21 Settembre 2017
Fonti: Ansa, Business News.com.tn
http://www.businessnews.com.tn/un-pont-entre-la-tunisie-et-litalie-du-reve-des-ingenieurs-a-la-realite-des-politiques,519,74929,3
Sofiène Ahrès
Tunisia: un ponte per la Sicilia, lanciato concorso TUNeIT
Isola artificiale prima prova idee per ingegneri ed architetti
(ANSAmed) – TUNISI, 19 SET – Si chiama TUNeIT, un ponte di 140 km che collega la penisola tunisina del Cap Bon alla Sicilia e allo stretto di Messina e che poggia su 4 isole artificiali. E’ il progetto più ambizioso dell’ingegnere Enzo Siviero, vice presidente di Rmei (Réseau Méditerranéen des Ecoles d’Ingénieurs di Marsiglia) e Rettore dell’università ECampus, insignito del premio Al Idrisi nel 2015.
Ingegnere soprannominato “il poeta dei ponti” per … condividi:
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Actualités
Businessnews.com.tn | publié le 19/09/2017 19:59
Traduzione e testo originale
Un ponte tra Tunisia e Italia, dal sogno degli ingegneri alla realtà della politica!
In Tunisia, da qualche tempo, si parla di un ponte che collega Cap Bon alla Sicilia. Questo è il progetto “TuneiT”. Un ponte di 145 km che attraversa 4 isole artificiali. Una gara internazionale per la progettazione della prima delle quattro isole artificiali è stata lanciata oggi dalla Task Force del progetto, che si è riunita presso la sede dell’associazione tunisina ingegneri (ILO). Un’opportunità per riflettere sulla fattibilità di questo lavoro faraonico concepito dall’ingegnere Enzo Siviero …
Sono l’11am nell’edificio che ospita l’Ordine degli ingegneri tunisini, Avenue Habib Bourguiba. La conferenza stampa inizia e, a sua volta, i membri della task force TuneiT Project prendono la parola e spiegano i dettagli del progetto. In Italia, si chiama “l’uomo del ponte”, Enzo Siviero è architetto, ingegnere e professore presso l’Università di Architettura di Venezia (IUAV), città pionieristica nella costruzione di ponti e che conta quasi 450 ponti. Il professor Siviero di ponti ne ha realizzato nella sua vita, nel parlare l’uomo spiega come questa visione, che può sembrare utopica, può diventare una realtà. “Il ponte è per me una metafora assoluta. Ci fa capire quanto sia importante collegare persone, luoghi, religioni e idee. La storia dei ponti è la storia dell’umanità “, ha cominciato l’architetto”, questo ponte concretizzerà l’idea di una connessione tra l’Africa, il continente del futuro, che attualmente sta migrando dalla necessità e Europa. Penso qui ad un’altra connessione, che con la Via della Seta attraverso un secondo ponte che colleghi l’Italia all’Albania. E qui avremo una connessione tra Cape Town e Pechino dove l’Italia meridionale e la Tunisia diventerebbero veramente il centro del mondo “, ha aggiunto.
Dal punto di vista tecnico, Siviero spiega che i 145 chilometri tra Mazara del Vallo e Cap Bon saranno suddivisi in 4 o 5 sezioni, tra cui un sottomarino (tunnel), un po’ più corto di quello del Canale inglese . Egli sottolinea che questo è l’ingegneria visionaria, proprio come quella che ha fatto le opere più grandi del mondo. Un’ingegneria visionaria perché la tecnica attuale consente di risolvere la maggior parte dei problemi del progetto, ma non tutti !, sottolinea l’ingegnere. Massimo Guarascio, ingegnere e professore presso l’Università “Sapienza” di Roma, ha spiegato che negli anni ’60 negli Stati Uniti, durante la preparazione della prima missione spaziale sulla Luna, gli scienziati non avevano, all’inizio del progetto, soluzioni per tutto. Queste sono stati trovati lungo la strada. “In pratica, questo viaggio non ha aiutato molto, ma il numero di brevetti (attorno a 3000) che hanno prodotto sono numerosi e ci servono ancora oggi. “Il salto tecnologico raggiunto dopo questa spedizione è enorme! “Sottolinea.
