Mindfuck. Economia, politica e giustizia. Ecco come si combatte l’evasione fiscale in modo aberrante

09 Settembre 2012

Mino Mini

TIPOLOGIA DEL PARASSITA E CACCE BALZANE

<<Chi vive a spese degli altri danneggia tutti.>> E intanto, dell’accordo con la Svizzera nulla si è concluso. E neppure se ne parla!

100 o 1000 euro di evasione al posto di dieci o cento milioni o mille milioni, a chi fa dare in Italia il governo la caccia? La risposta è scontata. – Più è grande la dimensione dell’evasione e dell’elusione, più gli attori risultano intoccabili. – Di recente, la Guardia di Finanza ha condotto operazioni brillanti che dimostrano che si potrebbe agire perseguendo linee e obiettivi differenti, ottimali, atti ad individuare e colpire in maniera efficace questo fenomeno di destabilizzazione delle finanze e del bilancio Stato e degli equilibri sociali e di giustizia. – Quale e quanto è ampio e profondo il grado di collusione / commistione di personaggi, categorie, istituzioni? – Di cosa si tratta? di arti funambolesche con cui si raggira la pubblica opinione per nascondere la grande evsasione. Eppure è da mesi che perfino Confindustria chiede al governo di assumere iniziative di diversa natura.

 

