14 Febbraio 2022 Domenico Cambareri
ALETHEIA.
PREZIOSITA’ SOTTO LA POLVERE DEL TEMPO
Silenzio dei versi interrotto dal fresco e pur canuto incipit frammentato della seconda parte del mio poema Viandante sidereo, dopo tanti lustri tacitati dai veleni nel corpo e dalle sue sofferenze; non meno nell’animo, e dell’animo e dell’anima. Quanto pure nelle disperse, altruistiche molteplici battaglie per fenomeni non insignificanti, se non per le stesse vittime, quali dormienti ottusi, nei loro patimenti. Silenzio così interrotto ancora del fecondo aprire delle pagine di un libriccino che subitaneo irradia l’energia che fa librare nuovi versi al mio animo e alle mie labbra. Offro qui le parti iniziali e finali di questa Poesia, in cui non possono che aleggiare simultanee presenze di molteplici spiriti. E’ più che doveroso per me citare, nel contesto della letteratura anglosassone e angloamericana, Ezra Pound, T. S. Eliot e l’autore dell’ ‘età dell’ansia’, accanto a Marianne Moore, e qui fermarmi. Le parole o i versi virgolettari riprendono o riplasmano quelle “5Poesie” contenute nel piccolissimo libro edito dall’artista editoriale Schewiller. 13 e 14 Febbraio 2022. Domenico Cambareri
Poesia
ti prende ti svella
ti sradica
dal cieco evento,
dai ciechi e non ciechi eventi
e scolora il corso dei fenomeni
per intero
“azzardandosi a
professare umiltà”.
Poesia
ti connette sconnette e riconnette
– imprevista istantanea nel tempo e oltre i tempi –
dai e ai corsi degli eventi
quale multiplo multiforme incrocio
dei plurimi tempi,
sentieri non visti e talora visti,
stratificazioni
della memoria
e del ‘sentire’
dei sensi e dei precordi profondi
che tu stesso avverti
di rado, raramente si.
Il libriccino
d’improvviso aperto
dopo tanta vita,
d’improvviso aperto
dopo tanta mia vita,
questo adesso a me dipana.
Il libro
la “comoda utilità
in cui racchiudi il pensiero”
aiuta a fissare
tempo immoto e tempi rappresi
o l’un e o gli altri così andanti o veloci
pur di quando in quando
l’“esatto punto dell’esistenza”
– o “l’oggetto d’arte
quale sublimante ornamento”.
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“Vecchia Tigre” ritta in su la groppa del “sorbon cammello”, “occhi in testa di serpente d’attorno”
e lotte e ludi di babbuini
volteggi gorgheggi chiacchere
di variovario variopinti macai e coidee
e famiglie tutte di psittacttaciformes
e “basilischi piumati” e lucertole alate
figli di draghi
esaltanti numinose opere d’infaticabili nascosti demiurghi
dentro evoluzioni e evoluire di dna
con apparente distratto sguardo
digerisci ancora
metafore simboli ossimori
fra selve e deserti
distaccata e attenta
te ne stai
a scrutare l’orizzonte
pur di mirare
l’apparire repentino
del mirabile.
Distaccata
te ne stai
davanti ad avanzi sociali
evanescenti spume d’élite
senza osteggiare tal fatta in sterile campo
pur di mirare nel saettar dello sguardo
il mirabile
che invisibile ai miei occhi
irradia il tuo profondo giallo
nel dì e nelle tenebre.
Segaligna e salda, coriancea,
scruti
con i tuoi versi
senza pensiero d’acchiappar vaniloqui
e in noncuranza di quanto scorre
ed esclami:
“COSA BUONA E”.
Vecchia non vecchia
poetessa
al tuo spirito oggi parlo
per dirgli:
nella fragranza dei versi
e nella vibrazione dei suoni
t’effondi
e volteggi
per per per
IDEE e altri mondi
su rustiche scansie e regali ripiani
d’ogni contrada
ove fitte coltri giammai
soffocano
le celate speranze
e le NON viste danze di Vidyā
in sembianze
di atomi e pulviscoli.
Oltre ciò che fu la tua anima.
Domenico Cambareri