02 Novembre 2020 Lucia Nolano Maceratini Nota di Domenico Cambareri
<< Sono passati pochi mesi da quando Giulio Maceratini è stato chiamato dal Creatore ad altri, e per noi ignoti, incarichi.
Chi è stato Giulio Maceratini? Per me, non ho esitazione a dirlo: il centro della la mia stessa vita. Un’anima nobile che un giorno mi prese per mano per portarmi verso sentieri da me sconosciuti. Un uomo amato e amabile, sensibile e generoso fino all’inverosimile. Il punto fermo nel mio universo.
Per chi lo conosceva, un’intelligenza acuta, un idealista che non si lasciava sopraffare da nulla.
Sempre coerente con le Sue idee; franco e aperto, con amici ed avversari. Ha lasciato un enorme vuoto nella quotidianità della politica, che Lui sapeva affrontare con coraggio e determinazione. Non si concedeva facilmente e, per questo, era maggiormente apprezzato.
I Suoi pochi amici, che poi tanto pochi non sono (come soleva dire Lui), sono quelli che sono e saranno incaricati di portare avanti le idee di giustizia, di umanità, di equilibrio politico, di amore per la Patria di cui Egli stato il simbolo vivente. Soprattutto i Giovani. E la Patria lo ha pianto e lo piange, ma solo come si può fare con un grande Leader che a Lei ha donato tutto se stesso.
Io l’ho seguito come ho potuto e saputo, con tutto il mio amore ma anche con l’ammirazione e la stima che si debbono a Chi, per tutta la sua esistenza, ha segnato la strada per tanti. Anche per me. Egli era, e resta, uno dei Grandi della nostra Nazione. Questo è stato Giulio Maceratini: Patriota Grande fra i Grandi, sceso nell’agone politico in una buia età. >> * Lucia Nolano Maceratini ringrazia il carissimo e indimenticabile amico di tutti noi, l’artista Leo Valeriano, per esserle stato vicino anche nel momento della scrittura di questo amorevole cammeo della memoria.
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Il 25 luglio scorso, in piena estata, ha cessato di vivere Gulio Maceratini. Molti, tanti estimatori hanno saputo della sua dipartita giorni e settimane dopo.
Il ruolo di promozione politico–culturale di Giulio Maceratini è stato ed è davvero poco percepibile ai più perché egli per sua natura e per suo costume preferì sempre non volere stare al centro della ribalta
o inseguirela, sia pure fra organizzazioni allora numericamente molto ristrette. Egli fu innanzitutto e sempre un Patriota. A questa cifra fondamentale della sua esistenza associò ben maturate convinzioni e scelte difficili che è troppo poco poterle definite controcorrente. In anni in cui in modo irreversibile lo Stato e la società venivano letteralmente e sistematicamente depredati da partiti e sindacati nella prassi quotidiana totalmente sovversivi giacché anteponevano in tutti i modi la demagogia e l’interesse brutale e spicciolo al decantato bene comune o lo facevano pure per realizzare una precisa strategia rivoluzionaria, Giulio si mostrò sempre probo e riservato. Atttento ascoltatore, sagace argomentatore fine intelligenza politica, non demordette mai dalla coerenza intellettuale professata con la scelta ideologica e politica di mirare all’edificazione di uno stato organico, anche davanti alle debolezze e alle miserie esistenziali di altre persone con cui nel corso degli anni si trovò a lavorar,e perseguendo sempre la realizzazione di elementi portanti di questo ideale. Cosa esttemamente difficile da portare avanti, come già lo erano stati gli anni dello scatenamento della violenza delle piazze da parte della sinistra estrema ufficiale e delle frange extraparlamentari che, per due diverse vie, perseguivano lo stesso fine: la conquista del potere e l’instaurazione di un regime comunista. L’azione liminale di contenimaneto di queste generalizzate forme di ultimi assalti alla diligenza portata avanti dal gruppo e dagli amici di comune appartenenza è il dato particlarmente significativo, anche se da tempo continua a essere prospettato secondo la visuale delle lenti deformanti di chi ha gestito e gestisce il potere dell’informazione politica e dei media, oltre che quella degli apparati della polizia politica.
