27 Luglio 2023 Comunicato Eulà
Holodomor e i grandi massacri dell’800 e del ‘900. Scoprire quanto è stato nascosto o irriso e vanificato. Ovunque.
Holodomor, il genocidio per fame perpetrato dall’Unione Sovietica di Stalin contro i contadini ucraini all’inizio degli anni trenta del ‘900. I contadini piccoli proprietari che si opposero al processo d’integrale collettivizzazione furono quasi totalmente sterminati ovunque, con la privazione del cibo o con le deportazioni per i lavori forzati. La piccola parte di essi e degli altri oppositori, cosacchi compresi, sopravvissuta, avrebbe poi combattuta a fianco dei tedeschi duranti la seconda guerra mondiale, contro il regime societico.
Questo piccolo esercito, accompagnato da donne, vecchi e bambini, per una cifra complessiva di circa 500.000 persone, si arrese agli americani a nord di Trieste e Bolzano, in territorio austriaco (annesso al secondo Reich tedesco) e germanico. La vicenda di questi sventurati, raccontata da uno storico inglese già negli anni settanta in un libro, per decenni MAI tradotto nell’Italia berlingueriana dello “strappo elastico” (espressione da me coniata in quegli anni e utilizzata nelle mie analisi di politica estera e militare dell’ultima fase della guerra fredda), attraverso l’accesso agli archivi inglesi, rivela che Churchill e il capo yankee decisero di consegnarli a Stalin, il quale li fece sterminare. Del crimine sovietico, quindi, sono direttamente lucidi corresponsabili i capi dei governi della ‘democrazia’ e della ‘libertà’, ovvero i capibanda politici del liberismo criminale. Il libro conteneva anche fotografie in cui si vedevano i soldati americani che bloccavano i tentativi di suicidio di quei segregati che avrebbero voluto evitare di subire una fine atroce.
L’Holodomor è stato uno dei tanti, spaventosi crimini perpetrati del leninismo e dallo stalinismo nelle terre dell’ex impero zarista. Le vittime complessive ammontano a cifre enormi, per di più ancora difficilmente calcolabili con precisione per la vastità geografica da esplorare e a causa di parte delle documentazioni andate distrutte.
D’altronde, la strada della conquista del potere dei banditi bolscevichi (la quasi totalità dei capi, a iniziare da Lenin, apparteneva alle comunità giudaiche in seno a cui nacque pure il folle sionismo; comunità che pagarono un caro prezzo di sangue fino a Stalin, per quanti non vollero accettare l’ideologia bolscevica) è intrisa da inenarrabili stragi, quasi emblematicamente a iniziare dal sangue del battaglione costituito esclusivamente da donne che si immolò totalmente per cercare di arrestare la conquista dei leninisti del Palazzo d’Inverno a San Pietrogrado, dov’era adunato il governo provvisorio della rivoluzione.
L’ ideologia leninista non è stata altro che una pseudomorfosi (in base alla corretta definizione creata da O. Spengler) della storia delle credenze messianico-millenaristiche giudaiche (e cristiane), germinata in seno alla cultura marginale del positivismo estremista a carattere ateomaterialistico. Cultura nutrita a sua volta, e illuminata dal tardo e etrerodosso heghelismo di ‘sinistra’, dalla reinterpretazione degli economisti classici e dall’esplosione della nuova fase dell’industrializzazione nell’età d’oro dell’imperialismo e del colonialismo e dall’irrompere delle masse operaie nel proscenio socio-politico offerti dalle prospettive di C. Marx. Pseudomorfosi rivelatasi massimamente distruttiva a chiusura della prima lunga fase della storia contemporanea, al pari e certo non da meno dell’eurocentrismo del colonialismo e dei suoi prolungati e diffusi etnocidi e delle rapine delle risorse primarie e vitali delle popolazioni sottomesse.
E’ qui opportuno e non riferimento peregrino, anzi doveroso, precisare che gli storici anglosassoni hanno messo in luce l’enormità del genocidio commesso dai governi della corona inglese durante l’età vittoriana in India. Genocidio che, attraverso la quasi totale sottrazione delle produzioni agricole primarie, consegnò la popolazione indiana a una carestia senza fine, che avrebbe causato la morte di ben ottanta milioni di persone. Dimensioni spaventose, di cui in Europa non abbiamo conoscenza e coscienza alcuna, tranne contenute eccezioni.
Ritorniamo all’Holodomor ucraino e russo. Bene ha fatto l’Unione Eruopea a riconoscerlo fra le celebrazioni del calendario civile. Bene sta facendo l’Italia a chiudere il capitolo del riconoscimento del grande crimine contro i contadini che non accettarono la collettivizzazione e statalizzazione forzate, attraverso la totale abolizione della proprietà privata.
Non bese si agisce, però, volendo contestualizzare le odierne vicende del conflitto fra USA (tramite interposti Stati e popoli europei, e con il primario e diretto coinvolgimento bellico dell’Ucraina) e Russia e collegare questa deriva dell’attualità europea alle vicende della storia del potere comunista in Russia.
Non bene agisce pure il governo russo nel chiedere all’Italia, tramite la voce sel suo ambasciatore, di non riconoscere l’Holodomor come fatto storico di grande rilevanza a causa della crudeltà del crimine e della dimensione del disastro umanitario.
Holodomor e attuale guerra fratricida russo-ucraina al servizio degli scopi della plutocrazia USA sono avvenimenti e contesti del tutto separati e irraffrontabili. Questa operazione di abbinamento ha carattere apertamente demagogico, in ossequio alle direttive del maggiore amico e alleato, sempre che possa essere definito correttamente amico e alleato un partner che utilizza in modo sistematico la politica dell’inganno informativo e dei ricatti taciti e delle ritorsioni terroristiche. La cosa non può che immensamente rattristarci.
Pro Europa, pro Eufrasia.