11 Maggio 2021 Fonte: Cialde croccanti Autore: Enzo Siviero
Iniziate in grande stile le contromanovre dei contrari, i quali, per non isolarsi e non contraddire alla luce del sole il si, preferiscono le incursioni del falso e dei paralogismi, così da poter dire che vogliono la costruzione del ponte e circuire – circuitare – contrabbandare – e condurre battage politici e pubblicitari all’insegna dell’ottimismo e del già scontato … che in realtà servono allo scopo opposto: sventare con ogni possibile e impossibile manovra dilatoria l’inizio della costruzione delle torri del ponte. – Domenico Cambareri
PONTE SULLO STRETTO, SIVIERO: “HA DECISO LA POLITICA, TRE CAMPATE INFATTIBILI”
«La tecnica piegata alla politica». A dirlo è Enzo Siviero, commentando la relazione della commissione De Micheli sull’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, consegnata ieri dal ministro Enrico Giovannini ai presidenti delle Camere. «Una relazione imbeccata dalla politica, considerato che il risultato finale non tiene conto di tante cose. Soprattutto, del fatto che la soluzione proposta è infattibile», rileva l’esperto di fama internazionale e rettore dell’Università ECampus.
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Siviero, ingegnere e architetto padovano, originario di Vigodarzere, è noto per avere dedicato gran parte della sua carriera alla progettazione di viadotti e ponti, anche all’estero, ottenendo diversi premi e riconoscimenti. Ha, inoltre, insegnato teoria e progetto di ponti all’Università Iuav di Venezia, dove è stato professore ordinario di tecnica delle costruzioni. Nel suo curriculum, ancora, libri e pubblicazioni scientifiche sul cemento armato, sulle strutture, sulla conservazione e progettazione di infrastrutture e grandi strutture.
«Le pile in mare – tuona al telefono – non si possono fare con costi contenuti. La commissione ha analizzato cose già esaminate anni fa. L’ipotesi a tre campate era già stata ritenuta non fattibile per ragioni sismiche», rileva. Riprendendo il parere negativo emesso nel 1990 dai due massimi esperti del tempo di geotecnica e fondazioni in mare, l’americano Robert Whitman e l’olandese Abraham Van Weele, appositamente incaricati. «Ignorano completamente quanto è stato fatto – insiste – non tirano fuori un numero che sia un numero».
Secondo il luminare c’è anche un «conflitto di interessi» da tenere in considerazione: «Anas, Rete ferroviaria italiana e Consiglio superiore dei lavori pubblici hanno già approvato il progetto attualmente esistente. Il fatto che siano cambiati i vertici non significa che possano rivedere il proprio parere». Senza trascurare, a suo dire, anche «dubbi di legittimità su una commissione che si sostituisce agli organi preposti dello Stato».
In una prima riflessione scritta di getto e messa a disposizione di Cialde Croccanti, Siviero fa notare che «da una prima lettura emerge chiaramente che ci siano voluti otto mesi per redigere una relazione che nulla dice più di quello che già si sapeva! Non era di certo necessaria una commissione per dichiarare l’improponibilità delle soluzioni “tunnel”. Già è stato a suo tempo è stato segnalato che nella commissione mancavano inspiegabilmente le componenti di ingegneria strutturale e di urbanista territoriale. Questa carenza emerge chiaramente nell’elaborato finale privo o quasi dei relativi riscontri. Nessun cenno alla componente territoriale già pienamente definita negli strumenti urbanistici dei comuni interessati e sulle relative azioni procedurali da svolgere nel caso si optasse per un nuovo progetto, abbandonando definitivamente quello già approvato, con ripartenza da zero»
Ancora, denuncia, «nessun cenno alla tempistica operativa pur determinante in una analisi comparativa quale era richiesta. Nulla si dice sul fatto che con il progetto attuale si può ripartire immediatamente mentre con il nuovo progetto ci vorranno molti anni. Nessuna valutazione di carattere economico neppure di massima, salvo indicare genericamente che il ponte a tre campate “presumibilmente” costa meno! Il che non sembra corrispondere al vero, in mancanza di uno specifico e necessario approfondimento. Nessun cenno alle opere compensative comprese nel quadro economico del progetto approvato e che valgono un miliardo. Nessuna indicazione sulle ricadute occupazionali immediate e future. Nessun cenno al contenzioso in essere con Eurolink, ai rilevanti costi già sostenuti dallo Stato e di quelli ancora da sostenere, con le palesi pesanti conseguenze di danno erariale».
Insomma, se si trattasse di un esame universitario, il professor Siviero non darebbe nemmeno un misero 18. La sua è una bocciatura su tutta la linea, o quasi, che si basa anche su altri elementi: «Nessun cenno alle problematiche costruttive delle pile in acque profonde con le relative criticità, ciò che nel passato, da parte dei più autorevoli esperti del settore, ha fatto dichiarare “infattibile” questa soluzione», osserva, tornando al parere del 1990 fornito da Whitman e Van Weele. «Queste incertezze – dice – ad oggi non sembrano affatto superate. Siamo, dunque, di fronte alla necessità di una adeguata sperimentazione previ notevoli approfondimenti di studi e ricerche con evidente ulteriore allungamento dei tempi. Nessun cenno – continua – alle motivazioni contenute negli atti ufficiali che hanno indotto a suo tempo a scartare anche il ponte a più campate pur essendo la prima opzione esaminata. Nessun cenno alla elevatissima qualità progettuale del progetto approvato, che non ha eguali al mondo, vanto dell’ingegneria italiana e che il mondo ci sta copiando», aggiunge, confermando quanto testimoniato a Cialde Croccanti dall’ingegnere Alberto Zasso, direttore della galleria del vento del Politecnico di Milano, tra gli autori dell’ipotesi a campata unica, giunta alla fase esecutiva e, quindi, già cantierata.
Siviero lamenta, ancora, che «nulla si dice sull’avanzatissimo monitoraggio ambientale previsto nel progetto approvato. Nulla di dice sul progetto di dettaglio della cantierizzazione che ha risolto molte problematiche locali con l’ulteriore vantaggio di un positivo riuso dei materiali di scavo ai fini del ripascimento di litorali in pericolo. Sorprende che Anas, Rfi e Consiglio superiore dei lavori pubblici, pur rappresentati nella commissione, non abbiano ritenuto di rimarcare le varie approvazioni a suo tempo rilasciate a seguito dell’esame di tutte le opzioni che qui vengono rimesse in discussione. Il progetto approvato è frutto di mezzo secolo di studi e ricerche ciò che lo rende unico nel panorama mondiale».
«Il giudizio finale non può che essere di profonda delusione per un esito alquanto superficiale il cui unico merito sembra quello di aver sancito la necessità dell’attraversamento stabile dello Stretto, ciò che peraltro già era palese da decenni», conclude il luminare, seppure evidenziando una nota positiva: «Le analisi effettuate sono pregevoli e le conclusioni possibilistiche senza pregiudizi sono un ottimo punto di partenza per la discussione parlamentare e le relative valutazioni tecnico economiche, senza dimenticare le implicazioni giuridiche e di responsabilità. È sperabile che si avvii un confronto tecnico e che il presidente Catalano (coordinatore della commissione De Micheli, ndr) dia risposte chiare sui vari punti».