Pachino fra Brancati e Lauretta e il grigiore odierno che lascia l’amaro amaro in bocca

11 Giugno 2024

Studi Pirandelliani. Pachino, città natale di Vitaliano Brancati, ricorda l’alacre Prof. Lauretta

Il Centro Nazionale di Studi Pirandelliani si trasferisce per una due giorni nel Siracusano per festeggiare i suoi primi cinquant’anni di vita e al contempo per commemorare i cento anni della nascita del suo fondatore, Enzo Lauretta. Lo fa a Pachino, estrema propaggine sudorientale italiana con il contiguo Portopalo di C.P.  Le due località, la prima di fondazione moderna (metà XVIII secolo), servì di raccolta degli abitanti dei borghi e dei fondi e di immigrati siculo-maltesi, del Levante e meridionali, la seconda con ininterrotta continuità storica, ereditano la realtà storica di Pachynus Promontorium (sempre, cfr. in particolare J. Berard, La Magna Grecia,1971, in secoli successivi, riportato anche come Pachynum; in indici e testo di inquadramenti generali, non riportato da M. Finley e A. Toymbee; G. Pugliese Carratelli e collaboratori nella carta della monumentale Sikane, 1985, scrivono solo ‘Pachynos’).

La città, viciniora all’antichissima Modica, in cui nacque l’altro Premio Nobel, Salvatore Quasimodo, fu luogo natio del fondatore del Centro, il defunto Prof. Enzo Lauretta, docente, saggista narratore. Enzo Lauretta, che visse la sua vita professionale, intellettuale e anche politica e sportiva ad Agrigento, non recise mai i suoi rapporti con Pachino, dove tornò a soggiornare con frequenza. Come non li aveva recisi Vitaliano Brancati. Egli, con la sua indefessa attività, ha reso il centro studi sull’opera del Premio Nobel agrigentino un punto di riferimento internazionale ben affermato e riconosciuto da diversi decenni.

Fra i protagonisti delle manifestazioni, vi saranno i volontari del Centro pirandelliano agrigentino, C.N.S.P., guidati dalla Prof. Carmela Pace, la Prof.  Anna Mauceri, alunni, docenti e presidi delle Scuole S. Pellico e P. Calleri, personalità cittadine e il vescovo emerito s.e. Giuseppe Malandrino.

Purtroppo, la città, nonostante l’exploit del turismo nazionale e internazionale a Marzamemi, versa in una cronica, pluridecennale crisi politico-amministrativa e burocratica e di inaccettabile generale inefficienza, tipica e dolorosa espressione delle forme più deteriori e lesive delle dignità civili prodotte dalla quasi incurabile partitocrazia. Non di meno, vive quasi in una condizione di perpetuo squallore culturale, che colpisce per il senso di diffusa inettitudine amministrativa, di colpevole e cinica indifferenza a danno soprattutto dei ragazzi, dei giovani e delle persone adulte che non possono permettersi di accedere autonomamente a percorsi di letture e di approfondimenti di studi. Non parliamo poi della distruzione dello storico palazzo municipale, dei cui beni storici credo non si sappia nulla sulla fine fatta. Non so neppure se furono o saranno avviate delle ricerche.

Eppure, ci sono sodalizi di persone ben motivate che mirano alla protezione dell’ambiente naturale e storico, già molto compromesso, alla protezione e difesa degli animali; e gruppi di docenti e di persone che si dedicano ad altre attività e ricerche positive e lodevoli. Da qualche anno appena, ad esempio, è stato realizzato e stampato il vocabolario del dialetto pachinese, ed ha avviato da poco i suoi programmi la nuova sezione di Italia Nostra.

Purtroppo, però, parlare di giacimenti culturali con acquisizioni di donazioni volontarie (che scandalosamente vengono rifiutate), di polo culturale con pinacoteca, museo, biblioteca comunale organizzata come centro cyberbiblio, centro polifunzionale efficiente e aggiornato, con collezioni di beni librari e sala di ricerca con computer a disposizione di studenti, studiosi e frequentatori, rivisteria (emeroteca) di periodici letterari, storici, scientifici, artistici, da realizzare in appositi spazi dedicati: siti in ottimali aree non trafficate o quantomeno non rumorose… è un qualcosa che va oltre i limiti della grama realtà.

