLO STUDIO?
Le adesioni dovranno pervenire allo scrivente entro e non oltre la data del 10 luglio 2020.
QUANTO COSTA IL RICORSO?
Il costo complessivo di ciascun ricorso collettivo è di euro 300,00 (trecento/00) e copre le spese per la fase giudiziale, sia cautelare che di merito, innanzi al T.A.R. del Lazio.
Per gli iscritti alla UIL Scuola il costo è ridotto ad euro 200,00 (duecento/00).
Si allega:
Roma, 17 giugno 2020
Studio Legale “Naso & Associati”