26 Agosto 2018
Fonte: Analisi Difesa on line
Luca Peruzzi
Nota di Domenico Cambareri
L’aerospazio a Farnborough.
Londra scopre le sue carte. L’Italia cosa scopre?
Pubblichiamo questa articolata “anteprima” di Analisi Difesa sul Tempest inglese.
Mentre Micromacronmania semina discordie fra gli europei per continuare a perpetuare il ruolo di mercante d’arme dell’economia francese più in gara che in alleanza con quella inglese, e irretisce Berlino sia sul nuovo panzer europeo sia sul nuovo caccia di superiorità aerea di sesta generazione per la difesa dei cieli e emargina Roma, che fanno tanti giornalisti italiani? Che informazioni forniscono, su cosa starnazzano? Reggono il moccolo, la coda e cos’altro a ficolaurandreamattidelrio, tristissimi eredi dei Bersantinotti e del tristissimo trio distruttore dababe (D’Alema, Bassanini, Berlinguer)?
Che faranno i tanti apprendisti semianalfabeti e sempliciotti se non rozzi dei 5stelle e della Lega? I loro consulenti e esperti potranno persuaderli rettamente? I loro colleghi preparati e previdenti li potranno aiutare con proficuità?
Gli scenari internazionali corrono a una velocità incredibile, le nubi oltre l’orizzonte e lungo l’orizzonte diventano sempre più fitte. Per non rimanere, in particolare, subalterni e succubi dell’alleato “nemico” Trump e delle pericolosissime trame sioniste, cosa fare? Come recuperare il gap tecnologico con gli USA e i suoi F22 Raptor e F35 e con i velivoli e missili russi in meno di quindici anni?
Ambasciatori, ammiragli, generali e capitani d’industria potranno sopperire in questo passaggio molto delicato della politica nazionale e euromediterranea, “eufrasica,” alla deficienza congenita della tarata partitocrazia italiana e dell’odierno governo? O rimarremo tutti impigliati nelle corrosive fanfaluche degli “stranieri” Partito Disastro e Liquefieds and Untouchables e delle accolite imprenditoriali dell’immigrazione clandestina e dello sviluppo delle (dis)economie parassitarie? Aspetteremo ancora le grottesche balle del connubio ficolaurandreamattidelriofiano
potenziato dalle ventole marcate gran paraculo Vendola?
Il prossimo mese, torneremo sugli aspetti cruciali della politica della difesa nazionale e europea e del correlato sviluppo degli investimenti nella tecnologia avanzata con delle nostre valutazioni. – D. C.
Farnborough Air Show
Nel centenario della costituzione della Royal Air Force (RAF), l’edizione 2018 del salone internazionale di Farnborough si è presentata come la più grande, con sei ulteriori padiglioni internazionali rispetto al 2016, ed un’ampliata partecipazione cinese, giapponese ed americana rispetto alla passata edizione, nonostante il dossier Brexit e le trattative con l’Unione Europea per l’uscita da quest’ultima. Questa situazione ha stimolato il Governo britannico ed il relativo Ministero della Difesa, unitamente all’industria aerospaziale nazionale, verso nuovi ed importanti programmi atti a sviluppare ulteriormente il peso del Paese in questo specifico settore.
L’evento-notizia che ha tenuto banco nel corso del salone è stato la presentazione del programma Tempest, nel corso di una cerimonia che ha visto lo scoprimento del simulacro a grande naturale del futuro velivolo da combattimento di sesta generazione destinato alla Royal Air Force (RAF), alla presenza del Ministro per la Difesa britannico Gavin Williamson, del Capo di Stato Maggiore della RAF e del management dell’industria britannica che parteciperà al programma insieme a quella estera.
Presentato in contemporanea con la pubblicazione della Combat Air Strategy britannica, il documento programmatico della Difesa nel campo dello sviluppo e produzione futura dei velivoli da combattimento, il programma Tempest rappresenta per la Gran Bretagna l’elemento cardine del futuro dell’industria aeronautica nazionale.
“La Gran Bretagna è stata un leader mondiale nel settore dei velivoli da combattimento per un secolo, grazie a capacità e tecnologia nazionale, e questa strategia (Combat Air Strategy) evidenzia chiaramente che siamo determinati a fare in modo di rimanere tali”, ha detto il Ministro della Difesa britannico in occasione della cerimonia, aggiungendo che “l’industria della Difesa britannica è una forte sostenitrice della prosperità nazionale, con la creazione di migliaia di posti di lavoro in un settore particolarmente avanzato”.
Il programma Tempest
Circa 2 miliardi di sterline pari a circa 2,6 miliardi di euro sono stati destinati dalla Strategic Defense and Security Review del 2015 per lo sviluppo tecnologico associato ad una futura piattaforma aerea e circa 50-60 programmi di dimostrazione tecnologica sono previsti nei prossimi anni. Alcuni di questi programmi saranno sostenuti economicamente dall’industria, altri condivisi al 50% con il Governo.
