11 Novembre 2014
Fonte: ParvapoliS
Gabriele, un caro saluto e un forte abbraccio. Nico Cambareri per L’Europa della Libertà ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Parva Editoriale
Ciao amico mio
Lo conoscevo da 40 anni. Innanzi tutto era una persona seria, come ce ne sono sempre meno.
di Maurizio Bernardi
Lo conoscevo da una vita. La prima volta l’ho incontrato almeno 40 anni fa in una radio di Latina. Lui, di professione insegnante, era super appassionato di quelli che genericamente erano considerati gli sport minori, dal basket al volley passando per il tennis tavolo. Gabriele Viscomi l’ho sempre considerato un “superman”: incredibilmente riusciva ad essere presente nel lavoro, nella sua famiglia dove non ha mai lesinato attenzioni per le “sue amate donne”, ma non passava domenica o sabato pomeriggio che non trascorresse ore e ore sugli spalti di un palazzetto dello sport o di una palestra. Sapeva raccontare lo sport semplicemente perché lo amava. Con lui ho fatto un lungo tratto di strada: insieme nelle radio, nei giornali, nella televisione, nei siti internet. La sua passione era trascinante, anche quando la malattia nei mesi scorsi ha iniziato a fiaccarlo. Non è retorica ma oggi posso ben dire di essere fiero di essere stato suo amico e collega. Sono state le persone come Gabriele Viscomi a fare la storia vera della città di Latina. Oggi se n’è andato, tutta la città domani si sveglierà più povera. Nella certezza che chi lo ha conosciuto davvero non lo scorderà mai, a Mariella e alle due splendide figlie il mio abbraccio sincero. Gabriele resterà per sempre nei nostri cuori, indimenticabile.
Gabriele, da parte mia
di Memi Marzano
Non ho mai scritto della morte e mai avrei voluto, soprattutto per Gabriele e soprattutto in questo momento. Oggi avrei soltanto voluto oscurare il sito così da spostare il pensiero da tutto questo sperando di soffrirne un po’ meno. Però in questo momento tocca proprio a me, non mi posso tirare indietro. Gabriele è stato un sostegno costante da quando ho iniziato questo lavoro, un esempio ogni giorno, soprattutto in questo lungo periodo di malattia, su come affrontare la vita, il lavoro, i problemi. Posso serenamente dire che tutto quel che so del giornalismo me l’ha insegnato lui.
ParvapoliS non verrà oscurato, anzi darà voce a tutti quelli che vorranno dedicare un pensiero al caro Prof in questo giorno così triste.
L’avventura con ParvapoliS l’abbiamo cominciata insieme, affrontando tutti i grattacapi che ne sono derivati, sempre insieme, discutendone a volte a gran voce ma salutandoci sempre con un forte abbraccio. Un uomo tenace, caparbio, coraggioso Gabriele, con l’etica del lavoro che gli scorreva dentro, sapeva sempre cosa fare e non ha mai avuto paura dei cambiamenti…una sfida tecnologica quest’ultima, per lui, per me e per Maurizio Bernardi che ha corso accanto a noi. Chissà quale mano invisibile ha incasellato le tessere così che da casa, dalla comoda poltrona della sua scrivania, nei momenti difficili e nelle lunghe notti insonni, Gabriele potesse continuare a dar conto alla passione di una vita, il giornalismo.
Questo cambiamento però, Proffi, ora proprio non ci voleva. Un ultimo abbraccio me lo sarei preso volentieri.
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