Trump: Trumpzion, l’età dell’oro, la pace, lo sparaballe e mercataro sionista. Attendere l’implosione degli USA non si può. Rifiutare nuovi ricatti. Come, cosa trattare e fare. Ecco gli obiettivi per EUFRASIA.

09 Novembre 2024 Autore: Domenico Cambareri

Trumpzion, l’età dell’oro, la pace: sparaballe e mercataro sionista. Attendere l’implosione degli USA non si può. Rifiutare nuovi ricatti. Come e cosa trattare. Cosa fare. Subito. Ecco gli obiettivi su cui trattare e da raggiungere per EUFRASIA.

Trump, spregevole mercataro sparaballe, si limita a propagandare segnali di fumo. Il Senato e la Camera dei pupazzi in mano ai sionisti e ai loro dollari. Elezione US avvenuta: pochi fiori e tanto letame non organico

Donal di Trump? Una scalmanata feccia di pseudo cristiano evangelico-sionista, che con spudorata euforia palpeggiava ridendo e facendosi riprendere tutto divertito, il posteriore di una donna durante una festa nella sua ‘torre’, con accanto l’ospite di ‘rango’, il famoso orco delle ragazzine, Jeffry Epstein, il quale ostentava un mezzo serioso atteggiamento in grado di camuffare il condiviso sollazzo. L’Espstein provvidenzialmente ‘suicidato’ dalla lorda élite di USAZION.

Tuttavia, la feccia è tornata al potere per sostituire una non minore ma pari feccia. La ragion politica, con l’urgere del piano politico interno, ossia la sua schiacciante vittoria non consente di perdere tempo in chiacchere, soprattutto in merito agli obiettivi prefissati in tema di politica e problematiche morali e sociali interne.

Riteniamo che innanzitutto, per tenere alto il suo indice di credibilità, dovrebbe e dovrà, il mai soldato di leva e di nuovo capo delle forze armate US, dare segnali concreti di contrasto, contrattacco e definitiva svolta normativa contro il dilagare delle marginali ma potenti e foraggiatrici leghe di (LG)BTPQRSTUWZ… e zozzerie di perversioni plurime, di dura lotta al traffico di organi umani e di violenza e sfruttamento dei minori. Non più annunci ma fatti concreti, dunque, compreso l’atteso concreto ma non violento (?) contenimento dell’immigrazione clandestina.

Dovrebbe altresì esperire norme federali a tutela delle libertà di espressione dei docenti, del mondo della cultura, degli attori e dei giornalisti che con non poche difficoltà e rischi possono esprimere dissenso e condanna contro l’ideologia woke, gender e delle transizioni sessuali, vietando subito quelle per i minori di 18 anni e le manifestazioni vomitevoli dei ‘giorni dell’orgoglio’.  

Dovrebbe non di meno esperire norme contro la cospirazione sionista di #USAZION e di #israelebombarda, finalizzata all’esercizio del totale dominio finanziario, sociale e politico interno negli USA, già realizzata in buona misura attraverso il metodico  finanziamento dei rappresentanti dei quattro quinto dei parlamentari di Senato e Camera, e al definitivo annientamento della popolazione indigena della Palestina, attraverso i massacri, le malattie, la fame, l’eradicazione.                                                                          Aspetto questo ultimo molto spinoso e tremendamente rischioso per lui, vista la sua fanatica quanto scellerata, fino ad oggi, politica di aperti condivisione e appoggio alla #cospirazione mondiale sionista e al regime terroristico degli invasori dell’entità criminale di #israelebombarda. Esso è e sarà del tutto legato alla scelta in atto dei suoi più diretti collaboratori, dal segretario di Stato ai componenti del suo consiglio ‘strategico’: quanti sionisti vi saranno? Interi grappoli o forse l’allucinazione di soltanto uno?

Non pensa che NSA, CIA, FBI e le altre agency d’intelligence tirerebbero immensi sospironi di sollievo se alleviasse i loro organici dalla massiccia e determinante presenza nei loro vertici di soggetti sionisti?

