16 Febbraio 2012
riproposto il 21 Febbraio 2012
Enea Franza
Un’Unione Europea che non è in grado di ingaggiare una battaglia contro il ricatto dei “rating” potrebbe autodistruggersi
La linea di estrema intransigenza all’interno dell’UE a che cosa potrebbe condurre?
Angela Merkel sbaglia obiettivo nel continuare ad esporre la Germania da un lato e i Paesi deboli dall’altro a condizioni di grave logoramento all’interno dell’UE. Si potrebbero non capire più le ragioni di ciascuno e le ragioni di tutti, a vantaggio ancora di più degli speculatori della finanza – Non dimentichiamo che gli analisti finanziari prendono molto delle loro informazioni dalla grande stampa, magari economica, ma non solo. Normalmente non vivono nel Paese ed il più delle volte non approfondiscono. Non hanno tempo. L’effetto “gregge” è inevitabile! – L’Unione Europea ha bisogno più che mai in questo momento di coesione e di adeguare le misure alle possibilità reali di ciascuno: ogni singola sconfitta sarebbe la sconfitta di tutti e soprattutto dell’export e della “locomotiva” germanici necessari a tutti e non solo ai tedeschi. La Merkel non può porre a rischio i livelli di crescita e di export tedeschi e deve preservare la coesione intraeuropea. In ogni caso, tutto ciò costituirebbe un ulteriore rafforzamento dell’impunità internazionale del detestabilissimo potere delle agenzie di rating di valutare e al tempo stesso “consigliare” e sfruttare le finanze degli Stati – I downgrading e l’addizionale dei circoli viziosi del rating: un declassamento comporta l’ulteriore declassamento per avere avuto il declassamento. Logica apparentemente sopraffine ma pazzesca degli “outlook” impudici degli spremitori di Stati e di popoli.