Poiché tale investimento rappresenta soltanto una frazione dei fondi necessari allo sviluppo di una nuova piattaforma aerea, come viene indicato in più parti del documento sulla ‘Combat Air Strategy’, la Gran Bretagna guarda ad altri partner o partnership internazionali per lo sviluppo della nuova piattaforma, come meglio approfondiremo oltre.
“Uno sviluppo e partenariato internazionale nel settore dei sistemi aerei da combattimento è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi posti a livello nazionale e per la gestione dei relativi costi”, indica specificatamente il documento. Nonostante la consapevolezza che sia necessaria un programma partecipato anche se a leadership nazionale, in occasione del salone e nell’ambito del documento sulla ‘Combat Air Strategy’ è stato evidenziata una tempistica del programma particolarmente aggressiva.
Il Ministro della Difesa britannico vuole stabilire un ‘business case’ per il programma da fissarsi entro la fine del 2018. Dovrà seguire una serrata serie d’incontri con partner internazionali, la cui valutazione iniziale delle rispettive opzioni di collaborazione dovrebbe essere completata entro l’estate del 2019, mentre entro la fine dello stesso anno dovranno essere affinati i requisiti operativi per definire le capacità e le possibilità di collaborazione.
Tale attività consentirà al Ministero della Difesa di confermare entro al fine del 2020 le capacità richieste, l’approccio di partenariato, costi e tempistiche del programma, mentre la decisione finale sugli investimenti dovrà arrivare nel 2025, affinché il nuovo velivolo potrà affiancare e volare insieme alle piattaforme Lockheed Martin F-35 ed Eurofighter Typhoon nel 2035.
La costituzione del Team Tempest, comprendente il Ministero della Difesa, il Rapid Capability Office (RCO) della RAF ed i partner industriali comprendenti BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo UK e MBDA, è stato annunciato soltanto lo scorso aprile, ma l’industria britannica sta lavorando sulle tecnologie associate ad un futuro velivolo da combattimento da oltre due anni, nell’ambito del Future Combat Air System Technology Initiative (FCAS TI).
Il mock-up a grandezza naturale che è stato presentato al salone ed a forze aeree di paesi alleati ed amici (fra cui Svezia e Giappone) potenzialmente interessati nel corso dell’International Air Tattoo 2018, raffigura un velivolo stealth di grandi dimensioni, bimotore con ala quasi a delta eccetto che per il bordo d’uscita disegnato per mantenere la segnatura stealth ed impennaggi di coda inclinati verso l’esterno.
Sebbene il disegno del simulacro non può considerarsi definitivo, secondo quanto divulgato e rappresentato in un ampio pannello esplicativo, il velivolo potrebbe essere pilotato o non pilotato, con sistema propulsivo di nuova generazione ad architettura con ciclo variabile, prese d’aria con condotti completamente schermati e sistema di controllo della spinta, abbinato ad un innovativo e potente sistema per la produzione elettrica destinato ad assicurare il funzionamento dei nuovi sistemi di bordo e d’arma in particolare quelli ad energia diretta.
A questi s’aggiunge un cockpit senza display e strumentazione di backup che sfrutta, come meglio vedremo, la realtà aumentata e le capacità di rappresentazione delle informazioni di missione e gestione dei sistemi di bordo attraverso il sistema di visualizzazione montato sul casco ed il movimento delle mani, in aggiunta ai comandi integrati di volo (compresi quelli vocali) per gestire l’intera missione. Secondo quanto dichiarato dal Air Strategy Director di BAE Systems Michael Christie, le dimensioni e la configurazione del simulacro sono dettate dalla necessità di ospitare una baia di grandi dimensioni per il carico pagante, sia che si tratti di armamento, sensori o carburante addizionale.
Una delle illustrazioni sul pannello esplicativo presentava una baia in grado di alloggiare mini-droni da poter essere lanciati ed operare in sciame come meglio vedremo. In aggiunta all’armamento iniziale fornito da MBDA e rappresentato dal missile a lungo raggio con sensore attivo Meteor ed il munizionamento stand-off di ridotte dimensioni e capacità d’ingaggio ognitempo SPEAR (Selective Precision Effects At Range) Capability o Cap 3, la nuova piattaforma è stata concepita per impiegare in futuro missili ipersonici e sistemi d’arma ad energia diretta.
