03 Ottobre 2008
Domenico Cambareri
(Fonte: Parvapolis)
Scuola, immediate correzioni alle proposte dei
Ministri di Berlusconi
Le dichiarazioni rilasciate ieri da Silvio Berlusconi in merito al processo di adeguamento fisiologico e strutturale della Scuola italiana, e quindi relativamente agli organici e alle retribuzioni dei docenti e dei non docenti non possono non essere da me condivisi. Sono cose che dico e su cui scrivo da oltre venti anni. Non può che farmi immenso piacere, dunque, vedere che mi si dà ragione su tutto o quasi, o che addirittura i suoi ministri “copino” le mie idee, anni e anni dopo. Ma al contempo distorcendole e piegandole a logiche ritrite e puramente apparenti. Con ciò intendo riferirmi a Giulio Tremonti e a quel Brunetta di cui già chiesi la testa, da queste colonne, qualche anno addietro. Mi preoccupa piuttosto non poco l’impostazione “programmatica” data dai suoi ministri. Infatti, Silvio Berlusconi parla delle somme che andranno a rimpolpare i normali stanziamenti di bilancio per le retribuzioni del personale e dice che esse a partire dal 2012 contribuiranno a migliorare gli stipendi dei più meritevoli con cifre sino a 7000 euro annui procapite. Da ciò discende che tutta una serie di metodi e criteri attuativi dovranno essere realizzati al fine di determinare chi sono i più meritevoli da gratificare. Tutto questo non è giusto, non è politicamente “meritevole”, non è moralmente accettabile, non è professionalmente recepibile da parte dei docenti, ad iniziare da quelli delle superiori. Tutto ciò è in conclusione completamente sconclusionato, sembra anzi di essere tornati alle logiche qualificanti e appartenenti agli anni di Berlinguer, da cui i migliori che sarebbero “usciti” sarebbero stati i sindacalizzati, i soliti furbi, gli amichetti dell’apparato burocratico, insomma innanzitutto i parassiti. E lo scrive chi, andando a rivedere le posizioni personali fra me e i citati signori, ha sicuramente dimostrato capacità di retta valutazione “anzitempo”. Caro Silvio, al momento parlare di più meritevoli è un mero flatus vocis, te lo dice chi ha lottato per la “meritocrazia” in tempi e modi assolutamente non sospetti. Non voglio qui darti una ricetta dai contenuti prescrittivi, ma scherzando o meno, quasi sì. Considerazioni, idee, indicazioni che andrebbero attuate subito e che non devono aspettare ancora altri venti anni per essere riconosciute valide da altri attardati ministri. Partendo dall’ormai riconosciuto presupposto della nequizie e dallo sfruttamento subito innanzitutto dai docenti delle superiori e delle medie, e, in ordine temporale e di “corretto” organico dai docenti delle elementari pre-riforma. Considerando il massimo della nequizie quanto si abbatté sulle loro teste con il nefasto accordo generale del lavoro del 1993; considerato che i giovani docenti e i poco più che giovani docenti di allora sono stati sfruttati sino all’osso, e che allora si abolirono totalmente le anzianità di carriera….. per gratificare i più attivi, le ulteriori attivi di lavoro e di insegnamento non frontale, i mille luccichii e le estroverse funzioni create istigando letteralmente i docenti ad abbandonare la lezione “frontale” cioè l’insegnamento in aula nel normale orario di lezione (lo ricordino i Tremonti, gli Alesina, Iapino, Giavazzi, i club de “La Voce.it”, il gridarolo un po’ stagionale e stagionato Brunetta, veri miei attardati allievi comodamente assisi nei loro scranni universitari!) e che sono prossimi alla pensione, sarebbe il più umile e doveroso atto di riconoscimento dei propri errori da parte del governo italiano attribuire loro gli incrementi economici con effetto immediato a partire dal 2008. Inoltre, Giulio Tremonti dovrebbe riscrivere con sollecitudine quelle parti del bilancio triennale e di quello annuale dello Stato relative ai risparmi e alle economie di spesa dell’Istruzione capovolgendo almeno sino al 2015 (nell’ulteriore sviluppo dei bilanci dello Stato) le cifre da recuperare e quelle da reinvestire sul personale docente: il 60% e il 40%. Infine, ritornare a dire a chiarissime lettere che l’attività centrale e quasi esclusiva (al di là dei mille e mille complementi) della funzione docente è quella della lezione frontale in aula. Mi riservo di scrivere a Silvio, ai ministri e agli economisti e sociologi qui citati dell’altro, mentre spero che essi si rileggano nel frattempo quanto ho avuto motivo di dir su questa materia. Il tempo corre, e corre fin troppo veloce. Che delle giuste scelte non le tramutino ancora una volta in fregnacce.