Le grandi svolte politiche dei decenni successivi, che purtroppo ancora per un incrocio e un’interazione caotici e quanto mai dstruttivi fra debolezze o miserie esistenziali e valoriali e trame politiche, giudiziarie e giornalistiche non portarono al raggiungimento degli aspirati obiettivi e semmai tornarono ad avvelenare e inasprire la lotta politica interna, videro Giulio protagonista, more solito, equilibrato e riservato. Egli ha speso su qusto piano, con queste modalità, con questa condotta, la su vita, seguendo l’orientamento dato dalle stelle polari della rettitudine civile e politica, che sacrificarono con ferma e serena coerenza ogni conato di ambizione personale. Personalità e personaggio di squadra, dunque, quale degna espressione di ciò che sottende la concezione dello Stato orgnico nelle sue più corrette, limpide e concrete manifestazioni.
Giulio Maceratini fu l’amico più possimo al poco più anziano Gino Ragno. Gli fu semre vicino, al di li là delle ulteriori e forti amicizie e dei forti legami ideologici che ebbe con altri personaggi, di cui tutti, alla luce del sole, sapevano e sanno, a iniziare da colui che fu elemento principe quale ispiratore e punto di riferimento dell’orizzonte culturale di costoro: Julius Evola. Egli condivise e suportò le iniziative e le lotte intraprese da Gino Ragno. Condivise e supportò soprattutto le scelte europeiste ante litteram, scelte che si espressero con la nascita del primo nazionalismo europeo, con la lotta al totalitarismo sovietico e degli Stati satelliti: condivisione sia ideale sia pratica realizzaa pure attarverso il supporto offerto dai giovani studeni italiani che vivevano e studiavano in Germania e di quelli che agivano qui, in Italia. E’ estremanete doveroso citare, fra i tanti giovani che vi parteciparono nel corso degli anni, Domenico Sesta e Luigi Spina, futuri ingnegneri, che relizzarono il tunnel sotto il muro di Berlino, sotto il “vallo dell’antifascismo“; e poi l’eroina Elena Sciascia e la sua tragica esistenza nelle carceri di Pankow, nel sogno spezzato di aiutare a raggiungere la libertà, e la sua successiva e segnata povera esistenza. Pagine stupende ma anche dolorosissime e drammatiche che vanno fatte conoscere a tutti i giovani e a tutto il popolo italiano e ai popoli europei; pagine più volte presentate su L’Europa della Libertà e apprese e riprese dall’ultimo centro d’irradiazione creato di Gino Ragno: l’Associazione per l’Amicizia Italo-germanica, a Roma e Bonn e Berlino, e con essa il prestigioso Premio Capo Circeo. Pagine delle tante piccole e spesso sconosciute epopee della gioventù europea nei lunghi decenni della guerra fredda. Il Museo Haus am Checkpoint Charlie, Mauermuseum, di Berlino testimonia anche le azioni della gioventù italoeuropea di qugli infausti anni. In questo ambito, Giulio condivise con convinta lungimiranza culturale e intellettuale pure le riflessioni e infine l’elaborazione dell’idea portata avanti da noi, per cui il radicamento e l’irrobustimento del processo unitario europeo non potessero essere conseguiti se non attraverso ulteriori passaggi di crescita della presa di coscienza del comune orizzonte civile, culturale, economico e statuale dei popoli europei e poi ancoa della più grande ecumene panmediterranea.
Dopo la caduta del muro di Berlino e dopo il crollo dell’Unione Sovietica, inimmaginabili energie e prospettive si aprirono, rimescolando completamente i termini della realtà ideologica, politica, diplomatica, strategica, e con tutto ciò ponendo al centro il salto storico dei popoli in questo nuovo processo coinvolti e a ciò interessati e il fatto che ogni cosa si poneva nuovamente in gioco, in un mondo ex abrupto appena germinato. Azzerate le antecedenze delle contrapposizioni e degli esclusivismi ideologici e degli asservimenti a Mosca da un lato e a Washington dall’altro, si poteva dare inizio a questa gigantesca e folgorante intrapresa.
Queste idee, questi processi, questi fatti si colgono verificando con attenzione: dalla metà degli anni ’90, il Premio diventa definitivamente ‘itali-germanico’ entro il contesto europeo; la ricreazione del Premio come Premio Europeo Capo Crceo, cosa già lentamente preparata, avviene nel 2013 con la contemporanea e definitiva affermazione del futuro obiettivo: la creazione di Eufrasia. Ciò ci avrebbe portati, ripetiamo, dopo la dipartita di Gino Ragno, avvenuta nel novembre del 2009, alla ricreazione del Premio come Premio Europeo Capo Crceo, con la contemporanea e definitiva dichiarazione del futuro soggetto politico e statuale dei nostri popoli: Eufrasia, auspicata e ben possibile realtà futura dei nostri nipoti e pronipoti.
