31 LUGLIO 2019
Fonti: Libreria universitaria, Mondadoristore, IBS
Questa pagina di storia siciliana, pressoché inedita nell’Isola della metà del Cinquecento, s’inserisce prepotentemente tra i drammatici avvenimenti europei che coinvolsero numerosi stati, sia prospicienti il mar Mediterraneo sia alcuni dell’Europa continentale.
La ricerca archivistica non vuole avere alcuna pretesa di esaustività, ma fare chiarezza su alcuni aspetti delle lotte tra Cristiani e Musulmani e soprattutto sulla vita dell’illustre personaggio messinese
Scipione Cicala, alias Sinan Baxà,
che per un trentennio divenne, inconsapevolmente, l’ago della bilancia tra due mondi in guerra.
RIVISTA MARITTIMA Aprile 2019
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Gìanlorenzo Capano
RUBRICHE
Recensioni e segnalazioni Pippo Lo Cascio
Sinan Baxà alias Scipione Cicala Il messinese al servizio dei Turchi alla Sublima porta di Costantinopoli e la cultura musulmana in Europa Ed. Giambra Terme Vigilatore (ME) 2017 Pagg. 375 Euro 15,00
L’autore, studioso di storia e archeologia del territorio siciliano e che ha al suo attivo numerosi saggi e articoli di carattere scientifico e divulgativo, descrive, in questo suo libro, alcuni aspetti delle lotte tra Cristiani e Musulmani nel XVI e XVII secolo avvenute soprattutto in Sicilia e nel Mediterraneo, attraverso la vita di Scipione Cicala, appartenente a una famiglia genovese stabilitasi poi a Messina. Molti infatti, in epoca medievale, furono «i nuclei familiari che si spostarono nell’area del Mediterraneo e del Mar Nero, ove i Genovesi avevano creato una fitta rete di basi mercantili. […] Altri ceppi nobiliari s’inserirono attivamente nell’Italia Meridionale, soprattutto tra e comunità napoletane e siciliane. […] Nell’Isola Siciliana una di queste famiglie fu quella dei Cicala» che nella prima metà del XVI secolo si trasferì, appunto, a Messina, città che, data la sua collocazione, risultava appropriata per chi voleva intraprendere la lotta al naviglio musulmano. Vincenzo Cicala (passato alla storia come Visconte), commerciante e banchiere, padre del Nostro, nacque a Genova nel 1504 da dove, dopo trent’anni, emigrò nella città dello Stretto. «Tra le tante attività commerciali e militari che intraprese, vi fu quella di armare le proprie galee contro i nemici Turchi e Barbareschi». Ebbe una vita avventurosa che lo portò anche a mettersi al servizio di Andrea Doria. Fu nemico giurato dei Musulmani tant’è che «il suo nome e le sue gesta cominciarono a circolare con insistenza nelle reggenze barbaresche e alla corte di Costantinopoli, come un nemico pericoloso da neutralizzare». Egli, nella sua attività, passava con facilità, a seconda delle circostanze, dallo status di pirata a quello di corsaro. Nel 1561, partito, assieme al figlio Scipione, da Messina alla volta della Spagna, fu oggetto di un’imboscata, a largo delle isole Egadi, da parte dei pirati Barbareschi. I due Cicala, padre e figlio, rimasero prigionieri nonostante l’iniziale interessamento di Papa Pio IV, e furono inviati in dono al sultano Solimano I il Magnifico, presso Costantinopoli e qui, secondo alcuni, Visconte spirò in un’umida cella il 12 dicembre 1564, lasciando a Messina la moglie, Donna Lucrezia, quattro figli — Carlo, che rimase sempre in contatto con il fratello Scipione, Filippo, Eduardo, Giulio — e tre figlie di cui però non si sa assolutamente nulla. Scipione, nato a Messina nel 1545, invece, dopo la cattura, entrato nelle grazie di Solimano I, si convertì alla religione islamica, assumendo il nome musulmano di Cigala Zade Yusuf Sinan, abbreviato poi in Sinan. Raggiunta la maggiore età, Sinan entrò nel corpo dei giannizzeri, raggiungendo i più alti gradi militari, fino a quello di kapudan baxà nel 1598, vale a dire grande ammiraglio della flotta ottomana; incarico che prevedeva, oltre al comando di tutti i marinai dell’Impero, anche quello delle maestranze civili e militari che operavano negli arsenali posti al suo interno. Prima di arrivare a tale livello, però, «Sinan iniziò le sue esperienze militari nella marina da guerra, conquistando presto i gradi di ufficiale e di comandante di imbarcazioni. […] Sebbene durante questa fase di vita militarizzata Sinan baxà portasse sempre a compimento le sue missioni e raggiungesse gli obiettivi che si proponeva contro il nemico cristiano ricevendo dagli esponenti del Divan attestati di stima e di onorificenze, il suo pensiero era costantemente rivolto alla famiglia, in particolare alla madre ed alla lontana patria Messina i cui ricordi cominciavano ad affievolirsi. Non di rado con la sua nave “capitana”, che precedeva il convoglio dall’ar-
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Editore: Giambra
Autore: Pippo LoCascioù
Titolo: Sinan Baà, alias Scipione Cicala
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Collana: La nostra terra
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Data di Pubblicazione: aprile 2017
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EAN: 9788898311804
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ISBN: 889831180X
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Pagine: 380
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Formato: brossura
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Prezzo: € 15,00