23 Dicembre 2020 Enea Franza
La mappatura delle età della popolazione mondiale rimodella per intero la nuova geografia antropica del globo e dei suoi bisogni.
L’ONU promuove il “Decennio delle Nazioni Unite dell’Invecchiamento in Buona Salute”
Tra il 2019 e il 2030, il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni
crescerà del 38%, superando globalmente il numero dei giovani. Questo
cambiamento è destinato ad avere conseguenze rilevanti per la società,
per la famiglia e per gli individui
L’invecchiamento della popolazione non vuol dire necessariamente un
maggior costo per la società per il mantenimento della popolazione più
anziana a carico di invece lavora; molto dipende dalle buone condizioni di
salute delle persone in età avanzata. Se si sta bene, infatti, si sarà in grado
di lavorare più a lungo e si dovranno sostenere meno spese mediche di
quanto si potrebbe prevedere sulla base delle condizioni di salute attuali
degli anziani.
Il miglioramento delle condizioni di salute significa anche che, per quanto
riguarda la capacità produttiva, l’età misurata in anni a partire dalla
nascita non è una costante: in futuro i sessantacinquenni potranno
arrivare ad avere le condizioni di salute che oggi ha un sessantenne, ed in
quest’ottica il concetto di età assumerà un altro significato.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato lo scorso 14
dicembre una risoluzione (la n. A/75/L.47) che proclama il decennio 2021 – 2030 come The United Nations Decade of Healthy Ageing, il “Decennio delle Nazioni Unite dell’Invecchiamento in Buona Salute”. La risoluzione sottolinea come sia necessario prestare maggiore attenzione alle sfide specifiche che interessano le persone anziane e di come sia importante promuovere e proteggere maggiormente i diritti e dignità degli anziani.
Le Nazioni Unite, inoltre, invitano gli Stati Membri a intraprendere e
rafforzare le azioni volte a prevenire, monitorare e contrastare gli effetti
della pandemia di COVID-19 sugli anziani, a limitare i rischi e le difficoltà
che queste persone devono affrontare nell’accedere ai servizi di
assistenza sanitaria e di protezione sociale, e a garantire che le decisioni prese in materia sanitaria rispettino la loro dignità e promuovano i loro
diritti umani, compreso il diritto al godimento del miglior stato di salute
fisica e mentale possibile.
Sulla questione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha da
tempo elaborato un programma di lavoro con opzioni politiche volontarie
e strategie mirate, che prevedono un programma di
monitoraggio delle condizioni di salute ed interventi ad hoc per prevenire le principali cause di malattie in età senile.
Proprio per tale ragione, infatti, competerà all’OMS l’attuazione del
“Decennio dell’Invecchiamento in Buona Salute”, in collaborazione con
altre agenzie e organi ONU.