03 Febbraio 2020
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ANDALUSIA E TERRA DI CIRCE.
MIRAGGI MEDITERRANEI
Omaggio a Adela Ojeda
Inaugurazione: 8 febbraio 2020, ore 17,00
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Apertura dell’8 al 23 febbraio 2020
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C.C. Morbella – Latina
– giardini di Ninfa;
– parque del Capricho-Madrid;
– flamenco(ballerine)
acquerelli e oli
Presenta Osvaldo Martufi Bausani
Adela Ojeda, pittrice andalusa con marito e figli italiani, nel corso della sua lunga carriera artistica, è stata presente con mostre personali e collettanee in diverse città italiane, oltre a Latina e ai centri pontini e a Roma. Come a Cadice, Palos, Siviglia e Madrid. Un particolare omaggio all’artista Adela Ojeda e alle sue due sorelle minori, Rosa e Gloria, fu reso nella sua terra natia dalla Presidenza della Banca Caja San Fernando Sevilla y Jerez, direttore culturale José Manuel Amore Garcia, a a cavallo fra il 2000 e il 2001 nella Sala de Exposiciones El Puerto de Santa Maria, con una meravigliosa mostra e con prefazione alla bella rassegna delle opere di Domenico Cambareri tradotta in spagnolo (EXPONEN IN LATINA – TRES HERMANAST PARA CANTAR ANDALUCIA).
“Adela Ojeda sfugge a una catalogazione netta in termini di scuola. Indubbiamente, nelle sue opere traspare una serie di influenze di grandi maestri, che va da Zurbaran a Goya a Van Gogh e a Gaugin, influenze sapute ben ricreare nella tecnica e nella maestria della sua grande creatività artisitica, sicché i suoi sforzi non paiono estemporanei o retrodatati recuperi scolastici o pedissequo manierismo a la page. Anzi! Adela riesce ad innestare queste grandi tradizioni pittoriche in una freschezza plastica di forme e di colori che esalta in maniera dilatativa la percezione sensoriale sicché pare affatto naturale ricorrere all’uso di un termine gustativo come fragranza per cercare di indicare le emozioni partecipative, vivide immediate e originarie simpatie, che le sue opere sprigionano negli occhi e nell’animo di chi avvicina a godere dei suoi quadri. Pittura forte di un animo femminile in cui continue esplosioni e cascate di colori creano talora vortici talora acquietamenti visivi in un conato di godimento cromatico di dame e di cavalieri, di ventagli e di cappelli, di sentieri, anfratti, prati, saline, diligenze, ritmi, merletti e scialli, cavalli e tende, trasparenze d’immagini tenui, diafane, iridescenti e limiti d’un colpo decisi, netti, improvvisi – il creativo recupero dei maestri spagnoli e dell’impressionismo in una originale e vitalizzante interpretazione -, sinuosità di corpi che scrivono la gioiosità della vita di un popolo in cui le diverse stirpi, da quella iberica a quella latina a quella visigota, hanno creato un’anima in cui la pregnanza della vita umana con gli umori segreti della terra genera una giocosità della natura e delle cose che può ben essere accompagnata anche da altri codici nel retroterra culturale che la muove la seduce e la plasma nell’animo… rivela il suo alto livello pittorico. Anche in quelle opere – come El peso de la Cruz – in cui l’intuizione artistica trova corde liriche e colori e contrasti per un’aria in cui i cromatismi ci aprono a un’irruzione della visione mistica che in terra di Spagna ha avuto una delle pagine più vivide e alte della tradizione occidentale. Tramature pittoriche che integrano le vie segrete della linfa creatriva di questa pittrice che riesce a farci amare con l’Andalusia una vita crudamente non sempre amabile, e che agisce più che come catarsi come rinnovato potenziamento della vitalità della natura umana …..– (Domenico Cambareri, Parvapolis, 2004).