Galileo on line: politica, categorie psicologiche, evoluzione. Recensione de “L’evoluzione è di destra o di sinistra?”

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11 Febbraio 09Evoluzione | LIBRI

L’evoluzione è di destra o di sinistra?

di Andrea Capocci

 Daniela Cipolloni, Nicola Nosengo
Compagno Darwin
Sironi 2009, pp. 219, euro 16,00
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Il “Compagno Darwin” è vivo e lotta insieme a noi. Lo dimostra il dibattito sulla teoria dell’evoluzione delle specie iniziato subito dopo la pubblicazione del saggio di Darwin (proprio 150 anni fa) e mai finito, che ora raccontano Nicola Nosengo e Daniela Cipolloni nel saggio appena pubblicato da Sironi Editore. Da allora, le idee di Darwin sono state utilizzate e confutate in ambiti anche lontani dalla biologia, come l’economia, la politica e, naturalmente, la teologia.

Darwin era ammirato da Marx, perché dimostrava che in una specie biologica, come quella umana, nulla è fissato per sempre e che anche i sistemi sociali sono destinati a cambiare. D’altra parte, i capitalisti del XIX secolo utilizzarono le idee di Darwin per giustificare la “naturalezza” della sconfitta dei deboli a vantaggio dei forti. Gli stessi scienziati darwinisti si sono a lungo divisi sull’interpretazione sociale delle teorie dell’evoluzione. Biologi come Wilson e Dawkins applicarono le leggi della selezione naturale anche ai comportamenti umani, come se i rapporti di potere, l’intelligenza e l’egoismo fossero trasmessi nel Dna come il colore degli occhi: la chiamarono “sociobiologia”. Altri, Stephen Jay Gould in testa, dibatterono tutta la vita contro queste interpretazioni, convinti che le regole sociali non potessero spiegarsi interamente con la biologia.

Particolarmente interessanti sono i capitoli dedicati al rapporto tra Darwin e le religioni. Le sue teorie sono osteggiate tuttora dalle chiese evangeliche americane, che da Reagan a Bush hanno persino ottenuto che la Bibbia e l’evoluzione della specie fossero presentate nelle scuole come teorie di pari valore scientifico. Non stupisca che proprio nel paese dominatore della scienza mondiale fioriscano credenze religiose retrive: in Turchia, il paese più “avanzato” del mondo islamico, si registra il massimo credito per le teorie creazioniste, a dimostrazione che progresso scientifico e sviluppo culturale da tempo hanno smesso di marciare insieme. Il governo berlusconiano ha scimmiottato goffamente queste posizioni anche in Italia, tanto che il ministro Moratti per un bel po’ cancellò Darwin dai programmi scolastici per far piacere a teo-con (e teo-dem). Ma rispetto agli States, il dibattito su Darwin qui da noi è stato tenuto a un livello molto “superiore”, se passate il termine, proprio da chi doveva osteggiarlo per mestiere: il Vaticano.

Piuttosto che appoggiare l’opposizione cafona delle chiese americane, la raffinata teologia di Ratzinger (fu l’ideologo di Woytila) non si scontra frontalmente con una delle teorie scientifiche più efficaci della storia. Come fa il geniale Don Pizarro di Corrado Guzzanti, la chiesa spende la sua intransigenza nei casi di cronaca, da Eluana Englaro alla legge 40, ma nelle battaglie ideologiche di lungo periodo ha smesso di bruciare scienziati, tanto che Darwin riposa indisturbato nell’abbazia di Westminster. Per Ratzinger & Co. le leggi dell’evoluzione sono il risultato di un “disegno superiore”, di cui i biologi correttamente studiano i meccanismi. Alla Chiesa tocca il compito di indirizzarne le interpretazioni sociali ed etiche – roba troppo importante per lasciarla agli scienziati. A ben vedere, notano Nosengo e Cipolloni, è la stessa critica posta ai sociobiologi da una posizione politica opposta a quella del “pastore tedesco”. Di fronte alla potente costruzione politico-culturale del Vaticano, molti scienziati laici che gli si sono opposti si sono dimostrati superficiali, meno capaci – persino del Papa – di interpretare lo spirito culturale del nostro tempo.

Fa eccezione il biologo Stephen Jay Gould, l’autore de “La vita meravigliosa” morto nel 2002: è lui (insieme a Darwin, ovviamente) il protagonista più positivo della vita politica del darwinismo. Intellettuale di sinistra consapevole del ruolo sociale della scienza, ha saputo attraversare tutti i dibattiti in cui Darwin è stato tirato in ballo senza mai cedere né, ovviamente, ai deliri religiosi, né a chi intendeva farsi forza delle teorie evoluzionistiche per giustificare inaccettabili discriminazioni sociali e culturali. Lo scienziato Gould non si è mai posto al di sopra della società, accettando sempre che la ricerca fosse messa in discussione dal resto della comunità che, in fondo, paga con le tasse lo stipendio degli scienziati. Una lezione civile che nei nostri laboratori scientifici hanno appreso in pochi.

“Compagno Darwin” verrà presentato alla Libreria Caffè Flexi giovedì 12 febbraio alle ore 19, in occasione del Darwin Day 2009.

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