Egemonia sionista. Fiele sionista Fiano, le colossali menzogne e le pericolose trame sioniste. 1.

18 Luglio 2017

Domenico Cambareri

Egemonia sionista. Fiele sionista Fiano, le colossali menzogne e le pericolose trame sioniste e neoleniniste

La grandezza dell’Italia fascista rimarrà imperitura. Errori e colpe del regime non potranno distruggere quanto di magnifico fu realizzato per il popolo e la Nazione. Men che mai le mene sioniste.

 

Il caso del sionista Fiele Fiano, parlamentare in quota PD, e dei suoi accoliti, aleggiava da tempo nell’aria. Il detonatore è stato un altro caso, un caso fra i tanti del più marginale, gretto e superficiale pseudo revival popolare che si appropria nei modi più vari, generalizzanti e perfino balordi di immagini, simboli, nomi, “idee” del ventennio del regime fascista.
Un folklore pseudo nazionalpopolare colorito e variegato, nei modi meno acconci e più spropositati, fino all’inverosimile. Come appunto per il caso del lido dell’Adriatico e per i tossici da sterminare.
O come nel caso dello stolido parlamentare Corsaro, che, asino di storia com’è, appella come insensato e stolido identificativo denigratorio degli ebrei e dei giudeo-israeliti la circoncisione, senza neppure sapere che essa era praticata dagli antichi egizi.
Circoncisione: regola fondamentalmente igienica, trasportata dall’invasamento religioso monoteistico nel contesto storico cultuale e identitario ebraico, a testimonianza dello sterminato campo di imprestiti che fece del giudeo-israelismo nel suo complesso storico non un qualcosa di originale (come preteso dal successivo maniacale fanatismo religioso delle tre “religioni” monoteiste, irremediabilmente ammalate di profetismo, millenarismo e paura della dannazione eterna per mano di un dio onnipotente e impotente che rimase terribile, pure sotto le successive spoglie di dio d’amore cristiano, per quanto camuffato entro le ottimistiche categorie del razionalismo ellenico: un dio geloso, egotista, esclusivista), ma una mistura di assimilazioni eclettiche delle grandi culture e delle arti antiche su cui gravitava come presenza marginale e irrilevante (egizia, mesopotamica, asianica, persiana e infine greca). Dal monoteismo appunto alle colonne elleniche del tempio di Gerusalemme.
E’ quindi una gran cosa e un bene per gli italiani e per gli europei, compresi quelli di ascendenza ebraica, che il caso di File sionista Fiano sia venuto finalmente alla luce.
Quest’individuo, “parlamentare” italiano che ha vissuto la sua palingenesi genetica religiosa e politica nella Palestina invasa e occupata dai sionisti europei dei quali costituisce un esplosivo birillo, non dimentichiamolo, con dei suoi accoliti ha presentato una proposta di legge atta a incriminare chi produca, commercializzi, faccia uso di simboli e gadget che si rifacciano al regime fascista e chi osi inneggiare con parole e con strumenti consimili a detto periodo della nostra storia.
Un qualcosa di risibile e di raccapricciante al tempo stesso, forse frutto del più profondo turbamento della psiche sul piano della corretta comprensione delle vicende storiche e dell’irrompere delle più sinistre e farneticanti tenebre nella sfera dell’io “cosciente”.
Dai media e dai politicanti da strapazzo, è stato tirato in ballo, come elemento atto a giustificare l’humus che ha fomentato e fomenta il mai combusto retroterra d’odio incolmabile che impera nel cervello e nell’animo di questo Fiele Fiano, il fatto che la sua famiglia avesse pagato un non voluto terribile tributo al regime nazista con la deportazione a cui fu sottoposta durante i mesi della disfatta militare italiana. Deportazione da cui  uscì vivo soltanto suo padre.
Questi e altri tragici avvenimenti avvennero in conseguenza di ciò che la disfatta militare aveva causato, soprattutto a causa del tradimento consumato dal re con la resa senza condizioni da un lato, in un Paese trasformato in un campo di battaglia senza limiti, e dall’ulteriore escalation della guerra civile imposta in un unicum dallo scellerato voltafaccia del re con la pseudo cobelligeranza a fianco dei nemici invasori e dalle bande partitiche che ben ne approfittarono per condure ininterrotte azioni terroristiche e “rivoluzionarie” bandite dalle convenzioni internazionali di guerra. Ad iniziare dai rivoluzionari comunisti ex fascisti, che, nell’orgia del nuovo fanatismo, perseguivano imporre esclusivamente una guerra rivoluzionaria in senso strettamente leninista.
