Guerra contro i narcisisti. Domenico Cambareri: «Anche spray, gel e creme incompatibili col sano vivere civile». I pericoli e gli studi

12 Maggo 2005

Domenico Cambareri

(fonte: Parvapolis) 

Siamo in piena primavera. I pollini sono al massimo della diffusione e con essi colpiscono graminacee, paritarie, tigli e quanto altro ancora, spesso in un mix terribile. Se pensiamo alle moltitudine di allergie e se ad esse aggiungiamo le intolleranze, vivere per una parte della popolazione sembra qualcosa di non facile. La primavera insomma da anni ci presenta un vero diario di guerra, come e più dei periodi dei picchi di diffusione dell’influenza. Se guardiamo le cifre della crescita della popolazione soggetta alle più diverse forme di allergie, allora c’è davvero da preoccuparsi e da stare poco tranquilli. I dati in mio possesso parlano di una crescita enorme. In meno di quindici anni. Si è passati da poco più di due milioni di soggetti, allora in buona parte ragazzi, a oltre sette milioni. Nella crescita macroscopica delle percentuali dei soggetti sofferenti e in quella della sempre più diversificata tipologia di allergie, vi è da guardare con attenzione per capire come una non indifferente aliquota oggi sia costituita da persone che soffrono anche di allergia ai profumi non tanto o non solo per le essenze dei profumi che riproducono, quanto e soprattutto per i componenti chimici aggiunti. La stampa ha riportato nei giorni scorsi informazioni molto gravi che richiamano soprattutto per la controversia sul piano economico che è scaturita specie in USA, dove le autorità pubbliche non intenderebbero rendere più adeguate le vecchie normative vigenti. L’Europa invece, intende applicare con sempre maggiore vigore sul piano concreto le normative più recenti, che con il Reach (registrazione, valutazione e autorizzazione dei composti) entro il prossimo 2006 dovrebbe disporre di procedure più stringenti nei confronti dei produttori. Ma nel frattempo, cosa fare: stare a guardare? Uno studio olandese prodotto per Greenpace ha identificato 36 sostanze nocive presenti nei profumi. Uno studio americano più ampio indica che su 711 articoli ben il 28% contiene “sostanze legate alla formazione di tumori, allergie, intossicazioni, problemi riproduttivi e malattie respiratorie” (Alessandra Farkas, CdS, 29.04.05). La giornalista citata indica che ben 1500 ingredienti usati, in particolare quelli indicati come ftalati, accellerano la pubertà delle ragazze ma ritardono lo sviluppo dei feti maschi o favoriscono l’insorgere di malattie come quelle qui indicate. Questo è un quadro davvero grave, il cui impatto epidemiologico e di natura sanitaria, previdenziale ed economica nei prossimi decenni sarà incalcolabile. Per intanto, le constatazioni empiriche portano a lasciare presagire davvero il peggio: ovunque aumenta la presenza di camere a gas, ad iniziare da luoghi che dovrebbero essere assolutamente tabù. Come le aule scolastiche con la ormai quindicennale presenza di massicce percentuale di alunni con i capelli impomatati con composti chimici di tal fatta, o gli studi odontoiatrici, gli studi di medicina di base, i centri poliambulatoriali e di analisi: tutti dotati di diffusori di profumi chimici, tutti uniformati nello standard tardo hollywoodiano dell’ammorbare l’aria e del distruggere i bronchi. È assolutamente inesistente una normativa rigorosa che potrebbe essere con urgenza promulgata con decreto legge per un’attuazione immediata, attuazione non meno importante di quanto contempla la normativa per contrastare il fumo. Essa dovrebbe vietare l’accesso nei luoghi pubblici, ad inziare da ospedali, luoghi di visite mediche, analisi e cure, scuole e uffici pubblici, esercizi destinati alle vendite di prodotti alimentari e primari in generale l’ingresso a persone che recano addosso profumi acuti (e che segano contemporaneamente diaframma e gola, come i lezzi da shock con nomi di grandi marche e non solo di sottoprodotti estetici) Francesco Storace farebbe bene a non perdere tempo e a stare lontano dalle infantili tentazioni di addomesticare la legge antifumo: per un popolo così riottoso alle regole e anarchico come il nostro, solo le recenti misure adottate grazie alla perseveranza e alla determinazione dell’ex ministro Sirchia stavano cominciando a produrre i primi visibili e positivi effetti dopo circa venti anni di inadeguata e perdente lotta al fumo.

 

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