In merito alla politica internazionale, poi, cosa intende fare: perseguire, sia pure parzialmente, tramite altre apparentemente diverse linee di condotta, le finalità del truce Biden? Ossia, di assoluto predominio finanziario e bellico planetario, con il ricorso a tutti i possibili strumenti atti a diffondere guerre non dichiarate e destabilizzazioni profonde? In tutto questo, il corredo bisecolare della robustissima e mai a riposo strategia indiretta USA è davvero ricchissimo, spettacolare e molto poco conosciuto nella sua organicità e nell’enorme ventaglio di opzioni operative.

Sui piani finanziario, dei commerci e della produzione, vorrà perseguire la pericolosa e non meno terroristica via dei confronti e trattati esclusivamente bilaterali con le singole nazioni, onde poterle schiacciare per mezzo dei tradizionali strumenti e ricatti dei dazi, embarghi, bandi, sanzioni? Vorrà mantenere in vita il dollaro cartaceo e muovere guerra alla realizzazione di transazioni monetarie concorrenti e non escludenti? Lo stesso dicasi per le esportazioni delle materie energetiche USA?

O andrà platealmente e clamorosamente ad abbracciare i leader dei BRICS?

E con l’Europa, la Russia, l’Asia centrale, il Vicino Oriente e l’Africa mediterranea, oltre all’Africa nera super sfruttata, cosa intenderà fare, in termini più precisi e circostanziati? Subito aperture inaspettate ma … accompagnate da barriere doganali con dazi iperbolici e da ulteriori imposizioni ‘cover’ di acquisti di armi e alta tecnologia made in USA?

A questo punto, riteniamo che mettere maggiore chiarezza in cotanti contesti di vitale importanza per gli altri popoli e qui, più direttamente, per quelli euromediterranei-euroasiatici, sia cosa estremamente urgente: E riteniamo che convenga esporre le nostre valutazioni e i nostri obiettivi – immediati e non – non più dai possibili punti di vista di Trump, ma di quelli dei vitali interessi di questi nostri popoli, che sono stati letteralmente stroncati dalla spietatezza neppure tanto occulta del truce Biden.

In via preliminare, come segno inequivocabile di preciso spartiacque e del rifiuto di ulteriori diktat tecnologici, finanziari, industriali e militari da un lato e subalternità dall’altro, i Paesi europei in seno alla UE e alla NATO e non (Svizzera) dovrebbero interrompere i contratti di acquisizioni del cacciabombardiere F35 – il caccia in un certo preciso senso imposto per condurre le ulteriori spiralizzazioni della guerra ‘per interposti popoli’ contro la Russia. I Paesi europei e le loro forze armate dispongono di ben tre diversi velivoli da caccia (difesa aerea e attacco) fra cui poter scegliere: EFA, Rafale, Gripen, eccezion fatta per i velivoli destinati all’impiego aeronavale, allo stato attuale e dei prossimi anni per le flotte aeronavali di UK, IT, ES, e per l’impiego di ogive nucleari US (DE) e dei tre ‘soci’ di secondo e terzo livello del finanziamento del progetto F35 USA: UK, IT, NL.                            

Gli USA dovrebbero patteggiare ed accettare la svolta in merito a questo ultimo impiego, consentendo l’installazione delle apparecchiature di utilizzo per tale compito a bordo dei velivoli di produzione europea, altrimenti procedere con la ratifica della rinuncia bilaterale a questo compito: cosa che favorirebbe l’accelerazione della denuclearizzazione tattica in Europa e del riavvio del processo pacificatorio con la Russia.

Cofattore preliminare sarebbe il diritto immediato e transitorio dei Paesi europei di EU e NATO di riprendere in via ufficiale i rifornimenti energetici di petrolio e gas russi e di abbattere tutte le sanzioni imposte alla Russia a partire dal 2014, in attesa delle deliberazioni definitive del Consiglio dei capi di Stati e di governo EU, e di conserva della Commissione EU, e dell’assemblea NATO.