Come già anticipato nell’ambito dell’iniziativa del Ministero della Difesa britannico FCAS IT e grazie ai diversi programmi dimostrativi compresi quelli nel settore dell’intelligenza artificiale, dei velivoli senza pilota e quelli legati allo sviluppo e dimostrazione di cockpit intelligenti basati su sistemi di visualizzazione delle informazioni montati su casco e realtà aumentata, sistema di missione ad architettura aperta (in corso di sviluppo insieme alle altre principali industrie britanniche di settore fra cui Leonardo) nell’ambito del programma Pyramid, in aggiunta alla sperimentazione di materiali avanzati, nuove tecniche e strumenti per la costruzione dei velivoli da combattimento, BAE Systems ha portato avanti e mantenuto nel tempo le capacità per sviluppare nuovi velivoli da combattimento, che potrà travasare e sfruttare per il programma Tempest.
Quest’ultimo rappresenta per Rolls Royce l’opportunità per implementare la completa gamma di tecnologie per i futuri velivoli da combattimento oggi in fase di sviluppo da parte del gruppo. Così come sono stati concepiti i futuri sistemi propulsivi in fase di sviluppo da parte dei costruttori motoristici americani General Electric e Pratt & Whitney e come sta studiando il gruppo MTU Aero Engines, il sistema propulsivo prescelto presenta un’architettura a ciclo variabile che consente di ottenere elevate capacità in combattimento ed al tempo stesso di passare ad un consumo ridotto di carburante per estenderne il raggio d’azione ed ottenere un’autonomia maggiorata.
Secondo Rolls Royce, il Tempest sarà equipaggiato con quello che viene definito un “futuro sistema di propulsione e generazione” che rappresenterà un’evoluzione non solo in termini di spinta, in quanto avrà una densità di potenza maggiore rispetto ai motori di oggi, ma anche in termini di generazione di energia elettrica
al fine di poter imbarcare sistemi ad energia diretta o armi laser e soddisfare i requisiti presenti e futuri in termini di guerra elettronica anche attraverso le aperture conformal del futuro sistema radar a scansione elettronica attiva ed altri sensori sia attivi che passivi. Un’altra caratteristica fondamentale sarà la gestione della segnatura termica grazie a specifici condotti d’aria che ridurranno la temperatura complessiva del sistema ed i gas di scarico.
A questi s’aggiungono sistemi di nuova generazione per l’ispezione ed il controllo manutentivo attraverso robot miniaturizzati e strumenti basati su fibre ottiche intelligenti in grado d’inserirsi all’interno del motore. “Quale campione nazionale per la Gran Bretagna nel settore dell’elettronica avanzata per la difesa, siamo orgogliosi di far parte del Team Tempest.
L’attività che abbiamo condotto con programmi R&D quali il FOAS ed il FCAS ha permesso di sviluppare in modo significativo le nostre conoscenze riguardo la complessità dell’elettronica richiesta dai futuri scenario di combattimento aereo, consentendoci di essere pronti a sostenere le future richieste della RAF”, ha detto Norman Bone, presidente e direttore generale di Leonardo UK. Quest’ultima ha lavorato con il Ministero della Difesa sul programma FCAS IT dal 2012, ed ancora prima con il programma FOAS, sviluppando concetti per la futura generazione di tecnologie per sensori e sistemi per le comunicazioni.
Il ruolo di Leonardo
Nell’ambito del Team Tempest, Leonardo maturerà le tecnologiche critiche per fornire la nuova generazione di sensori e sistemi di comunicazione in parallelo all’avanzata architettura di sistema cosiddetta ‘aperta’ che consentirà di raggiungere un nuovo livello d’integrazione per quanto riguarda l’impiego dei sensori nell’ambito di un sistema operativo. Leonardo provvederà a far maturare le tecnologie richieste attraverso un approccio sistematico comprendente studi di fattibilità, test di laboratorio ed ai banchi di prova.
In particolare, Leonardo è uno dei principali attori del programma gestito dall’RCO della RAF e chiamato Pyramid che ha lo scopo di sviluppare un’architettura di sistema cosiddetta aperta per le future piattaforme aeronautiche quali il programma Tempest. Sempre più complesso e costoso, il software dei sistemi di missione deve adattarsi alle sfide delle minacce sempre in evoluzione ed alla richiesta di nuove capacità. Il programma Pyramid è destinato allo sviluppo di architettura di sistema di missione ‘aperta e riutilizzabile’ unitamente ad una suite di componenti software riutilizzabili. Tale approccio consentirà il riutilizzo sistematico del software, riducendone i costi di sviluppo e supporto ed i tempi necessari all’implementazione delle nuove capacità, assicurando al contempo una più elevata interoperabilità fra i sistemi.
Tale approccio consentirà inoltre ai partner o ai clienti export di integrare velocemente e senza difficoltà i propri sistemi di missione. Secondo quanto dichiarato da Leonardo, le principali capacità che verranno dimostrate includono le architetture integrate di sensori multibanda e per la protezione della piattaforma e la fusione delle rispettive informazioni, tecnologie avanzate per la sensoristica elettro-ottica/infrarosso e per i sensori radar multifunzione, a cui s’aggiungono capacità complete nel settore della guerra elettronica ed una robusta capacità ad ampio spettro nel settore delle comunicazioni.