L’Agenzia delle entrate, con il suo spot sull’evasione fiscale, sta mettendo in atto un colpo di Mindfuck (fottere la mente, in senso letterale) per condizionare l’ingenuo telespettatore ad individuare nell’evasore fiscale – definito parassita della società – il responsabile della crisi che ci affligge e della persecuzione che Equitalia è “costretta” a praticare ai contribuenti per tentare di scovarlo.
E pazienza se non sempre (quasi mai) ci riesce e massacra chi dimentica di richiedere lo scontrino al bar, chi compie un errore formale nella denuncia dei redditi o se induce al suicidio chi non resiste alla sua persecuzione per un’omissione involontaria. E che dire della ganascia fiscale che mette all’asta – spesso truccata – un bene come la casa senza che sia accertato chi ha torto o ragione tra Equitalia e contribuente.
Servendosi della televisione, il più potente strumento di persuasione occulta esistente atto a condizionare anche a livello subliminale l’ignaro spettatore, il governo, per nascondere il fallimento della sua politica, mira a demonizzare la figura dell’evasore considerato, per sé, “reo di esistere”. Torna alla mente la tecnica di Mindfucking (part. presente di mindfuck) messa in opera al tempo della strategia della tensione allorché il “reo di esistere” era individuato nel fascista e ciò andava a costituire assoluzione per il suo assassino. Oggi tocca all’evasore essere indicato all’esecrazione del popolo televisivo dei contribuenti che, in tal modo ed una volta di più, viene spinto al risentimento contro chi viene accusato di vivere alle sue spalle.
Tuttavia lo spot, quando definisce l’evasore un parassita della società, dice il vero, ma allo stesso tempo rivela la mistificazione da parte di chi lo ha pensato. Infatti, il Devoto-Oli – massimo vocabolario della nostra bistrattata lingua – definisce il fenomeno del parassitismo come quello << … della presenza in [ sta per ” all’interno di” ,n.d.r.] una comunità, di individui, categorie o istituzioni che, pur essendo improduttivi, si impongono come necessari, vivendo a spese degli strati sociali o degli enti attivi.>>
Pur nell’estrema sintesi, la definizione citata afferma quella realtà che lo spot – grossolano tentativo di Mindfucking – nasconde: la comunità o, come il governo preferisce, la società non è un albero o un animale ai cui parassiti si possa equiparare l’evasore, ma un organismo di scala superiore affetto da ben altri tipi di parassiti. Alcuni sono individui, come quello dello spot, altri sono “categorie o istituzioni”.
A questo punto, la deformazione professionale di chi scrive può, forse, rivelarsi utile per mettere a punto una elementare distinzione tipologica dei parassiti che dia luogo ad una preliminare classificazione tassonomica. Da questa, in futuro, potrebbe essere possibile far scaturire un organico sistema tipologico che consenta di individuare i processi di formazione del parassitismo per combatterli efficacemente e sanare l’organismo civile.
Per quanto possibile, beninteso.
Secondo la definizione citata abbiamo già un primo elementare schema ordinativo: individui e categorie o istituzioni. Schema che, personalmente, da duale cambierei in triade, ovvero: INDIVIDUI, CATEGORIE e ISTITUZIONI. Dove gli individui rappresentano gli elementi del parassitismo, le categorie rappresentano le strutture formate dal sistema degli individui elementari, le istituzioni sono gli organismi formati dal sistema di strutture o sistema di sistemi.
Abbiamo articolato, in tal modo, il parassitismo secondo i tre livelli della logica matematica. Articolazione che va molto al di là della classificazione tassonomica che ci eravamo ripromessi.
Per chi è interessato a questi temi, ci permettiamo una piccola digressione. Diremo che secondo un processo dinamico (che non spiegheremo) si passa dagli sviluppi della logica degli enunciati (gli individui o elementi) a quella delle relazioni o dei predicati (le categorie o strutture); da questi si passa agli ulteriori sviluppi della logica dei sistemi (le istituzioni) o delle relazioni di relazioni o, con altro termine, logica dei predicati allargata. Ci si affaccia, per questa via, nel campo di quella che potremmo individuare come una nuova disciplina che potremmo battezzare parassitologia ovvero logos del parassitismo.
Per quanto interessante e divertente possa risultare questa indagine, esonderemmo dai limiti che ci eravamo posti nell’approfondirne oltre uno sviluppo di natura solo teorica, visto che in concreto pochi sono gli elementi individuati e ridotte le categorie cui danno luogo. Quindi, ci fermiamo qui e riprendiamo il più modesto tentativo di tracciare una tipologia della triade del parassitismo.
Se questa impostazione verrà reputata interessante, ci aspettiamo il concorso di chi legge sia per accrescere il numero degli elementi, delle strutture e delle istituzioni che per correggere l’impostazione logica; soprattutto – ma non esclusivamente – gradito sarebbe l’apporto di studiosi di economia e di finanza.
Tanto per non generare sconcerto in chi ci legge, diciamo subito che, per ora, ci limitiamo ad un elenco sommario blandamente articolato tassonomicamente.
INDIVIDUI. Non tutti i parassiti elencati o elencabili hanno qualità per svilupparsi in strutture. Un primo elenco è il seguente: – Evasori fiscali, tecnoburocrati e burocrati corrotti, malavitosi rackettari (dediti al racket), falsi invalidi, falsi mendicanti, pushers, cravattai(usurai), scrocconi, falsari, debitori insolventi (truffatori), demagoghi e politicanti d’affari, parlamentari tastieristi o pianisti, speculatori finanziari etc…
CATEGORIE o STRUTTURE del parassitismo. La nominazione che seguirà (necessariamente imperfetta) indica in quale struttura si forma o si consolida il parassitismo che si concretizzerà allorché si svilupperà in istituzione: – Burocrazia e tecnoburocrazia, mafia, intermediazione finanziaria, estorsione (racket), spaccio di stupefacenti, gioco d’azzardo, associazionismo assistito (con fondi pubblici), amministrazione pubblica o parapubblica etc…
ISTITUZIONI. Si possono ordinare secondo l’ambito entro il quale si sviluppano. Le istituzioni nominate non sono parassitarie come essenza, o almeno non totalmente parassitarie. Lo diventano allorquando al loro interno si sviluppa un qualsiasi fenomeno inflattivo dei processi di parassitismo. Alcune nascono totalmente parassitarie. Si suddividono in:
– ISTITUZIONI STATALI: parlamento, enti pubblici inutili, amministrazioni locali etc…;
– ISTITUZIONI PRIVATE: holding finanziarie, multinazionali, agenzie di rating, banche d’affari, assicurazioni etc…;
– ISTITUZIONI EXTRASTATALI: mafia, O.N.G. etc…
Ci fermiamo qui, coscienti della incompletezza ed imperfezione delle elencazioni dovuta alla indisponibilità di schede critiche analitiche circa ogni voce.
Un primo risultato, comunque e tuttavia, è stato raggiunto in modo certo. Esso mostra come l’informazione da parte del governo sia volutamente e colpevolmente limitata e tendenziosa. A dir poco, come suole dirsi, in casi come questo. Di plateale contraffazione della realtà. In cui entità meramente sub atomiche sul piano di una mal concepita e malintesa “movimentazione finanziaria” dell’evasione e dell’elusione  (che non abbiamo considerato affatto nella delineazione topologica, visto che la capacità di incidere di questi individui su “sommatoria finale” delle attività finanziarie e monetarie dell’evasione rispetto a quella delle categorie e, soprattutto, delle istituzioni, rimane qualcosa di pulviscolare) vengono con precisa e proditoria volontà sostituiti alle entità mega macroscopiche della realtà fiscale, quelle che realmente movimentano e danno vita al grave fenomeno criminoso qui sommariamente ma chiaramente delineato. Alla faccia dell’efficienza, delle priorità e delle indifferibili impellenze di bilancio.