PONTEMES. Oggi a Catania il primo patto ufficiale. Il PECC chiede che ogni istituzione, una per una, si pronunci con un si o un no

22 Aprile 2022 Fonti: La Scilia.it, Premio Capo Circeo

VEDIAMO FINALMENTE, NOME PER NOME, CHI E’ CONTRARIO!!!

L’EUROPA E L’ITALIA NON HANNO ALTRO TEMPO DA SPRECARE CON UNA CLASSE POLITICA DISRUTTIVA DA INTERI DECENNI. VERITA’ INCONTESTABILE.

Il “Capo Circeo” scrive ai Presidenti di Sicilia e Calabria: opera strategica europea bloccata da sempre dai politicanti italiani. Si ha da fare subito. Fare l’appello alla luce del sole in tutta Italia, e sapere chi sono i no e corum populi prenderne le distanze. Sarà una piccola pulizia iniziare dai falsi greenverdi da strapazzo che imperversano nelle segreterie della partitocrazia, che
affumano con gli scarichi delle ciminiere dei traghetti e con gli scarichi dei tir e degli autoveicoli in entrata e in uscita dalle loro stive e con gli incolonnamenti portuali e gli attraversamenti della città di Messina e di Villa San Giovanni. Avviare la ripresa dei lavori quanto prima e inaugurarli non a Messina ma a Mazara del Vallo perché il Pontemes è come se già esistesse davvero e perché bisogna guardare da subito alle future grandi opere infrastrutturali pan-mediterranee di EUFRASIA.

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A Catania, nella sede regionale decentrata, il Presidente Musumeci e Pietro Salini, A.D. del colosso internazionale europeo We Build (ex Salini-Impregilo, gruppo industriale già insignito del PECC) firmano l’accordo sulla realizzazione della grande opera. Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, se ci sei batti un colpo, non da Bergamo, da Milano, da Genova o da Bologna, ma da Catania, da Reggio, da Mazara, da Tunisi, da Otranto.

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«Il Ponte sullo Stretto? Ce lo facciamo da soli»: il patto di Musumeci con Salini

22/04/2021 – 10:54

di Mario Barresi

Oggi a Catania l’ad di WeBuild lancerà la nuova sfida: subito pronti a fare l’opera. Ecco fondi e tempi

«Il Ponte sullo Stretto? Ce lo facciamo da soli»: il patto di Musumeci con Salini

Il Ponte sullo Stretto? «Non è più una questione di soldi, ma se c’è la minima volontà politica possiamo farcelo anche da soli». Oggi, da Catania, partirà un messaggio-shock destinato al resto d’Italia, ma soprattutto al governo nazionale. Una posizione che supera, di fatto, il mancato inserimento dell’opera nei progetti del Recovery e che apre un nuovo scenario.

A lanciare la sfida sarà proprio Pietro Salini, l’Uomo del Ponte: amministratore delegato di WeBuild (ex Salini-Impregilo), capofila del general contractor Eurolink, ma anche protagonista della rinascita dell’ex Morandi. L’evento di oggi, alle 16 al PalaRegione di Catania, è costruito proprio attorno alla presenza di Salini. Che, a quanto apprende La Sicilia, ufficializzerà una disponibilità forte e chiara: «Noi il Ponte siamo in grado di farlo e si può partire anche subito». E, utilizzando il tanto decantato “modello Genova”, c’è anche una stima sui tempi: «Entro massimo quattro anni».

L’altro elemento nuovo è fra le due sponde: le Regioni hanno un’unica strategia. E sono disposte anche a metterci i soldi. Oggi ci sarà, in veste di padrone di casa, Nello Musumeci, in tandem col collega Nino Spirlì (forse in streaming) per rafforzare il concetto: i governatori sostengono la nuova strategie di Salini, con il quale sono in stretto contatto da mesi. Scilla e Cariddi, sul restart del progetto, s’incontrano da mesi.

Gli assessori regionali alle Infrastrutture, Marco Falcone e Domenica Catalfamo, hanno avuto più di un confronto con Salini e i suoi manager per fare il punto sull’aggiornamento delle procedure ….

Il succo è questo: se WeBuild assicura di poter sostenere l’investimento (circa 4 miliardi) della “pura” costruzione del Ponte, restano quasi 2 miliardi di infrastrutture di terra, finanziabili con fondi che, se non dovessero ricevere ad hoc da Ue e Stato, Sicilia e Calabria potrebbero coprire in parte con risorse proprie e soprattutto rivolgendosi al mercato finanziario…

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