Leonardo UK ha un’ampia esperienza nel settore dei radar, comunicazioni ed IFF, sensori elettro-ottici e per la guerra elettronica e della loro integrazione su di un’ampia gamma di piattaforme maturata grazie ad importanti programmi multinazionali quali i velivoli da combattimento Tornado, Typhoon e Gripen E, oltre ad una serie di programmi nazionali ed internazionali.
MBDA per il Tempest
Come la forte partnership fra MBDA ed il MoD britannico “ha già cambiato il paradigma nello sviluppo dei sistemi d’arma complessi per il Regno Unito, fornendo alla Forze Armate britanniche capacità di prim’ordine e risparmi in termini di tempo e soldi, il Team Tempest ha le potenzialità di fare lo stesso per il FCAS”, ha dichiarato Chris Allam, direttore generale di MBDA UK in occasione della cerimonia.
“Il punto di partenza per MBDA sono gli innovativi sistemi d’arma rappresentati dal missile aria-aria a lungo raggio Meteor e dalla munizione aria-superficie stand-off SPEAR Cap 3. Questi ultimi costituiscono un approccio a basso rischio per la fase di dimostrazione delle nuove tecnologie e capacità previste per la nuova piattaforma”, ha specificato Paul Mead, direttore dello sviluppo del business del gruppo MBDA.
La roadmap evolutiva del sistema aria-superficie vede lo sviluppo e produzione della munizione nella versione basica destinata ad entrare in servizio con l’F-35 nel 2025. Caratterizzata da ridotte dimensioni e pesi contenuti (nell’ordine dei 100 kg), un sistema propulsivo incentrato su turbojet e da ali dispiegate al lancio che assicurano una portata non divulgata ufficialmente ma riportata in circa 130 km, il sistema Selective Precision Effects At Range Capability 3 (SPEAR Cap 3) è praticamente un mini-missile da crociera che dispone di un sistema di navigazione intermedia INS/GPS e guida terminale con sensore millimetrico e laser semi-attivo, a cui s’aggiunge un data link a doppia via (per la trasmissione ed il ricevimento d’informazioni dalla munizione, assicurando l’aggiornamento dei dati sul bersaglio ed un eventuale cambiamento del medesimo in aggiunta all’aborto della missione).
Nel corso della conferenza stampa tenutasi durante la manifestazione aerea dell’International Air Tattoo 2018, nel weekend precedente al salone di Farnborough, la RAF ha annunciato che la munizione verrà integrata anche sul velivolo Eurofighter Typhoon aprendo la strada anche all’export. “lo sviluppo e l’integrazione sull’F-35 del sistema d’arma aria-superficie stand-off con capacità net-centriche SPEAR Cap 3, rappresenta il punto di partenza della panoplia di sistemi d’arma destinati al velivolo di nuova generazione”.
Nella roadmap evolutiva della munizione, è previsto lo sviluppo di una variante per la guerra elettronica da svilupparsi insieme al gruppo Leonardo, sfruttando le tecnologie applicate al sistema Brite Cloud. La definizione della nuova variante è nella fase finale di discussione con la RAF ed un contratto potrebbe essere assegnato entro la fine dell’anno.
Similarmente a quanto previsto per la munizione SPEAR Cap 3, anche per il missile a lungo raggio di quinta generazione e guida attiva Meteor, destinato ad entrare in servizio a partire da quest’anno, si prevede almeno un programma di miglioramento delle capacità (Capability Enhancement Program) per affrontare le future minacce e contesti operativi, considerando anche che il velivolo di nuova generazione dovrebbe acquisire una capacità operativa iniziale nel 2025.
A più lungo termine nell’ambito delle attività dimostrative legate alla nuova piattaforma, quest’ultima è previsto venga equipaggiata con il sistema o la famiglia di sistemi d’arma a lunga portata in fase di sviluppo concettuale congiunto anglo-francese nell’ambito del programma Future Cruise/Anti-Ship Weapon (FC/ASW) che il Ministero della Difesa britannico indica come Spear 5.
Il futuro sistema d’arma è destinato a rimpiazzare l’attuale famiglia di munizioni aria-superficie stand-off Storm Shadow/SCALP EG ed antinave Exocet/Harpoon a partire dagli anni 2030. Come peraltro era evidenziato dai disegni relativi alla nuova piattaforma ed alle relative capacità e tecnologie, il team Tempest sta valutando nuovi concetti.
