27 Ottobre 2024 Fonti: varie, librarie e giornalistiche – Nota di Domenico Cambareri
Più anziano di me di due lustri, preferì Roma a Catania, dove si catapultò nell’agone delle ‘ribellioni’ studentesche e giovanili dapprima apertamente pro-sovietiche e poi anni dopo anche, in modo quasi antagonista, filo-maoiste. Io invece studiai a Catania, per l’assoluto veto di mio padre di farmi frequentare l’università a Roma per paura di farmi accoppare. E a Catania, la città nera d’Italia, subii continui attacchi e agguati dai gruppi dell’ultra sinistra, anche se, a dire il vero, non da quelli di Lotta Continua. In verità, molti anni dopo, venni a sapere di un particolare aneddoto che mi lasciò più che l’amaro in bocca. Un mio amico medico, che non vedevo da più di venti anni, ebbe a raccontarmi che un suo caro amico, che aveva assistito fra le prime fila della folla scalmanata assiepata in tutta la piazza della sede storica dell’Università etnea, la centrale, che gridava a squarciagola i soliti slogan di morte ai fascisti, aveva visto uno studente di Pachino iscritto a giurisprudenza che gridava invece, in prima fila, ‘morte al fascista’, ‘morte a….’ era il tal dei tali, mentre venivo portato in salvo da un pattuglione di fucilieri dell’Arma e condotto alla sede della Questura collocata proprio dietro il Palazzo dell’Università. Ebbene, in quel tale ‘incidente’ della frequente caccia al fascista che subivo, quel tal dei tali era stato non tanto un mio compagnuccio d’infanzia alle elementari, ma un vero fratellino. Per di più, i nostri percorsi si erano subito separati, perché mio padre mi mando a studiare in seconda e in terza media nella storica città di Modica, il primo anno nel collegio dei salesiani; poi frequentai il Liceo scientifico in un altro centro vicino, Rosolini, mentre lui frequentò il Liceo classico a Noto. Poi, all’Università, io mi iscrissi in Filosofia e lui in Giurisprudenza. E mentre io mi trovai ad alloggiare nella sede centrale della Casa dello Studente di Via Oberdan (luogo di due altri ‘incidenti’, uno dei quali davvero gravissimo per il coinvolgimento, nello svolgimento conclusivo, dell’Autorità preposta alla sicurezza pubblica), lui invece in quella di san Paolo. Seppi da comuni amici che era un rivoluzionario comunista oltranzista, il quale aveva ‘scientificamente’ profetizzato il crollo del sistema politico italiano e l’avvento del bolscevismo. Militava in Lotta Continua ed era affezionatissimo a colui che sarebbe stato il mandante principe dell’assassinio del Commissario Calabresi. Ebbene, quel mio fratellino fu fatto poi trasferire dal padre, un avvocato ed esponente del Partito Comunista, nell’Università di una città emiliana. Regione in cui sarebbe ed è rimasto, percorrendo la carriera di magistrato. E, per quel poco che ho appreso dalla stampa, è stato giudice in processi delicatissimi attinenti a gravi fatti di terrorismo ‘nero’. A Catania, credo che iniziò gli studi Adolfo Urso, che a volte veniva nella sede del FUAN in Via Etnea, e che poi si sarebbe trasferito nell’ateneo romano. Io, a Catania, infine, vista l’ininterrotta sequela di minacce e attacchi e persino aperte e farneticanti discriminazioni subite da parte di assistenti universitari, presi la decisione di andare a frequentare, con ‘toccata e fuga’, pernottando una, due notti in albergo ogni volta, gli studi all’Università di Palermo, visto che questi gruppi extraparlamentari erano di un’efficienza informativa di prim’ordine. Lì conobbi appena qualche giovane del FUAN e del MSI, compreso uno che avrebbe fatto, poi seppi, una dolorosa e triste fine, Mangiameli. Ritornando a Giampiero Mughini, come tipi umani mi accorgo che siamo completamente diversi nei tratti psicologici. Cosa che si coglie al netto di ogni superflua possibile messa a fuco chiarificatrice sul fatto che per lui l’egotismo speziato di narcisismo è tratto connaturato specifico della sua espressività. In fin dei conti, è tratto che vuole destare spettacolo brioso e accattivante e che è al tempo stesso culturalmente e psicologicamente inoffensivo e a volte persino simpatico rispetto ai tempi dalla rabbia che furono e non sono più. Estetismo e dandismo fuori da regole, che trova nel vestire e nel parlare del ben meno anziano Alessandro Giuli un’altra forma, leziosa, in cui mi sembra che la scaturigine comune si estrinsechi in forti dissonanze, quali quelle verbali, sanguigne ed eruttive per l’una, con placida, vezzosa flemma per l’altra; quanto, non di meno, nel vestire. Due caratteri e temperamenti lontanissimi dalla mia natura. In ogni caso, l’arrabbiatissimo leninista ritrovato in liberale oggi, ha macinato molta strada ed ha avuto ed ha davvero di che raccontarci, visto che la sua ‘crescita umanistica’ lo ha portato a riflessioni personali importanti ed a nuove elaborazioni ed a nuove prese di posizione i cui contenuti non possono che essere, in tutta onestà, apprezzati. – D.C.
- Titolo del Libro: Controstoria dell’Italia
- Autore: Giampiero Mughini
- Editore: Bompiani
- Collana: Overlook
- Data di Pubblicazione: 2024
- Genere: scienze sociali
- Pagine: 256
- Dimensioni mm: 215 x 0 x 0
- ISBN-10: 8830108413
- ISBN-13: 9788830108417
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