Riteniamo superfluo qui ripercorrere i ruoli e le cariche ricoperte da Giulio nell’ambito delle orgnizzazioni di cui fece parte e poi in seno agli organi elettivi istituzionali in qualità di parlamentare e infine di presidente di guppo parlamentare al Senato. Il suo ruolo è stato, come sappiamo, spesso ovattato e perciò ancor più delicato. Così come su quanto qui è stato accennato in riferimento a Assitaliagermania. Desideriamo fare riferimento a una cena paticolarissima, avvenuta al Tevere Remo, in onore dell’insigne storico Enst Nolte, all’indomani della sua lectio magistralis tenuta al Senato della Repubblica su invito del Presidente, Prof. Marcello Pera. Fu una breve visita in Italia, densa di sconce e maldestre speculazioni, fibrillazioni e soprattutto di pericoli. Nel massimo riserbo, il “Capo Circeo” Ersnt Nolte e signora furono accolti da Gino Ragno, con ospiti il Sen. Avv. Giulio Maceratini e signora, il “Capo Circeo”antopologa Prof. Cecilia Gatto Trocchi, il “Capo Circeo” On. Gennaro Malgieri, il Dr. Gen Dr. Carlo Sandurra e signora, chi qui scrive questa noa e signora.
E’ opportuna l’occasione di ricordare che qui scrive aveva già manifestato la sua contrarietà all’utilizzazione del terminre “revisionismo” non già per contestare l’eccezionale importanza delle opere dello storico Nolte e neppure per invalidarne la riconosciuta necessitante fattualità in riferimento al contesto storico in cui Nolte si era trovato e si trovva ancora a lavorare, sibbene in quanto le circostanze, le situazioni dettate dal dovere sottostare a una condizione di libertà di formulazione concettuale fortemente limitata sul piano storico andavano al tempo stesso denunciate a un più generale livello culturale e storico. Ciò sgnificava e significa che l’imperio politico e i suoi corollari e retaggi ideologici e i protocolli e i codici operativi di polizia politica (per volontà eteronoma, ossia dei vincitori della guerra, giacché ogni pretesa di decisione politica interna non poteva che essere in linea di principio e secondo rigore logico del tutto sbalterna e insignificante e al tempo stesso non meno arbitraria e fuorviante) erano i veri soggetti della produzione pseudo storica fino ad allora invalsa, che erano cioé in misura prevalente o piena opere di camuffamento, inganno, disinformazione storica e non già frutto di disincatata ricerca nelle salubri terre della ricerca storica. Pertanto, in termini di rispettosa ricerca storica, fatte le debite e riconosciute eccezioni, si doveva ancora, e si deve ancora inizare a scrivere su quegli anni, liberi da imposti (e spesso condivisi) schemi e precondizioni.
Dolse e duole a tutti noi la grave disavventura di salute occorsa a Giulio, visto che il suo ruolo e la sua opera non poterono avere pieno sviluppo e compimento. Ciò accadde in un momento politico e istituzionale in cui
la sua presenza avrebbe potuto moderare, contemperare, smussare degli atteggimenti imprevidenti e delle situazioni incresciose e problematiche, manifestatisi ai massimi livelli rappresentativi.
Giulio Maceatini, accompagnato dalla moglie Lucia, fu sempre presente alle cerimonie dell’assegnazione del Premio e alle altre più importanti manifestazioni e conferenze, sempre con il massimo riserbo, visto che non volle mai sedere al tavolo della presidenza, essere l’oratore ufficiale o uno dei conferenzieri. Di pari, si schernì e rifiutò di ricevere il “Capo Circeo”. Fino a che il Consiglio Direttivo assunse la decisione straordinaria di assegnarglelo al di fuori della programmazione ufficiale, e glielo consegnò privatamente, a casa sua, alla presenza della moglie. Egli lo ricevette dal Vice Presidente del PECC, Arch. Piero Rocchi, accompagnato dai componenti Domenico Cambareri e Paola Sollenni, dalla segretaria dell’ex Assitaliagermania, Eugeia Dominici e dal sodale Alberto Manganiello.
A Giulio Maceratini vada il perpetuo ricordo e il fraterno abbraccio. – D. C.