“Il programma dimostrativo Dragonfire per un laser ad alta potenza portato avanti da MBDA insieme a Leonardo e QinetiQ, è destinato a testare e definire le tecnologie che verranno applicate al sistema per l’impiego navale. Nell’ambito dei piani evolutivi di tale capacità, si prevede di sviluppare versioni per l’impiego terrestre ed aeronautico che potranno trovare applicazione nel medio-lungo termine, fra cui la stessa nuova piattaforma”, ha rivelato Mead. La RAF ed il team Tempest stanno anche valutando mini-droni a basso-costo con capacità net-centriche, il cui sviluppo potrebbe prende slancio dalle tecnologie applicate o applicabili allo SPEAR Cap 3.
Secondo quanto è emerso, tale concetto è legato al progetto dimostrativo LANCA (Lightweight Affordable Novel Combat Aircraft) portato avanti dal Rapid Capabilities Office (RCO) della RAF, facente parte del più ampio spettro di iniziative del Ministero della Difesa britannico destinate ad investigare soluzioni per rispondere ai requisiti delle future piattaforme aeree, quale è il programma Tempest.
Il programma dimostrativo LANCA guarda ad una piccola piattaforma non pilotata facente funzione di gregario (‘wingman’) che possa essere di supporto alle tradizionali piattaforme pilotate nell’ambito di contesti operativi e spazi aerei particolarmente difesi dall’avversario.
L’impiego di questi droni dovrebbe avvenire in sciami sotto il controllo della piattaforma pilotata, e secondo quanto risulta ad AD, con possibile recupero successivo da piattaforma aerea, terrestre o navale, al fine di un eventuale riutilizzo. MBDA sta guardando al pari di altre società nell’ambito della propria famiglia di prodotti e tecnologie applicate per soddisfare tale requisito.
Con i sistemi d’arma Meteor e SPEAR Cap 3 e le rispettive prestazioni e capacità, MBDA pensa di avere le tecnologie che possano evolvere in una capacità rappresentata da droni a basso costo operanti in sciami nonché di strike a lunga portata quale espressa dal futuro FC/ASW. Nell’ambito della presentazione effettuata al salone, fra i sistemi d’arma destinati alla nuova piattaforma si è parlato anche di missili ipersonici, che lo stesso programma FC/ASW potrebbe potenzialmente soddisfare, secondo quanto già evidenziato in precedenza.
La partecipazione internazionale al Programma Tempest
Come evidenziato dal documento programmatico ‘Air Combat Strategy’ del Ministero della Difesa britannico, la Gran Bretagna non può portare a maturazione e quindi sviluppare e produrre il velivolo di sesta generazione senza sviluppare partnership a livello internazionali. In tale ambito, analisti e rappresentanti industriali europei hanno avanzato la possibilità che la presentazione del programma Tempest rappresenti una posizione da cui entrare nel programma franco-tedesco a guida francese per un nuovo velivolo da combattimento con un maggior peso. Secondo quanto dichiarato dal CEO di Airbus Defense and Space, Dirk Hole, la realizzazione di due nuovi velivoli da combattimento a livello europeo non sarebbe sostenibile dall’industria e dai paesi europei interessati.
A tale affermazione si aggiunge quella del CEO del gruppo Airbus che ha avanzato l’ipotesi di un nuovo consorzio al pari di quello che è stato fatto con MBDA nel settore degli armamenti. A parte il dossier legato alla Brexit ed alle relative trattative fra la Gran Bretagna e l’Unione Europea, il Regno Unito e la propria industria aeronautica stanno cercando, mantenendo la leadership del programma, sbocchi di collaborazione sul mercato dell’esportazione, dove BAE Systems sta cooperando con l’industria turca per lo sviluppo di un velivolo da combattimento indigeno mentre in Giappone, con il quale ha instaurato accordi governativi nel campo della Difesa offrendo e partecipando allo sviluppo di un nuovo sistema d’arma aria-aria a lunga portata basato sul missile paneuropeo MBDA Meteor, di cui parleremo oltre, ha risposto alle richieste d’informazioni (RfI) emesse dal locale Ministero della Difesa per lo sviluppo di un nuovo velivolo da combattimento.
Nel corso del salone sono stati avviati incontri anche con l’USAF ed il Dipartimento della Difesa americano, in vista di un’ipotetica convergenza sui requisiti e capacità del programma per l’aeronautica americana denominato Next Generation Air Dominance and Penetrating Counter-Air, per un velivolo di nuova generazione.
Secondo quanto emergerebbe, il Ministero della difesa britannico e la RAF hanno affermato di essere più avanti rispetto al programma franco-tedesco, con divergenza di requisiti ed entrata in servizio anticipata rispetto alla nuova macchina continentale. Per questi motivi e la volontà di mantenere una leadership complessiva, analisti nazionali hanno evidenziato la possibilità di partnership con un altro paese rappresentato dall’Arabia Saudita a cui la Gran Bretagna, nell’ambito della futura visione dell’industria nazionale, ha proposto la produzione locale dell’addestratore Hawk.