Quindi l’Europa e il Regno Unito, sganciati dal post Boris Johnson e dalla sua criminale e folle imposizione del prolungamento della guerra al governo ucraino, raggiungerebbero l’accordo generale con gli USA di Trump su queste condizioni di svolta storica, con il tacito riconoscimento della pianificata aggressione USA alla Russia attraverso la strategia del suo graduale avvolgimento e soffocamento, e della sistematica violazione del Trattato di disarmo OSCE.

Ciò dovrebbe comportare il ritorno allo stato quo ante fra 2005 e 2007 e la fine della cospirazione USA con:

– il rientro della Russia nel G8;                                    – il ripristino del partenariato della Russia con l’Unione Europea e con la NATO;                                                                                                  – il blocco di ogni prevista adesione dell’Ucraina e della Georgia e dei Paesi euroasiatici ex sovietici alla NATO e adozione del loro status di neutralità;                               – la previsione dell’ingresso della Russia nell’Unione Europea fra il 2035 e il 2045, in contemporanea con Ucraina, Turchia, Georgia, altri Paesi mediterranei.

In termini immediati, il Consiglio dei Capi di Stato e di governo dell’UE, #EuropeanCouncil, dovrebbe invitare con urgenza il Presidente Trump e l’organo preposto della NATO a:                                                       – decidere la sterilizzazione immediata dell’avvenuto ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO;                                                           – ritirare le basi NATO/USA di radar e missili antiaerei e antimissili (… e di altro) installate nei Paesi EU dell’Europa orientale a partire dal 2005, in violazione del Trattato OSCE, realizzate per attuazione del piano occulto di aggressione per interposti popoli alla Russia, per perseguirne la disintegrazione;                                                     – ridefinizione parziale del confine fra Russia e Ucraina, lasciando alla sovranità russa la Crimea e le province immediatamente prospicenti.

Questi punti andrebbero accompagnati dal ritiro delle truppe USA e dalla chiusura delle loro basi sul suolo dei Paesi europei e vicino-orientali nella misura del 50% entro i prossimi cinque anni e del 90% entro i prossimi dieci anni. Misure in parallelo accompagnate da parte di Mosca dal ritiro di aerei da bombardamento e di missili superficie-superficie entro un raggio di 300 Km. dalle frontiere e dalla Provincia di Kaliningrad.

Come nuova visione strategica globale convergente sui punti fondamentali, additiamo l’irrinunciabilità di: –  rifondare l’organizzazione del Patto Atlantico, NATO/OTAN, in Organizzazione del Trattato fra America del Nord e EurAsiaMed (futura EUFRASIA) – OTAEAM/AEAMOT, a paritaria garanzia di mercato non liberista di liberi commerci con riconoscimento dei ruoli umanitario e socio-culturale che deve svolgere la non esclusiva capitalizzazione del profitto e del plus da parte dei trust finanziari e dell’imprenditoria, e loro mutua difesa. E profonda revisione dell’orizzonte planetario della sua visione strategica.

Orizzonte planetario esplicitamente inteso come auspicato e sollecitato  insieme di grandi organizzazioni di Nazioni – ad esempio, quella dei Paesi del Sud America, e quella del Nord America (con Messico, USA, Canada), ed EUFRASIA -, che verrebbero ad incontrarsi nel nuovo foro mondiale dei commerci, sostitutivo dell’attuale WTO.

Il cruciale e per noi vitale versante vicino-orientale andrebbe recuperato in via definitiva con la riaffermazione fondamentale e fondativa laica della storia moderna e contemporanea europea – diventata principio ispiratore civile universale -, dell’inalienabile diritto alla libertà all’indipendenze e alla sovranità dei popoli sulle loro proprie terre, in uno con la libertà dei credi e delle pratiche religiose individuali e collettive negli specifici luoghi di culto e, quando autorizzate, in spazi pubblici, sotto l’usbergo e il potere della laicità dello Stato.                                                                                                    Gli USA e la Russia hanno società in cui la prevalenza numerica dei tanti culti cristiani coesiste senza prevaricazione con gli altri culti religiosi, pure risalenti alle più differenti origini. Inoltre, nessuna organizzazione gerarchica religiosa pensa minimamente di potere inficiare il potere sovrano dello Stato imponendo il prevalere di manifestazioni (anche di abbigliamento) aventi carattere chiaramente religioso negli spazi civili più importanti e non, come ad esempio nelle scuole, nelle caserme, nei tribunali, negli uffici. E men che mai pretendere che specifiche pratiche tradizionali intricantesi con l’esercizio delle leggi degli Stati possa cozzare con le norme civili, con porsi alla pari o sovra ordinarsi ad esse.

