15 Marzo 2015
Cultura, attività professionali e conflitti politico-sociali
Mino Mini e le sue battaglie in difesa degli architetti italiani
Del loro libero ruolo professionale, della loro preparazione, della loro tutela sindacale
Nella tumultuante e contraddittoria crescita del Paese, in anni lunghi e assai cruciali e tristi in cui la vita democratica della Nazione era svilita e svuotata dalle lotte politiche e dal dilagare della violenza di ogni tipo, non ultima quella sindacale, Mino Mini svolse un ruolo indomito e incisivo di primissimo piano nella ferma difesa della qualità e della serietà degli studi accademici e scolastici e della validità della preparazione professionale, e nella non meno decisa e indomita difesa del ruolo di primo piano delle libere associazioni professionali.
Mai scoraggiato e sempre instancabile e pieno di inesauribili e rinnovate energie, profuse il meglio di sé nella difesa della categoria degli architetti italiani e della loro Federazione, della loro onorata preparazione professionale a grave rischio di scadimento a causa del collasso del sistema universitario voluto da potentati e circoli su cui oramai la storia ha fatto luce. Mino Mini ebbe sempre a rifuggire per libera scelta dalla ricerca di cariche di primo piano non per non volersi fare carico di dirette responsabilità di guida e di gestione nella complessa e comprensibile onerosità di adempimento di detti incarichi, quanto per volere sempre conservare una continua applicazione negli studi anche in ambiti culturali “esterni” e un autonomo ruolo di intellettuale a tutto tondo. – Nel ricordo di Mino Mini, Italia Europa e Libertà. Eulà!
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Un ringraziamento all’Arch. Nazzareno Iarusso, Presidente di Federarchitetti, il quale ha voluto esprimere il cordoglio della Federazione alla famiglia di Mino Mini.
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Federarchitetti piange l’arch. Mino Mini | Federarchitetti
federarchitetti.it/news/federarchitetti-piange-larch-mino–mini/ Copia cache – La Federarchitetti partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del caro Mino Mini che ha dedicato parte della sua vita alla crescita del …
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Storia della FEDERARCHITETTI
UNA PAGINA DI STORIA DELLA NOSTRA LIBERA PROFESSIONE*
Il 3 febbraio 1968 è stata costituita Federarchitetti, promossa dai sindacati regionali autonomi del Lazio, del Piemonte e della Campania, che si federarono sotto la sigla nel Sindacato nazionale architetti liberi professionisti. A questi fondatori si unirono tra il 1969 e il 1972 la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Liguria, mantenendo tuttavia prevalentemente un’intensa attività regionale. Tra i promotori, nel susseguirsi degli anni, il catanese Corrado Sultana, presidente del Lazio, il torinese Aldo D’Imperio, oltre a Carlo Alberto Bordogna, Enzo Bacigalupi, Massimo Battaglini, Salvatore Viola, Nicola Pagliara, e una successiva ma incisiva attività di Diana Ribera Ferraro.
Il sindacato assunse ulteriore vigore alcuni anni dopo, quando, a seguito del primo Congresso Nazionale degli architetti svolto nel 1977 a Firenze, varie altre realtà territoriali che non si riconoscevano nell’azione degli Ordini, si coagularono rigenerando Federarchitetti con nuovo entusiasmo. Con l’intenso lavoro di mediazione del milanese Alberto Scarzella, la presidenza di Federarchitetti fu affidata a Luigi Cristini, sanguigno e vivace marchigiano, attivo anche con alcune proposte che diventarono disegni di legge. In campo nazionale tra i professionisti maggiormente impegnati degli anni ‘70 emergono il romano Mino Mini e il varesino-milanese Carlo Daniele, che, dapprima segretario nazionale, guiderà successivamente per molti anni Federarchitetti. Si sviluppava in quegli anni, tra paletti, forzature e prevalenza di lobby che condizionavano il notevole potenziale di una generazione di architetti, un concetto fondamentale per la politica professionale: così come sancito dalla Costituzione, le libere associazioni sindacali (e non gli ordini) potevano e dovevano rappresentare gli interessi dei liberi professionisti.
Ed infatti Federarchitetti è tra i rappresentanti datoriali quale controparte dei sindacati per i dipendenti degli studi professionali, e conduce con gli architetti Mini e Daniele le trattative per il primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), firmato il 10 dicembre 1978, dopo lunghe trattative durate tre anni.
Negli anni ‘80, tra gli altri, furono attivamente impegnati Luigi Campioli, per un breve periodo presidente, con il contributo dell’irruente molisano Nicola D’Errico e del toscano Nicola Ghini.
Dal 1983 con la presidenza di un ostinato Carlo Daniele e la fondazione di Confedertecnica nel 1991, fu svolto un intenso lavoro che ha portato nel maggio del 2001 Federarchitetti al riconoscimento di “parte sociale” dal Ministero del Lavoro.
Federarchitetti ha da sempre partecipato alle Organizzazioni sindacali interprofessionali, prima facendo parte della Consilp (ora Confprofessioni), quindi dando vita a Confedertecnica, per individuare in tale sigla in modo specifico e condiviso il ruolo delle professioni tecniche, unitamente ad ingegneri, geometri e periti.
Nel 1998, in una calda assemblea a Firenze, sorsero divergenze che portarono alcuni iscritti a distaccarsi dando vita all’altra organizzazione che è ALA Assoarchitetti, guidata da Bruno Gabbiani.
Tra la gli anni ‘90 e il 2005 contribuiscono alla crescita di Federarchitetti, insieme all’instancabile attivismo di Biancalisa Semoli e l’abnegazione di Loredana Regazzoni, succeduta alla segreteria nazionale durante la presidenza Daniele, gli architetti Gianfranco Mazzei, Nazzareno larrusso, Salvatore Greco, Aldo Olivo, Edo Zanaboni, Marcello Altomonte, Angelo Cappellini, Luigi Scrima, Marco Ciannella e Giuseppe Cantarella.
Pur costantemente osteggiata da parti della burocrazia, dell’università e degli Ordini, meno propensi ad un confronto aperto che potesse intaccare rendite di posizione acquisite, la componente sindacale ha assunto una veste strutturale sempre più fondamentale per i liberi professionisti, anche sulla spinta delle procedure aperte in atto negli altri Paesi e ne rappresenta il futuro riferimento.
Dal 2005 è presidente il napoletano Paolo Grassi, intensamente attivo in Campania ed in campo nazionale sin dalla fine degli ‘70, coadiuvato dal catanese Maurizio Mannanici, quale segretario nazionale.
Oggi Federarchitetti a livello nazionale sollecita ad un confronto puntuale sia i Governi che le istituzioni, ponendo in evidenza la necessità di profonde riforme che possano far uscire l’intero comparto libero professionale a una condizione di subalternità e crisi che va a discapito della qualità delle condizioni ambientali urbane e del territorio, incidendo negativamente sui parametri di sviluppo del Paese.