Le ampie finanze dell’Arabia Saudita rappresenterebbero un’importante punto di partenza, ma altri fattori devono essere tenuti in considerazione, come il trasferimento di tecnologie classificate che per la Gran Bretagna, come per altri paesi, rappresentano qualcosa di irrinunciabile.
Anche l’Italia nel Programma Tempest?
Se la Gran Bretagna guarda a partnership internazionali per portare a termine il proprio ambizioso progetto, una delle Nazioni che potrebbero avere interesse alla partecipazione al programma è l’Italia.
L’importante contributo di Leonardo UK alla realizzazione del programma Tempest è già stato evidenziato e come affermato dal suo CEO Alessandro Profumo, “Leonardo ambisce a essere nel cuore dei programmi di difesa in Europa e guarda a questa iniziativa nel Regno Unito, nata con in mente la prospettiva di ulteriori future collaborazioni internazionali, come ad un programma che andando avanti potrebbe includere le Forze Aeree Italiane”.
Nel corso del salone di Farnborough 2018, e dell’incontro bilaterale fra i Ministeri della Difesa britannico ed italiano, quest’ultimo in visita ai padiglioni ed agli stand dell’industria italiana, hanno siglato una dichiarazione d’intenti (head of agreement) per rafforzare ulteriormente la partnership a livello strategico tra i due Paesi, nel settore militare e dell’industria di settore.
Entrambi i paesi dispongono dei medesimi velivoli da combattimento per il prossimo e medio futuro, rappresentati dal Typhoon e dall’F-35, anche se le più ridotte capacità finanziare e dictat non-potenzialmente offensivi per le capacità delle Forze Armate Italiane, rendono più complicato offrire un forte contributo alla roadmap evolutiva dei due velivoli.
Tale incapacità e l’interesse a non perdere il treno con la Gran Bretagna, Brexit e Comunione Europea permettendo, potrebbe influire sulla partecipazione dell’Italia ed in particolare potrebbe portare ad una posticipazione o eventualmente tagli del programma d’acquisizione dell’F-35 per consentire la disponibilità economica necessaria a contribuire al programma Tempest, anche se le spinte verso una difesa ed industria più europeistica, potrebbero influire e mantenere l’attenzione per il programma franco-tedesco, nel caso in cui vi fossero possibilità di manovrare e forte contributo italiano al progetto.
Gli sviluppi del Typhoon
In attesa della piattaforma da combattimento di sesta generazione, il Ministero della Difesa, la Royal Air Force e l’industria aeronautica nazionale capeggiata da BAE Systems, Leonardo, MBDA e Rolls-Royce sono coinvolti nell’introduzione di nuove ed ulteriori capacità per il velivolo Typhoon FGR4, destinato a rimanere in servizio fino al 2040 ed oltre, già oggetto d’importanti miglioramenti nell’ambito del programma Centurion. Quest’ultimo è destinato ad introdurre nuove armi nonché modifiche e sistemi d’arma già nell’inventario della RAF, che altrimenti verrebbero perse con il ritiro dal servizio del Tornado GR.4 nei primi mesi del 2019.
La RAF e l’industria hanno annunciato che le prime macchine modificate per l’impiego dei sistemi missilistici MBDA a lunga gittata da strike Storm Shadow ed aria-aria Meteor sono già stati consegnati ai reparti operativi, in anticipo rispetto alla data ufficiale d’introduzione in servizio nel marzo 2019. La prima fase del programma Centurion prevede le modifiche per l’impiego dei missili Meteor e Storm Shadow (Phase 2 Enhancement, P2E), mentre la fase 2 (Phase 3 Enhancement, P3E) incentrata sul sistema Brimstone 2, è previsto che completi l’attività di validazione entro la fine del 2018.
Come anticipato, nel corso dell’International Air Tattoo 2018 e del salone di Farnborough, la RAF ha annunciato che la componente di velivoli Typhoon FGR4 riceverà ulteriori aggiornamenti, sistemi d’arma ed elettronici per potenziarne le capacità e fronteggiare le future minacce. In particolare, per quanto riguarda i sistemi d’arma sono stati indicati il munizionamento stand-off SPEAR Cap 3 ed i futuri sistemi aria-superficie a lungo raggio/antinave (FW/ASW) destinati a rimpiazzare lo Storm Shadow ed Harpoon nell’ambito della capacità SPEAR Cap 5.
Per quanto riguarda invece il sistema di missione, cockpit, sensori e sistemi per la protezione del Typhoon, sono stati indicati il casco digitale con sistema di visualizzazione e designazione bersagli diurno/notturno BAE Systems Strike II, il sistema di designazione bersagli di ultima generazione Rafael Litening V, una versione ulteriormente più capace del nuovo radar con antenna riposizionabile a scansione elettronica attiva o Captor-E e la suite per la protezione passiva ‘Pretorian’ potenziata.