Cosa, purtroppo, accaduta in modo pernicioso nel Regno Unito e che rischia di attecchire in Italia, a causa di ceti politicanti pseudodemocratici tralignati, disfattisti, nichilisti. La Francia, pur con leggi più lineari e robuste, rischia di naufragare per più ben ramificate e profonde motivazioni. Soprassediamo sui Paesi scandinavi.

Questa indispensabile premessa taglia ogni possibile perdita di tempo nell’essere superfluamente esplicata di più.

Bene. L’entità insediativa di #israelebombarda costituita da nuclei fideistici abramitici in assoluta prevalenza non antichi e delle più diverse origini etniche – tedesche, polacche, russe, ungheresi, kazake, turche, di altri gruppi minori con retroterra storico moderno e di quelli ‘ebraici’ con retroterra storico antico, occidentali e meridionali, oltre al portato minore e tardivo semita, camita, etiope compreso, rappresenta lo sviluppo di una realtà dell’attualità e della storia contemporanea letteralmente mostruosa.  

Sarà cruccio degli storici indagarla a fondo, innanzitutto da parte degli storici delle religioni e di quelli delle attività cospirative e delle ideologie, oltre naturalmente e in modo non meno importante e specifico  quanto interdisciplinare con i primi, di psicologi e di psichiatri, visto che per oltre due secoli, nella pulviscolare quanto reticolare crescita e organizzazionedella macchinazione finalizzata innanzitutto a infiltrare, penetrare con raffinati metodi  e modalità sfuggenti, ingannevoli, subdole tutte le funzioni pubbliche e produttive dei Paesi (specie della Mittleuropa) alle élite, rese non più pregiudizievoli e umanamente e gradevolmente amiche, dei popoli presso cui venivano a stabilirsi e a naturalizzarsi. Ad iniziare dalle professioni e cariche socialmente più importanti e ambite, oltre a quelle commerciali e del prestito. Cosa molto difficile, perché sicuramente nei Paesi latini la documentazione d’archivio si riferisce in misura del tutto prevalente alle comunità abramitiche, pressocché indigene, presenti da tempo, mentre nei Paesi germanici e slavi, centri primari di diffusione, una larga parta sarà andata distrutta dagli eventi bellici e tesaurizzata dalle organizzazioni pseudo ‘ebraiche’.

Mostruosa e dai risvolti apocalittici e messianco-esclusivisti, a questa ‘cultura’ congeniale.

In tutto ciò, si ritiene che l’aspetto cruciale sia quello del riuscire a comprendere la forza, la volontà, la perseveranza inesauribili che gli abramiti giudei di queste diffusioni hanno alimentato con il loro invasamento.

Ad onta, via via nel corso dei più che quindici decenni di scoperte archeologiche, gli studiosi hanno scoperto. Mentre rimangono alla ricerca di quel tal Abramo spostatosi dalle steppe e dai monti dell’Assiria attraverso Tauro e Antitauro nella ‘predestinata’ ma sfortunata Palestina, allora ancora Canaan. L’Abramo che tuttora non figura in alcuna lista reale assira o babilonese, culture da cui, oltre quella iraniana, hittita, fenicia ed egizia si è sviluppata quella recettiva della piccola terra di Canaan, terra di passaggio obbligata per eserciti e commerci.

