24 Novembre 2011
riproposto il 02 Dicembre 2011
Domenico Cambareri
Monti, i ministri e i percorsi obbligati dalle condizioni reali del Paese
Senza equità, legalità e trasparenza, rigore e ripresa diventano strumenti pericolosi e non più obiettivi nazionali
Un rigore e un rilancio della crescita ottenuti con strumenti normativi non equilibrati, squilibrati, clientelari non sarebbero altro che il risultato di una ulteriore pessima legalità, una ”contro legalità” – I ministri che appartengono alla casta dei cosiddetti burosauri o grand commis dovrebbero avere estremo scrupolo per la delicatezza della cosa e per l’atteggiamento di coerente e trasparente alto profilo civile a cui sono stati chiamati in via così eccezionale – Con Monti finirà lo scandalo delle ruberie della Sanità pubblica e del disconoscimento delle malattie rare?
Torniamo ancora a scrivere sul governo e su qualche aspetto relativo alle schiaccianti responsabilità che gli gravano sulle spalle. Non per stare con il fiato dietro la nuca ai ministri. Non per dettare loro il programma. Ma per sottolineare cose già espressamente indicate e per sottolinearne delle altre. E per dire che il programma a Monti e ai suoi ministri glielo dettano per l’appunto le motivazioni stesse che stanno a cagione della nascita di questo esecutivo e dei dati ufficiali quasi tutti di dominio pubblico (altri no). Dati relativi al linciaggio morale, normativo, economico a cui sono stati sottoposti tantissimi italiani per decenni dal parlamento partitocratico con il “legiferare” in maniera platealmente iniqua.
Soprattutto e innanzitutto torniamo a dire che al primo posto deve stare l’equità, perché senza la sua priorità quale condicio sine qua non il rigore e lo sviluppo risulterebbero il frutto di soluzioni distorte praticate a monte e ciò incrinerebbe e comprometterebbe ancora di più la coesione sociale. Esse anzi potrebbero essere il frutto dannoso di ulteriori iniquità.
E’ perciò chiaro come essa, l’equità, adesso implichi più che mai la legalità. Un rigore e un rilancio della crescita ottenuti con strumenti normativi non equilibrati, squilibrati, clientelari non sarebbero altro che il risultato di una ulteriore pessima legalità, una ”contro legalità”, un’illegalità bella e buona resa legale come tante volte è accaduto prima, nella storia del teatro della politica dell’assurdo in Italia. Legale illegalità con cui per l’ennesima volta i grandi evasori, i grandi esportatori di capitali, i maestri esperti in elusione sarebbero coperti, garantiti, gratificati come intoccabili. E’ quindi necessario che Monti dimostri con i fatti che questa gente non è al di fuori e al di sopra delle “buone leggi” fatte dal Parlamento, su diretta richiesta del suo esecutivo, e dai controlli esercitati dal governo e degli apparati dello Stato che sono al suo servizio.
Il governo dovrebbe rendere quanto prima noti con appositi “quaderni” i dati di terribile disarmonia, squilibrio dell’Italia degli ultimi decenni rispetto alla sua storia nazionale, a partire dalla fiumana dello scadimento di fine assi sessanta e del ’68 sindacale … e dal famigerato accordo del 1973 … ad oggi e nella comparazione con le maggiori o più avanzate nazioni dell’Unione Europea. Sono dati di cui sono in possesso i ministeri dell’Istruzione (oggi Miur e mai ancora della “Cultura nazionale”, del Tesoro (oggi Mef), del Lavoro e da parte dell’Istat, del Censis e di altri centri di ricerca statistica quali il club de La Voce.it, e dei centri statistici dell’Unione Europea, dell’Ocse, ecc … Se lo farà, allora i dati dovranno essere raffrontati in maniera disaggregata, categoria per categoria e non in blocco ministero per ministero o settore per settore, con quelli di Regno Unito (Inghilterra e Scozia), Francia, Germania, Olanda, Spagna e perfino il piccolo Lussemburgo. E anche con quelli degli Stati Uniti. La comparazione deve essere fatta secondo i vari criteri statistici accreditati atti a definire a 360° la fondatezza delle stesse comparazioni e a far risultare in maniera oggettiva le forbici retributive esistenti tra le giungle selvagge degli stipendi e delle gratificazioni nascoste e degli scandali italiani e le retribuzioni straniere. Ineliminabile deve essere la comparazione da fare tra gli attuali inquadramenti e le relative progressioni e quelli della vecchia e troppo valida legge sui parametri.
Attenzione e cura particolari i ministri dovrebbero dimostrare, prima e durante le decisioni a cui saranno chiamati in questa delicata materia in questi giorni, ad adempiere al loro dovere senza coprire gli interessi micro categoriali dei ruoli di loro appartenenza (o ex, se in quiescenza). Il riferimento è chiaro per chi ha svolto funzioni altamente dirigenziali, appartenendo alla casta dei cosiddetti burosauri o grand commis. Il loro scrupolo dovrebbe essere estremo per la delicatezza della cosa e per l’atteggiamento di coerente e trasparente alto profilo civile a cui sono stati chiamati in via così eccezionale.