Non sono stati divulgati dettagli né indicate tempistiche e fondi da allocare, ma per quanto riguarda il sistema radar AESA, il Ministero della Difesa britannico e la RAF hanno manifestato l’interesse per capacità d’attacco elettronico (EA, Electronic Attack) e di riprogrammazione per operare in nuovi contesti operativi e fronteggiare nuove minacce.
Nel caso invece della protezione passiva e quindi del sistema di protezione passiva (DASS, Defensive Aid Sub-System) Pretorian, pannelli divulgativi indicano un sistema dispenser intelligente con capacità incrementate per chaff e flare, l’adozione del decoy a radio frequenza (RF) attivo Leonardo BriteCloud, le cui evoluzioni consentiranno di sfruttare le capacità di programmazione del sistema dispenser intelligente, incrementando le capacità di sopravvivenza della piattaforma lanciatrice. Infine, sono stati indicate ‘avanzate capacità di localizzazione delle minacce’ e quindi passive e di geo-localizzazione avanzate e tecnologie non meglio specificate ma che dovrebbero consentire una maggiore protezione attraverso lo scambio dati tra piattaforme diverse.
Il futuro del velivolo da combattimento Eurofighter Typhoon è stato anche al centro della conferenza stampa del gruppo paneuropeo, che ha visto l’attiva partecipazione del CEO, Volker Paltzo.
Con 623 velivoli ordinati di cui 542 consegnati (di cui circa 500 sono in servizio con le Forze Aeree dei paesi europei), ed una serie di gare in atto e di prossimo lancio, come nel caso della Germani, Belgio, Bulgaria, Finlandia, Polonia e Svizzera, che potrebbero proiettare la produzione del velivolo ben entro gli anni 2030, il consorzio costruttore ed i paesi facenti parte del medesimo stanno lavorando alla definizione dei requisiti – oltre 500 di questi ultimi sono stati e vengono discussi – e della roadmap tecnologica che consentiranno alla macchina di operare nei futuri contesti operativi e contrastare con efficacia le nuove minacce.
Secondo quanto dichiarato ed emerso nel corso della conferenza stampa, il consorzio starebbe lavorando a quattro grandi macroaree riguardanti le prestazioni e la panoplia di armi, le capacità net-centriche e il connubio sensori-rappresentazione delle informazioni.
In particolare per ridurre i tempi di risposta a minacce tecnologicamente avanzate e le tempistiche fra la scoperta e la distruzione dei bersagli in situazioni in continua evoluzione come i moderni e futuri contesti operativi, il consorzio sta valutando l’adozione di equipaggiamenti net-centrici per le comunicazioni che consentano al velivolo di essere un nodo del network operativo grazie all’adozione di apparati SATCOM, data link di nuova generazione o avanzate capacità per assicurare comunicazioni a bassa osservabilità.
Al pari dell’incremento del flusso d’informazioni, il consorzio sta lavorando al miglioramento dell’interfaccia uomo-macchina per ridurne il carico di lavoro, potenziando al contempo le capacità di visualizzazione e gestione delle medesime attraverso principalmente l’adozione di un display centrale di grandi dimensioni (large area display) che andrebbe a rimpiazzare la configurazione attuale con tre display di medie dimensioni, a cui s’aggiunge un casco con potenziate capacità di visualizzazione delle informazioni e designazione bersagli ognitempo, rappresentato dal sistema BAE Systems Striker II.
In parallelo è prevista l’adozione del radar a scansione elettronica attiva (AESA) o Captor-E a cui s’aggiungeranno potenziate capacità di elaborazione delle informazioni e nuove capacità, fra cui anche se non affermato o confermato ufficialmente, l’attacco elettronico.
A questi s’aggiunge un sistema propulsivo potenziato basato sull’attuale e capace turbofan Eurojet EJ200, i cui miglioramenti consentiranno di disporre di una potenza maggiorata del 15% al fine di mantenere o migliorare le prestazioni in termini di persistenza, autonomia e configurazioni d’armamento, con le più recenti multiruolo o swing-role che richiedono riserve di potenza ed efficienza a fronte di ampliati pacchetti di sistemi d’arma impiegabili.
Secondo quanto dichiarato dal CEO di Eurofighter, sono in atto avanzate discussioni con le nazioni del consorzio e quest’ultimo è confidente di poter stabilire entro la fine dell’anno le linee di sviluppo di questo piano evolutivo.
Secondo quanto risulta ad AD, in aggiunta ai miglioramenti riportati, il consorzio starebbe lavorando anche alla definizione del potenziamento delle capacità del sistema di autoprotezione del velivolo o DASS, al fine di assicurare la sopravvivenza del medesimo in contesti operativi caratterizzati da minacce sempre più evolute ed ibride, di difficile neutralizzazione o inganno.