L’infiltrazione e la susseguente lunga manipolazione di questi giudei euroasiatici che, per semplicità ma correttezza di comunicazione individuiamo come di primaria origine kazaka (dove erano e sono rimasti comunque una minoranza davvero piccola), è avvenuta poi con grandi exploit demografici (rapportati ai contenuti numeri originari) nell’impero asburgico e in quello zarista e nei regni e principati tedeschi, e, dall’altra sponda dell’Atlantico, negli USA, forse con ben più veloci affermazioni di diffusioni cronologiche e di organizzazione.                                                                                                                           Tutto questo ha fatto sì che già agli inizi del ‘900 che gli abramiti sionisti costituissero una potente forza ben approntata, anche con l’apporto delle coinvolte comunità mediterranee di ascendenza semita, tale da essere in grado di pianificare, ordire il proprio piano probabilmente di facciata, ancora oggi ufficialmente ‘laico’, se non ‘laicista’ , e di ottenere dal competente ministro degli esteri del Regno Unito, Lord Balfour, nel 1917, la promessa di potere fruire di un ‘focolare domestico’ in terra palestinese, alla vigilia del disfacimento dell’impero ottomano. Tale promessa di un ‘focolare’ è stata dilatata e ricreata dalla fantasia come se avesse parlato il suo Dio.

Nucleo centrale fideistico e ‘razionale’ totalmente incosciente (?), scellerato, criminale in tale contesto era ed è rimasto, grazie all’assenza e alla sempre respinta o mai cercata esigenza di storicizzazione degli eventi antichi raccontati dall’estrosa, bizzara, immaginaria, da altri riportata o da rabbi e profeti inventa, creata e spesso malata miscellanea biblica, il fatto dell’affermazione dell’asse cosmico fra Dio e Abramo. Dio attribuì, in perpetuo o ab aeterno ad Abramo una terra non sua, in cui viveva altra gente. (distinzioni concettuali impossibili da poter sostenere anche oggi, visto che i soggetti le sconoscevano, come affermavano la mortalità dell’uomo e una sua indiretta sopravvivenza attraverso l’asse genealogico, carnale, non certo spirituale) e quindi ai suoi discendenti e seguaci: la terra di Canaan. Esplicazione immediata: è nostra (ma chi sono questi che dicono oggi ‘nostra’?), nostra, nessun altro popolo lì esiste, e se vi è, deve andarsene subito come occupante illegale o altrimenti lo sterminiamo. Neppure a future costole di fedeli della Bibbia.

Cosa, questa ultima, che questi raccogliticci e folli, pazzi invasati della ‘portentosa’ violenza divina, che sono un popolo inventato solo dalla loro cancerosa malattia, stanno consumando con programmata e lenta ferocia.

Sappiamo tutti che non potrà mai esistere nella realtà la sciocca barzelletta dei ‘due popoli, due Stati’ a cui abbiamo prestato scioccamente ‘fede’ per decenni, ancor più alla luce di quanto qui indicato. E sappiamo pure che la sciocca e truce mezza verità dei sei milioni di morti incollata con la barzelletta del ‘mai più’ rappresenta un’altra terrificante pièce della psicologia delle folle sionista con i suoi intenti di tragediografia subdola, ipnotica e  schiavizzante sempre in ribalta, nel cui perfido gioco i dati cronologici vengono capovolti, giacché il massacro perpetrato in campi nazisti di ‘ebrei’ (termine generalizzante quantomai erroneo) riguardò ben il 30% di vittime in meno e, soprattutto, vittime in non poca parte forse neppure sioniste. Perché qui questa importante precisazione? Perché i vampiri sionisti bevevano metaforicamente il sangue delle vittime: “sei milioni in un piatto d’argento” non fu errore di comunicazione del loro capo, ma chiarissima espressione di soddisfazione del risultato raggiunto ai fini della campagna di speculazione e di… profitto.                                   E perché fu il risultato della dissennata campagna pluriennale sionista in Nord Europa di volersi proclamare ufficialmente non parte della loro nazionalità: il maledetto e foriero di diabolica irriconoscenza, morte e odio, ancora frutto dell’invasamento fideistico dei ‘prediletti, “Noi siamo un altro popolo”. Fermiamoci qui. Altrimenti, molti lettori avranno bisogno di apporto energetico, e al ribaldo, gran casinista e inaffidabile politicante Donald schizzeranno le arterie.