Non dimentichiamo, infine, che Pachino, con i centri viciniori, come Rosolini e Avola, continua a pagare, per la colpevole incapacità politica e di dignità dei suoi rappresentanti quanto dei deputati dell’ARS e nazionali, una condizione di squalificante e ingiusta subalternità e di sistematico depauperamento finanziario dinanzi alla rapacità estrema della città di Noto, i cui giganteschi confini comunali non sono mai stati ridimensionati secondo ragion veduta. E’ come se si continuasse a vivere in un’epoca immersa nella feudalità più spettrale, o come se il tuo vicino di casa, notte dopo notte, venisse a derubarti in casa tua. Tutto questo è un vero squallore, e a nulla serve consolarsi con i film del ‘festival’ che vengono proiettati d’estate nel degrado della piazzetta di Marzamemi, occupata per una non piccola superficie dai tavoli delle attività ristorative.

Ben vengano, dunque, le attività culturali promosse da associazioni e organizzazioni, specie quelle dedicate ai personaggi della storia di questa terra di Sicilia e di tutta l’Italia, atte a spronare interesse, curiosità, entusiasmo di conoscenza e di ricerca. E ad accendere l’ardore della creatività, e a cancellare le immagini balorde e insulse dell’inettitudine intesa come virtù del far finta di fare, e trasformare davvero la città in un luogo di vita gioioso, ricco di effervescenze positive e sano, sano, sano altruismo atto a contrastare le piaghe delle clientele degli emarginati e le cricche degli evasori e di chi ben vive nelle difficoltà dei tanti.

La cultura può e deve continuare a costituire un punto di riferimento valido e non conculcabile, un habitus della condotta quotidiana atto a restringere gli spazi della vita civile a chi si vuole annidare fra le sue pieghe per poi infierire a suon di miserabile, spregevole tornaconto. Habitus atto ad attrarre e a infondere negli amici e nei conoscenti non indifferenza e senso della rassegnazione ma autocoscienza, amor proprio, senso critico e animo reattivo.

********

Opere maggiori di Enzo Lauretta

  • I giorni della vacanza (Milano, Mursia, 1973)
  • La sposa era bellissima (Firenze, Vallecchi, 1984)
  • La piccola spiaggia (Firenze, Vallecchi, 1986)
  • I salmoni del San Lorenzo (Firenze, Vallecchi, 1988)
  • Maddalena (Milano, Rizzoli, 1991)
  • L’ospite inattesa (Firenze, Il Vantaggio Editore, 1994)

Wikipediahttps://it.wikipedia.org › wiki › Enzo_Lauretta

*******

*********

Fra i campanili. Vocabolario di un ‘dialetto’ siciliano. A Pachino una pagina della lingua italiana

07 Luglio 2021 Fonti: La Sicilia, novetv online, Diario 1984, Associazione culturale Vitaliano Brancati Autore: Salvo Sorbello Una genesi fra i dialetti locali che superano di molto i campanili civici e di chiese e monasteri L’interesse per i dialetti locali,…

Read more →

26 SEARCH RESULTS FOR “PACHINO”

Malta – Pachino. Il lembo estremo dell’Italia sud – orientale. Una pagina di storia moderna e contemporanea

28 Luglio 2014 Fonte: Ciao.it Nota di Domenico Cambareri           Gli italiani dell’arcipelago maltese non sono stati ancora in grado di ripristinare l’uso della loro lingua madre, bandita dall’insegnamento dagli sfruttatori inglesi nel 1933. Non sono stati neppure…

Read more →


Turismo e cultura 2018, qualche punto di riferimento

18 Luglio 2018
Pubblicità gratuita
      
Pachino, il borgo storico di Marzamemi.
Al centro, l’isolotto Brancati. Banner di conserve e ristorante Campisi

Read more →