Per migliorare la capacità del consorzio e della relativa organizzazione nella gestione del pacchetto evolutivo della macchina e nell’ampliato parco clienti e potenziali acquirenti, secondo quanto risulta a AD e secondo quanto è emerso nel corso del salone, sarebbe stato richiesto ad una società di consulenza primaria uno studio per ottimizzare i processi commerciali ed industriali del consorzio e meglio affrontare le future sfide del mercato.
Per quanto riguarda la panoplia di sistemi d’arma offerti ed in fase d’integrazione sul velivolo paneuropeo, il consorzio Eurofighter ha individuato nella terza generazione del missile MBDA Marte, l’arma per l’impiego contro bersagli navali di superficie ed in ambito costiero alla luce di un incremento della richiesta di tale armamento.
Come anticipato da AD, è stato completata con successo la prima fase (System Definition Phase) del programma d’integrazione del sistema missilistico Marte ER sul Typhoon, in attesa di un cliente di lancio. Senza specificare il cliente export, il consorzio ha confermato l’interesse formale di uno di essi, già identificato in precedenza nel Kuwait, mentre secondo quanto affermato dal consorzio, l’Aeronautica Militare italiana avrebbe lanciato la valutazione di un business case per l’integrazione del Marte ER sui propri velivoli.
Gli F-35 britannici
Nel corso del salone, anche il programma Lockheed Martin F-35 Joint Strike Fighter è stato al centro delle celebrazioni per il centenario della RAF.
Secondo quanto annunciato a seguito dell’arrivo dei primi quattro velivoli F-35B in Gran Bretagna lo scorso 6 giugno, la macchina sviluppata e prodotta da Lockheed Martin in un programma che vede la partecipazione in prima linea dell’industria inglese, ed in particolare di BAE Systems, dovrebbe raggiungere una capacità operativa iniziale con la RAF da terra alla fine del 2018, seguita da quella imbarcata sulle portaerei classe Queen Elizabeth due anni più tardi, se le prove iniziali in autunno nelle acque prospicienti le coste degli Stati Uniti orientali andranno secondo i piani.
Il Ministero della Difesa prevede di immettere in servizio 48 F-35B (tutti già finanziati) all’inizio degli anni 2020, ma non è noto se saranno acquisite macchine in altra versione rispetto al requisito totale per 138 macchine.
Problemi esisterebbero per quanto riguarda l’apparente mancanza di trasparenza in ordine ai costi a vita della flotta di F-35 da acquistare, senza dimenticare i costi per l’aggiornamento delle macchine già in linea e la mancanza di notizie sui siti che effettueranno tale attività.
Il documento programmatico ‘Air Combat Strategy’ ha comunque evidenziato che il Governo inglese farà di tutto affinché la competizione riguardante l’attività MROU (Maintenance, Repair, Overhaul and Upgrade) Phase 2 venga assegnata all’industria nazionale.
Guardando al programma in generale, nel corso della conferenza stampa tenuta da Lockheed Martin, è emerso che il programma sarà oggetto di un’inserzione rapida di capacità o sviluppo a spirale del velivolo affinché tali aggiornamenti siano disponibili al più presto senza attendere lunghi periodi o attività programmatiche manutentive a lungo termine. Nei giorni precedenti al salone, Lockheed Martin ha annunciato la selezione di Raytheon per la fornitura di un sistema di nuova generazione per la sorveglianza intorno al velivolo o DAS (Distributed Aperture System) a cui s’aggiunge una strategia per accelerare l’integrazione di una capacità di allarme automatico contro l’impatto con il terreno (Auto-Ground Collision Avoidance System).
Sempre a tal riguardo, Lokcheed Martin ha confermato che fra oggi e i velivoli Lotto 14 (LRIP 14), ci saranno una serie di miglioramenti, con il più importante o Tech Refresh 3 a partire dal Lotto 15 mentre per quanto riguarda il Block 4, ci saranno una serie d’introduzione di capacità che avverranno in serie o incrementi per assicurare una pronta risposta alle necessità operative.
Nel frattempo, è stato annunciato che è stato raggiunto un accordo di massima per il contratto riguardante i velivoli del Lotto 11 (LRIP 11) che dovrebbero essere 141. In totale al 16 luglio di quest’anno sono stati consegnati 309 macchine su 358 coperte dai LRIP 1 a 10.
Il costo per la versione F-35A dovrebbe scendere dagli attuali 94,3 milioni di dollari dei velivoli LRIP 10 agli 80 nel 2020. Nel 2018 dovrebbero essere consegnati 91 macchine, seguite da 130 nel 2019, 145 nel 2020 e 150 nel 2021 e 2022, che saliranno a 160+ negli anni successivi. Una notizia riguardante l’Italia: è stata avviata l’attività MROU sul sito di Cameri ma non sono stati divulgati ulteriori dettagli.