Oramai, la potenza planetarie statunitense, che rischia l’implosione interna (che, senza ricorso ad alcun oracolo, avverrà entro tre decenni), con il volere schiacciare interi popoli per imporre la sua violenta egemonia tramite questa di fatto entità esterna quale è #israelebombarda dalla rivoluzione kissingeriana degli anni ’70 in poi, non può continuare il dominare incontrastata il mondo, anche se negli ultimi quattro anni ha piegato i Paesi europei e il codazzo degli altri piccoli scherani sparsi nel mondo che segretamente e amichevolmente spadroneggia.

E’ ‘cosa buona e giusta’ che l’evangelico sionista ne prenda atto e che, così come pazzamente aveva fatto trasferire l’ambasciata USA a Gerusalemme, con molta tardiva saggezza imbocchi quanto prima la strada dell’età dell’oro a pro di questa quarta parte del globo, e che:                      – consegni armi NBCR e elettromagnetiche e i vettori di #israelebombarda #grandecrimine all’ONU;                               – proceda, sotto diretto controllo dell’ONU e su sua autorizzazione preventiva su quali armi e materiali, alla consegna degli strumenti e attrezzature belliche ai legittimi rappresentanti del Popolo Palestinese, procedendo alla consegna dell’ulteriore armamentario, sempre sotto mandato e controllo diretto dell’ONU, ai governi di Libano, Siria, Giordania, Iraq, Egitto, Iran, quali parziali ricompense dei danni lungamente subiti;                                                                     – faccia rientrare nelle loro Nazioni d’origine gli invasori, previo accordo con i governi interessati, e in casi diversi li immigri negli USA, e  consegni tutti gli attori sionisti US e di #israelebombarda e i singoli invasori colpevoli di violenze e assassinii al Tribunale Penale Internazionale;                                                                                        – riconosca, in uno con la cessazione dell’entità criminale di #israelebombarda, come prima cosa sin da subito l’esistenza dello Stato e della Nazione della #Palestina;                                                                                                        – riconosca che siano i rappresentanti del Popolo palestinese a consentire a quali ‘ebrei’ permettere di continuare a risiedere nella terra di Palestina e potere ottenere questa nazionalità.

  • Riconosca ancora la laicità di questo prossimo Stato e Nazione palestinese, in cui tanto la maggioranza musulmana nelle sue diverse componenti quanto le chiese cristiane e le comunità israelitiche e quelle di altri culti abbiano libertà di culto;

– riconosca il diritto dello Stato della Palestina di potere accedere sia all’Unione europea che alla successiva futura organizzazione afroeuroasiatica, EUFRASIA.

Ci esimiamo dall’affrontare qui i problemi inerenti agli altri orizzonti del mondo che il Trump dell’anglosfera dovrà dirimere. Ci limitiamo a dire che se l’opulenza edonistica e perniciosa del consumismo statunitense non imboccherà nuove strade atte a ridurre in maniera drastica lo sfruttamento dei mercati e dei popoli dell’America centrale e meridionale e degli altri popoli, e a ridurre in maniera non meno drastica l’impatto distruttivo dell’inquinamento, si troverà con le mutande a terra prima della fine del mandato presidenziale.

Cosa gli raccomandiamo, infine? Di pensare che, se non darà avvio al ripensamento e al riposizionamento strategico nel Pacifico, rinunciando allo storico vantaggio di enorme proiezione di potenza fin qui goduto, gli USA avranno in un futuro non molto lontano un’immensa coalizione di Paesi avversari, compresi i suoi attuali alleati e semi-alleati. Non sarà solo la Cina a coalizzarli. A cosa ci riferiamo? Al ritiro dalla conquista coloniale dell’arcipelago delle Hawaii, ridicolmente camuffato come nascita di una nuova stella della Repubblica federale. E non solo.