In questo più ampio e imprescindibile contesto, il caso del sionista Fiele Fiano ci consente di esprimere considerazioni sia preliminari che di fondo e di contorno che continuano a essere sottaciute o a essere considerate in maniera slegata e spesso volutamente non focalizzata.
Questo caso, sottolineiamo ancora, costituisce così un’opportunità quasi unica giacché possiamo iniziare a mettere alla sbarra non soltanto in Italia quel contesto storico, nazionale e internazionale, di elucubrazioni a dir poco manichee e di manipolazioni viscerali e di diffusi “pretesti” che hanno amplificato questa abietta strumentalizzazione con una perseverante, inesausta, generalizzata azione d’ipocrisia,  occultamento, disinformazione e falsificazione davvero illimitata.
Sino ad ottundere intelligenza e capacità critica dei più e a incidere in maniera radicale sulla concreta possibilità di fruire di quanto le fonti della ricerca documentaria meno asservite e più obiettive hanno messo in luce e continuano a mettere in luce.
Infatti, continuiamo a osservare come, nonostante la presenza di una quantità inverosimile di opere di ogni genere, materiali e immateriali, che confermano la possibilità di molteplici letture del fenomeno storico del movimento fascista, dell’ideologia fascista e del regime fascista (comprensivo delle sui suoi sviluppi ideali interni spesso tali rimasti, delle sue reali ibridizzazioni, dei suoi scadimenti), l’imposizione di dogmi inconsistenti e culturalmente e moralmente irricevibili creati del regime partitocratico “antifascista”, abbia reso e renda oggettivamente molto, molto difficile alla stragrande maggioranza dei cittadini la possibilità di potere accedere a un mero e preliminare quadro informativo alieno da siffatte compromissioni faziose.
Difficile se non impossibile accesso fruibile dalla stragrande maggioranza degli italiani, visto che essa certo non vive frequentando i seminari di storia e operando con ricerche storiche dirette. Difficile se non impossibile accesso alle memorie e alle ricerche e alla loro fruibilità da parte della stragrande maggioranza degli italiani specie sul piano politico-ideologico. Quanto su quello dell’ulteriore contesto storico e cronachistico dell’ultima contemporaneità, compresi gli aspetti attinenti al contesto storico-religioso e alla sua utilizzazione entro le categorie politiche e in particolare di quelle del nihilismo bolscevico di diretta e quasi esclusiva ascendenza giudeo-israelita askenazita e al “nascondimento” non metafisico ma artificioso della delle proprie finalità e della guerra di disinformazione e d’intossicazione sociale e culturale dei popoli occidentali e delle comunità israelitiche ivi esistenti. Obiettivo perseguito in modo spietatamente cinico e implacabile dal movimento e dall’ideologia religiosa e pseudo etnica sionista. Movimento e ideologica ferocemente esclusivisti e razzisti.
Interrompiamo questa esposizione argomentativa per arricchirla subito di riferimenti specifici minimi quanto essenziali e diretti:
– fra i fascisti d’antemarcia, le strutture gerarchiche del regime fascista e chi espresse diretta adesione e forte simpatia verso la nuova realtà italiana nell’ambito dell’antica quanto minuscola comunità di ascendenza ebraica e di religione israelita, le personalità di rilevo e la rilevante componente di persone colte (modesta rispetto alle condizioni di limitata cultura e estrazione lavorativa della maggioranza, come mette in luce un’analisi di stampo sociologico redatta da un italiano di estrema sinistra di ascendenza ebrea sulla comunità della capitale fra fine 800 e primo 900, facilmente compulsabile attraverso internet anche da Fiele sionista Fiano), non costituì un’eccezione, Tutt’altro.