Ulteriore e non meno importante decisione, a buon pro della trasparenza dell’informazione, è quella che il nuovo governo dovrebbe prendere quanto prima per rendere noti i bilanci dello Stato depurati dalle allarmanti distorsioni e camuffamenti operati nel corso degli anni a partire dalla riforma D’Alema – Bassanini, che in questi ultimi anni, con la scusa del federalismo fiscale ha assunto proporzioni incontenibili. Traduciamo ciò nei seguenti termini: a fronte delle contrazioni retributive avvenute nel settore del pubblico impiego, che in termini di valore monetario costante sono state vistose per molti settori, si è assistito ad una crescita in valore assoluto e in percentuali annuali della spesa del settore pubblico rilevantissima. Sappiamo che le enormi risorse dilapidate dai governi sono servite per attuare le varie tappe del federalismo e di ciò che esso ha comportato: la nascita elefantiaca di nuovi apparati burocratici e aziende a capitale pubblico (degli enti locali, in misura maggioritaria regionali) che godono di elevate retribuzioni. All’interno della struttura pubblica statale e allargata, ciò ha comportato la crescita del numero dei posti della dirigenza e dell’alta dirigenza (anche nel settore militare e delle forze di polizia che non sono risultate indenni da questa moltiplicazione “regionalistica” immotivata di posti, gradi e stipendi) e l’addensamento in questa fascia di una quantità esorbitante di persone super pagate. Oltre a rendere noti questi dati – ed è uno dei suoi inevadibili doveri – il governo Monti dovrebbe rendere noto quali misure urgenti adotterà con decreto per stroncare questa sclerosi della ruberia partitocratico – federalistica e riportare entro margini fisiologici compatibili con le risorse quasi inesistenti e, soprattutto, con le oggettive esigenze di funzionalità delle strutture burocratiche e/o produttive (pensiamo alle venti mini Anas regionali e alla somma spaventosa dei loro costi!) l’esistenza di queste schiaccianti sovrastrutture. E’ certo che su tutto questo aspettiamo con attenzione di conoscere anche l’opinione della super clientelare lega dei ringhiosi lumbardotti inventori di favole che offendono la storia dei loro padri e dei loro campanili e dell’Italia tutta non meno dei noti disossatori di lungo corso del benessere e della salute del nostro Paese.
Infine, è da chiedere al ministro della salute, Renato Balduzzi, cosa chiederà di fare approvare al governo con urgenza per fare cambiare il quadro desolante, immorale, scandaloso, canagliesco che riguarda il disconoscimento delle cure ai cittadini affetti da malattie rare. E cosa fare per imporre ai vertici MEDICI dei bruosauri della salute per far cambiare registro, procedure e protocolli affinché non si possano può sentire le bestemmie per le quali un ammalato tale non è in senso pieno finché non si conosce la natura della malattia, e, quindi, egli non può usufruire in parte o del tutto delle analisi e delle cure. Cioè finché la “nosologia italiana”, cioè del Ministero cioè dell’assoluta autoreferenzialità, indipendentemente da quelle di tutte le altre nazioni, dell’Unione Europea e dell’OMS. E’ il caso eclatante di qualche anno addietro dei due cuginetti del bresciano, è il caso degli ammalati di MCS, è il caso di tante altre malattie rare, considerate men che orfane dal parlamento e dai vertici di una classe medica su cui ci sarebbe da ridire senza fine. Tutto ciò è inqualificabile, soprattutto alla luce di quanto la sanità pubblica divora in inefficienze e ruberie.
Governo: baby pensioni, equità, legalità & riforme costituzionali. Le spine di Monti20 novembre 2011
20 Novembre 2011 Domenico Cambareri All’ombra della civiltà del Lavoro Le
Note per Monti e il suo esecutivo, con al primo posto l’equità19 novembre 2011
19 Novembre 2011 Domenico Cambareri Note per il programma dell’esecutivo
Governo. Il tonfo è arrivato e c’è poco da stare allegri, senza patrimoniale
9novembre 2011
09 Novembre 2011 Domenico Cambareri Silvio gradasso e spergiuro, il primo traditore sei tu Le urlanti scimmie amerikane fautrici di tanti
Berlusconi, Bersani, Casini, Fini e il fincasotto senza fine28 ottobre 2011B
27 Ottobre 2011 Domenico Cambareri Sciacallaggio politico e assenza di governo del Paese Fini litiga con la sua stessa ombra – Tosare le
Berlusconi va in pensione ai Caraibi? Le valigie sono pronte?28 ottobre 2011
25 Ottobre 2011 Domenico Cambareri La fine dei governi dell’incredibile iniziati con il raggiro di una “destra” che purtroppo si rivela per