FOSSE ARDEATINE. VIA RASELLA, quasi dietro l’angolo del Quirinale

Domenico Cambareri

24 Marzo 2009

LA STRAGE DELLE FOSSE ARDEATINE E VIA RASELLA. SI CONTINUA A NON VOLER APPRENDERE DALLA STORIA E A RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO.

Nulla di nuovo. La solita, trita cerimonia di commemorazione, Certo, sempre toccante e dolorosa. Ma frutto della persistente lobotomia della memoria, della coscienza, dell’anima. Nella sudditanza a quanto dei comunisti terribili armati di un fanatismo estremo e cieco vollero perpetrare (e non “i comunisti”), assolutamente e limpidamente coscienti di quanto il loro atto avrebbe determinato.                                                                                        Questa ricorrenza continua a non insegnare, continua a ripetere che la cecità non  è dell’occhio ma di chi finge di non vedere. Di chi continua a tenere per buone e vere falsità inaudite.                                                                          
Fino a quando non vi sarà un Capo dello Stato che inizierà  le commemorazioni dei massacri da Via Rasella, ci sarà poco da fare. La ferita sarà sempre aperta e purulenta. E i comunisti e gli antifascisti e antinazisti di ieri e di oggi, schiavi dei loro idoli, saranno nient’altro che gli eredi dei forsennati “errori” della strage di Via Rasella e delle loro vili acquiescenze. La storia rimane tutta aperta. E attende sempre, come per le Foibe,  come per altri massacri, la parola fine, nella ricostruzione puntuale dei fatti, delle responsabilità, della memoria delle vittime, di tutte le vittime, soprattutto di quelle italiane taciute. Solo allora si dimostrerà di avere appreso dagli errori. E di cosa significhi agire senza neppure avere avuto il coraggio di indossare una divisa, di essersi dati un  inquadramento rispondente al diritto internazionale di guerra. Fu questo eroismo? Le vittime di Via Rasella attendono sempre. Ma anche quelle delle Fosse Ardeatine, oltre la prassi apologetica. Perché è da Via Rasella che partì l’azione devastante e terrifica di quei partigiani, implacabile in e con tutte le sue dirette immediate conseguenze, anche se materialmente le avrebbero messe in atto gli occupanti su diretto ordine del loro capo supremo. Da tutto ciò non vi è via di fuga. Per nessuna coscienza. Neppure per la più sporca.                                                                                             
Per intanto, le vittime di ieri e le vivide coscienze di oggi, continuano ad aspettare. Ceri, lumi, fiori, allori e tricolori a Via Rasella, da Via Rasella. Solo con qualche inchino di capo. E senza nessuna parola. Ogni ricordo ufficiale, lì, con la parola, oggi e domani sarebbe più di un  insulto. Sarebbe un altro attacco di sicari in inesistente “azione di guerra”. A Via Rasella, da Via Rasella, per tutte le piazze d’Italia, in silenzio, fino alle Fosse Ardeatine. Per sempre.

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