– perfino nell’ambito del movimento internazionale sionista nacque la componente fascista: essa fu ufficialmente riconosciuta dal regime fascista e usufruì di enormi aiuti. Fu l’Italia fascista che formò e preparò di fatto la nascita della futura marina sionista o “israeliana”, purtroppo.
– Durante il conflitto, per diretto ordine di Mussolini e non soltanto, l’esercito italiano salvò migliaia e migliaia di jugoslavi, greci, francesi di ascendenza ebraica e delle comunità israelitiche. E’ un qualcosa di acclarato da sempre, da sempre riconfermato dalle fonti e dagli storici, ad iniziare dai maggiori e da quelli “israeliani”. E’ un verità storica non conculcabile.
Fiele sionista Fiano non può non sapere queste cose. Ma preferisce dilettarsi con le balle fritte e rifritte, cotte e stracotte.
La grande balla della svolta razziale inaugurata dal regime fascista, cosa del tutto ridicola e iniqua, sul piano strettamente storico acquista tuttavia una diversa luce, per quanto giammai adeguata e giustificatoria, davanti alla guerra occulta promossa dalle centrali sioniste. Di fronte a essa, tutte le cancellerie europee si dimostrarono incapaci e inadeguate. Il fenomeno era davvero inusitato in tutta la sua portata e il sopraggiungente “senso di colpa” fra queste élite espressione della civiltà cristiana al suo tramonto e dell’agnosticismo e della miscredenza che spesso l’accompagnavano palesavano ancora di più dati fino ad allora sconosciuti.
Alla luce di tutto ciò, oggi, perfino il famigerato romanzetto o “documento segreto” scritto da un colonnello zarista , “I protocolli dei Savi do Sion”, dovrebbe essere riletto sotto una nuova angolazione, dopo essere stato completamente scrostato e purificato da tutta l’ininterrotta sequela dei luoghi comuni del retaggio d’odio cristiano nei confronti dei loro “fratelli maggiori”, quanto di quella non meno ferocemente antimassonica. Da esso allora trasparirà un qualcosa di non molto lontano dal vero in merito all’effervescenza propositiva organizzativa e operativa delle prime centrali sioniste e alla turbinosa diffusione e penetrazione euroamericana della loro rete. Un vero sottoprodotto nato, all’ombra del romanticismo e del nazionalismo europei, dall’innesto fra una certa cultura laica “ebrea” mittleuropea e l’integralismo delle comunità ebraiche askenazite dell’Europa centro-orientale.
In base alle reale conoscenza di questi profondi avvenimenti allora in atto, mai illustrati in prima pagina e neppure in nota nei capitoli dei libri di storia relativi a queste vicende, possiamo iniziare a valutare con perspicacia il quadro storico complessivo come quello articolato. In conseguenza di tutto ciò, in ogni caso, errore su errore e con il senno del poi, il regime fascista, o meglio, il governo italiano e il su reale capo, il re, giammai avrebbero dovuto riconoscere il movimento sionista. Idem, giammai avrebbe dovuto scimmiottare alla fine degli anni trenta le leggi razziali germaniche, cioè naziste.
La macchina internazionale sionista era già in folle corsa a livello internazionale e certo a essa non poteva risultare e non sarebbe risultata sgradita un’ecatombe di innocenti europei di ascendenza ebrea e delle comunità israelitiche o meno rimasti a vivere più o meno volontariamente in Germania e nei territori occupati, verso la fine della seconda guerra mondiale, sentendosi cittadini di quei popoli e di quelle Nazioni e non sionisti. Per primi, scandalo degli scandali, gli ebrei nazisti: quelli che non appartenevano alla nomenklatura e al vertice stesso del partito nazista.
L’infame dichiarazione di guerra alla Germania del famigerato Weizmann a nome di un inesistente Stato, non poteva non avere questo fine inteso come obiettivo europeo di medio termine e come pedina antinazista conclusiva. Considerata come esito conclusivo, che poteva certo essere una prefigurata plausibilità, quantomeno come ipotesi fra alte ipotesi. In prima battuta, essa era risultata invece una vera e propria alleanza ufficiale fra nazisti e sionisti al fine di incrementare al massimo l’esodo volontario dei tedeschi di origine ebrea e delle comunità israelitiche verso la Palestina.
(continua)