12 Febbraio 2021 Autore: Enea Franza
Documento sulla Fratellanza umana
Enea Franza, Direttore Dipartimento Scienze Politiche di UniPeace-Roma. Il 21 dicembre 2020, all’unanimità, l’Assemblea generale dell’Onu ha dichiarato il 4 febbraio di ogni anno “Giornata internazionale della Fratellanza Umana” e ha invitato gli Stati membri a “promuovere ulteriormente la cultura della pace” ed i valori della tolleranza, dell’inclusione e della solidarietà.
La dichiarazione, ricordiamo, prende le mosse dal «Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune», che il Vescovo di Roma ed il Grande Imam hanno sottoscritto ed hanno annunciato insieme durante la visita di Papa Francesco negli Emirati appunto il 4 febbraio 2019.
L’ondata di attentati terroristici che ha, infatti, sconvolto l’intero globo non aveva fino a quel momento trovato una risposta ferma da parte delle autorità religiose convolte, alimentando dubbi a conforto dei terroristi su un conflitto mai sopito tra le religioni. Ma il Documento smentisce ogni dubbio.
Pochi mesi dopo è stato istituito l’”Alto Comitato per la Fratellanza umana”, presieduto dal cardinale e presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il comboniano spagnolo Miguel Angel Ayuso Guixot e composto da esponenti religiosi le cui gerarchie condividono i valori che hanno ispirato il Documento, con l’obiettivo di tradurre le aspirazioni sulla Fratellanza Umana in impegni ed azioni concrete, per promuovere la fraternità, la solidarietà, il rispetto e la comprensione reciproca.
Il Documento è un appello per porre fine alle guerre ed una condanna delle piaghe del terrorismo e della violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose. Il principio che ispira il Documento è semplice ed è ben riassunto nelle parole di Bergoglio, ovvero: << …concentrarsi su ciò che è essenziale alla fede di tutte le fedi: adorare Dio e amare il prossimo; la fratellanza, pertanto, “induce ad aprirci al Padre di tutti e a vedere nell’altro un fratello, una sorella, a condividere la vita, a sostenerci reciprocamente, ad amare, a conoscere >>. Dall’ottobre 2020, tale invito è diventato ancora più ineludibile con l’enciclica Fratelli tutti.
Per altro verso, nel testo della risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (documento A / 75 / L.52), si esprime “profonda preoccupazione per gli atti di odio religioso che minano lo spirito di tolleranza e il rispetto per la diversità, soprattutto in un momento in cui il mondo affronta la crisi senza precedenti causata dalla malattia del Coronavirus”.
Si tratta di una crisi che richiede, per la sua la risoluzione, “una risposta globale basata sull’unità, la solidarietà e una rinnovata cooperazione multilaterale”. Questa giornata arriva come proposta concreta dell’Assemblea in risposta al crescente odio religioso, che neanche la crisi pandemica ha scemato.
L’evento virtuale con papa Francesco, lo sceicco Mohammed Bin Zayed, il grande imam Ahmad Al-Tayyeb, il segretario generale Onu António Guterres ha dato un immediato impatto visivo. Ciò dovrebbe aiutare l’impegno della comunità internazionale nel porre fine all’odio religioso e nell’indicare la strada per un concreto dialogo interculturale.