Il professor Guarascio ha parlato inoltre, del ponte che la Russia sta realizzando con il Giappone, del tunnel sotto la Manica, del canale di Suez e del ponte della baia di Hangzhou, in Cina, quaranta di chilometri di lunghezza. “Nel mondo molti paesi si associano per rendere queste opere di grande utilità commerciale e anche metaforico, è essenziale,” dice. La Task Force presenta questo martedì 19 settembre 2017 è composto da: Najla Allani, architetto e direttore della Scuola Nazionale di Pianificazione e architettura (ENAU), Amel Makhlouf, ingegnere e membro attivo della OIL, Ahmed Ben Cheikh Larbi, direttore, Scuola nazionale di ingegneri di Tunisi (ENSIT) e Osama Kherij, presidente dell’ordine degli ingegneri tunisini (OIL). Il ponte progettato dall’ingegnere italiano dovrebbe costare 100 miliardi di euro. Una somma enorme che dovrà essere sostenuta dalle principali istituzioni finanziarie e non dai governi. Tuttavia, questo investimento è redditizio e quindi recuperabile se le isole possono essere sfruttate come aree commerciali e residenziali, secondo gli oratori. La conferenza stampa ha lanciato anche la competizione internazionale per la progettazione di un’isola artificiale in El Haouaria. La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata per il 30 novembre 2017 e le deliberazioni della giurie si svolgeranno dall’11 al 16 dicembre di quest’anno. L’annuncio del risultato sarà reso successivamente, il 20 dicembre 2017. Ad ascoltare oggi gli ingegneri italiani, sembra che la parte italiana sia interessata al progetto ma non l’Europa. Il professor Enzo Siviero ha rivelato che Papa Francesco stesso era a favore di questa avventura. “Dobbiamo fare un ponte e distruggere il muro”, ha detto in uno scambio con il professore. Altre parti interessate come Stefnia Craxi, politico italiano e la figlia di Bettino Craxi, leader del Partito socialista italiano negli anni ’70, hanno preso parte al dibattito. La signora Craxi ha espresso, attraverso una videoconferenza, il suo totale sostegno al progetto.
Che questo progetto possa ancora essere percepito come utopico, questo è senza dubbio, se pensiamo che i cittadini tunisini devono aspettare settimane per ottenere un visto turistico per l’ingresso in Europa. Durante la conferenza stampa, i relatori non hanno cessato di ricordare la relazione “win-win” con l’Europa, una relazione che non è pronta a stabilirsi se non esiste una vera volontà per sparare giù la “parete” dal lato europeo. Da un punto di vista puramente tecnico, gli ingegneri sono pronti e per loro tutto è possibile, come è spesso dimostrato la storia …
Un pont entre la Tunisie et l’Italie, du rêve des ingénieurs à la réalité des politiques !
En Tunisie, on entend parler, depuis quelques temps, d’un pont qui relierait le Cap Bon à la Sicile. Il s’agit du projet « TuneiT ». Un pont de 145 Km de long qui passerait par 4 îles artificielles. Un concours international pour la conception de la première des quatre îles artificielles a été lancé, aujourd’hui même, par la task-force directrice du projet, qui s’est réunie au siège de l’Ordre des ingénieurs tunisiens (OIT). Une occasion de réfléchir à la faisabilité de cette œuvre pharaonique imaginée par l’ingénieur Enzo Siviero…
Il est 11h dans l’édifice qui abrite l’Ordre des ingénieurs tunisiens, avenue Habib Bourguiba. La conférence de presse débute et tour à tour les membres de la « task-force » du projet « TuneiT » prennent la parole et expliquent les détails du projet. En Italie on l’appelle « l’uomo del ponte » (l’homme du pont), Enzo Siviero est architecte, ingénieur et professeur à l’université d’Architecture de Venise (IUAV), ville pionnière dans la construction de ponts et qui en compte près de 450. Des ponts, le professeur Siviero en a réalisé dans sa vie, en prenant la parole l’homme explique comment cette vision, qui peut paraître utopique, peut devenir une réalité.
« Le pont est pour moi une métaphore absolue. Il nous fait comprendre combien il est important de connecter les personnes, les lieux, les religions et les idées. L’histoire des ponts est l’histoire de l’humanité », a commencé par préciser l’architecte, « ce pont matérialisera l’idée d’une connexion entre l’Afrique, continent du futur, qui actuellement migre par nécessité, et l’Europe. Je pense ici à une autre connexion, celle avec la route de la soie via un deuxième pont qui ira connecter l’Italie à l’Albanie. Et là, nous aurons une connexion terrestre entre Cap Town et Pékin où l’Italie du Sud et la Tunisie deviendraient vraiment le centre du monde » a-t-il ajouté.
D’un point de vue technique M. Siviero explique que les 145 kilomètres entre Mazara del Vallo et le Cap-Bon vont être divisés en 4 voire 5 tronçons dont un sous-marin (tunnel), un peu moins long que celui de la Manche. Il souligne qu’il s’agit ici d’ingénierie visionnaire, tout comme celle qui a fait les plus grandes œuvres du monde. Une ingénierie visionnaire car la technique actuelle permet de résoudre la majeure partie des problématiques du projet, mais pas toutes !, souligne l’ingénieur.
Massimo Guarascio, ingénieur et professeur à l’université « Sapienza » e Rome, a expliqué, pour sa part, que dans les années 60 aux Etat Unis, lors de la préparation de la première mission spatiale sur la Lune, les scientifiques n’avaient pas, au début du projet, solution à tout. Celles-ci ont été trouvées en cours de chemin. « Concrètement ce voyage n’a pas servi à grand-chose, mais le nombre de brevets (3000 à peu de chose près) qui ont en découlé sont nombreux et nous servent encore aujourd’hui. « Le bond technologique réalisé suite à cette expédition est énorme ! » Relève-il.
