Edilizia e Parlamento, energia e territori. Tettoia bella mia, perché ti odiano tanto?

13 Luglio 2024 Autore: Domenico Cambareri

Energia e ambiente casa. Prossima è la legge su pergolati e verande. E le tettoie?

E’ da mesi che vi è un gran parlare sulla nuova legge sul settore edilizio, che quasi certamente sarà varata con decreto, in favore del risparmio energetico tramite misure aggiuntive mirate.

Nel dare una lettura al testo e a parte degli emendamenti proposti, ci accorgiamo che il tutto riguarda una buona liberalizzazione della realizzazione di pergolati, ossia di strutture durature non invasive e rimovibili adatte, fruibili per una utilizzazione soprattutto primaverile – estiva, e nel corso di giornate o di brevi periodi con ottimo tempo atmosferico durante i restanti periodi dell’anno. Oltre questo, ci sono buone possibilità per le verande su balconi.

Formulata il tal modo, sembra essere prossima però l’approvazione di una legge enormemente lacunosa, mirata soprattutto a soddisfare le esigenze dei produttori di pergolati e di un mercato di clientela molto inferiore rispetto a quello a cui si dovrebbe in effetti rivolgere al fine di soddisfare al meglio le loro ben comprensibili e razionali esigenze ed aspettative.

Non ci vogliono cervelloni di burocrati, architetti, ingegneri e parlamentari per individuare, con una corretta logica di elementare comprensione, che la prima misura atta a realizzare un contenimento dell’azione sia del caldo che del freddo atmosferico sugli ambienti abitati, siano essi civili abitazioni o luoghi di lavoro, è quella di consentire la realizzazione di tettoie.

Solo le tettoie realizzate lungo i lati o lungo l’intero perimetro di un fabbricato consentono di realizzare un risparmio energetico aggiuntivo e duraturo sicuro e di una certa rilevanza, qualora posizionate con diretto ancoraggio alle pareti dell’edificio, giacché con la loro copertura e la loro larghezza massima di m. 3 o 4 stemperano il diretto impatto climatico esterno. Infatti in tal modo riducono l’esposizione al sole e a pioggia e neve, riducono pure il tasso di umidità sulle superfici esterne del manufatto edilizio e sulla pavimentazione interessata. Esse rappresentano una reale, valida risposta ai problemi.

Si dirà che in tal modo si offrono le vie a ulteriori interessati espedienti all’illegalità dilagante, nel caso in specie al fine di aumentare metratura e cubatura ufficiali dei fabbricati grazie a successive sanatorie. A dire il vero, però, non si tratta di accogliere acriticamente l’adagio “fatta la legge, trovato l’inganno”, perché le qualità delle singole leggi variano enormemente in base a quanto le lobby e i parlamentari, consiglieri regionali e altri rappresentanti delle cariche elettive ‘interessati’ riescono a condizionare in modo negativo iter e testo definitivo delle norme approvate.

Perché mai, dunque, se la stesura del testo viene esplicitata in modo cristallino? Perché mai ciò dovrebbe accadere? Basta vincolare la norma davanti al ben prevedibile rischio di future pretese regionalistiche e municipalistiche, ovvero a ‘istanze’ politiche e sociali apparenti e rispondenti al soddisfacimento dei robusti traffici clientelari ed elettorali da sempre esistiti in siffatti ambiti.

L’utilizzazione di pareti mobili esterne di triplo o doppio vetro esterno e di pannelli termoisolanti, il tutto con montaggio e ancoraggio tramite travi e con piastre bullonate, potrebbe aggiungere sia un coefficiente ulteriore d’isolamento delle pareti delle strutture edilizie sia un discreto tasso di vivibilità ulteriore sotto le tettoie non solo nelle stagioni intermedie, così da consentire un ben più rilevante risparmio dei consumi energetici (a maggior ragione, considerando il fatto che la il consumo energetico all’interno delle particelle catastali delle strutture edilizie in estate e in inverno richiederebbe un maggior consumo di energie, derivate in prevalenza ancora da fonti fossili, a causa di questa mancanza di isolamento aggiuntivo fornito da tettoie aperte e chiuse). E’ ovvio che pure l’isolamento del soffitto delle tettoie e l’estesa utilizzazione di tendaggi all’interno delle stesse accrescerebbero l’indice del risparmio energetico complessivo.

Siffatta licenza, autorizzazione edilizia non potrebbe e non può che configurarsi come concessione edilizia definitiva, precisa ed esclusiva, inequivocabile, finalizzata alla riduzione dei consumi energetici prodotti da materie fossili, e alla qualificazione energetica urbanistica ed ambientale tecnologicamente più evoluta e non confliggente con la protezione dell’ambiente e dei vincoli paesaggistici e storici.

Nessun espediente, nessuna pretesa potrebbe venire accampata in seguito da alcuno al fine di far trasformare questa nuova classe catastale speciale in effettiva cubatura della superficie interessata e della costruzione edilizia su di essa realizzata. Per cui, ogni infrazione da parte di questo o quel cittadino che ne ha usufruito verrebbe a comportare la spedita revoca dell’autorizzazione avuta e la rimozione dei manufatti contravvenenti all’ adeguamento edilizio secondo legge. Non dovrebbero profilarsi neppure incrementi di liti confinarie, nel momento in cui la stesura aggiornata del testo di legge venisse ad articolare precise e prioritarie cautele a salvaguardia della quiete e della salute dei confinanti e dei loro diritti in presenza di fattori distonici e confliggenti.

Potendosi installare sulle tettoie i pannelli solari, con questo uso si accrescerebbe ancora di più la superficie complessiva sfruttabile in ogni centro abitato e nella sommatoria generale di questo fattore, come di quello delle prossime vetrature in grado esse stesse di produrre energia dalle fonti primarie naturali.

In riferimento alle tematiche del risparmio energetico, ci ripromettiamo quanto prima di indicare un altro fattore finora non considerato, non indicato anche dai centri di ricerca, non utilizzato industrialmente da nessuno, per quanto ci è dato a conoscere e sapere. Fattore semplicissimo, elementare, che stiamo utilizzando empiricamente con buoni risultati e che potrà rappresentare una piccola ma succulenta prebenda per chi vive con i ‘diritti’ d’inventore, brevetti di fabbrica, marchio.

Nel contesto generale che fa da cornice a questo contenuto, è da sottolineare che gli oneri burocratici dovrebbero essere azzerati totalmente in quanto non solo il fisco introiterà dai processi del mercato cospicui guadagni, ma anche per i due seguenti motivi: consentirebbe al maggior numero possibile di cittadini aventi  queste esigenze o a cui si offrirebbe la possibilità di soddisfare queste nuove esigenze, a buon pro del denominatore comune rappresentato dalle finalità e dagli obiettivi della legge, di accedervi. E verrebbe incontro alle reali esigenze sociali dell’intera popolazione, giacché i balzelli statali, regionali e comunali sono diventati davvero insostenibili per una percentuale elevatissima della popolazione, davvero imprpponibili.

Con ferrea decisione, governo e parlamento dovrebbero ridurli del 30% minimo: le perdite delle casse pubbliche sarebbero recuperate e superate in brevi archi temporali dal forte rilancio di tutte le filiere del mercato edilizio. Inoltre, le detassazioni già in atto dovrebbero essere riportate in fattura – altro strumento di forte stimolo del mercato in tutte, proprio tutte le filiere delle compravendite e produttive -, e non già su scala decennale tramite dichiarazione dei redditi.