Sionismo negazione dell’Occidente. Da BRICS e USA a Israele. Dopo sette anni, M. Molinari come riscriverebbe il suo articolo?

 

20 Febbraio 2020

Fonte: Geopolitica

Articolo di Maurizio Molinari

Nota di Domenico Cambareri

 

 

Il sionismo,

ideologia ‘eretica’ basata sul più implacabile e cieco esclusivismo religioso 

a carattere intrinsecamente etnico – politico, 

rappresenta il nemico più irriducibile, più pericoloso e micidiale,                

la negazione più radicale e assoluta 

dei valori filosofici, etici e politici 

che sono il cemento della cultura laica e di tutta la civiltà europea moderna e contemporanea. 

Valori che furono già i cardini della koinè filosofica e culturale tardo-antica e, su queste orme, della

meravigliosa Rinascita della civiltà europea.

 

Riproduciamo l’articolo di Maurizio Molinari apparso  su Geopolitica.it e ripreso da La Stampa.it il 23 marzo 2013. Alla luce degli eventi trascorsi da un decennio già prima di allora e poi fino ad oggi, come potrebbe riscrivere l’autore, giornalista di politica estera molto apprezzato, siffatto articolo in maniera più aperta senza presentare prospettive parziali e anche unilaterali? Riterrebbe ancora oggi le fonti intervistate e compulsate molto o poco degne di affidabilità, pure in riferimento all’ ‘altra faccia della luna’, gli USA, dichiaratamente parte in causa nei contenuti dell’articolo?

Questo, pure e non per ultimo, a maggior ragione, alla luce della sfrenata esaltazione della follia dell’invenzione ‘eretica’ sionista in cui si è esibito ieri sera il nuovo ambasciatore di Israelebombarda presso la Repubblica Italiana sullo special del TG2 RAI , e sul dissennato, criminale patronaggio esercitato dall’establishment finanziario, industriale e politico US in favore dell’entità pseudo ebraica sia all’interno della federazione degli Stati sia su scala planetaria?

A margine di tutto ciò, Molinari avrebbe da offrire all’opinione pubblica qualche pacata e disincantata riflessione personale, anche circostanziata, sugli ‘ebrei’ europei  e non (ma perfino su alcuni fra i non pseudo ebrei euroasiatici) che nel corso dei decenni e oggi con sempre più evidente risalto hanno preso e prendono le distanze dalla parossistica repressione che Israelebombarda esercita senza tregua sui palestinesi?

Pure in Italia i casi sono meno infrequenti e in giorni recenti alla RaiTv Paolo Mieli si è espresso secondo scarni termini di essenziale distinzione fra chi in Europa è di ascendenza ‘ebraica’ o israelita (la non identità qui operata è nostra) e gli Israeliani autori del “genocidio palestinese”.

Palestinesi di vera stirpe ebrea (Aby Warburg, il tedesco innamorato della Rinascenza italica scrisse di se medesimo: “di razza ebrea”)  o ‘canaanei-palestinesi’ e non ‘arabi di Palestina’, come li qualificano i fanatici razzisti, superstiziosi e invasati euroasiatici sionisti (per azione taumaturgica diventati ‘ebrei’), fondatori e esclusivi detentori dell’aberrata ‘credenza’ politico-religiosa del diritto perpetuo e esclusivo d’origine ancestrale e divina‘ su quelle terre.

Ideologia (eretica) basata sul più implacabile e cieco esclusivismo religioso a carattere intrinsecamente etnico-politico che rappresenta il nemico più pericoloso e micidiale, la negazione più radicale e assoluta dei valori filosofici, etici e politici che sono il cemento della cultura laica e di tutta la civiltà europea moderna e contemporanea? E che furono già i cardini della koinè filosofica e culturale tardo-antica e, su queste orme, della meravigliosa Rinascita della civiltà europea?

Sionisti i quali sono la più palpitante manifestazione della monomaniacale e degenerata interpretazione contemporanea creata da esponenti delle élite agnostiche e miscredenti e da quelle complici (diventate così)eterodosse delle ibride comunità israelitiche dell’Europa centro-orientale e dell’Asia centro-occidentale e di quante immigrate negli USA. Comunità fra le quali venne via via ad affermarsi l’interpretazione della mistica escatologica messianica del ritorno alla ‘terra promessa’ senza più avere bisogno di attendere la preclusiva e essenziale ‘venuta’ del predestinato’. Sionisti che sono nemici giurati sia dei giudei ortodossi che di quelli che in questo caleidoscopio costituiscono la particolarissima presenza degli “ebrei erranti”. Sionisti per i quali i legittimi abitanti della Palestina erano e sono men che ombre al mezzodì del solstizio d’estate.

Miscela ‘eretica’ che rappresenta buona parte delle ulteriori interazioni, reazioni e rinnovate esplosioni degli scellerati esclusivismi. Integralismi o meglio, appunto, esclusivismi praticati con il terrorismo sia da sette e circoli sionisti che hanno colpito e assassinato in modo clamoroso in Palestina leader di Israelebombarda che avevano cominciato a tenere in conto la realtà umana e non solo i trasognamenti del tribalismo fideistico, sia da  movimenti islamici pilotati o pure creati ad arte da Arabia Saudita, Israelebombarda, USA.

Non chiediamo a Molinari di dover rispondere a tutto quanto qui presentato, giacché alcuni aspetti li potrà affrontare in modo adeguato se è in possesso di approfondimenti storico-religiosi non di stampo confessionale.

Ritiene poi Molinari di potere dare qualche consiglio, alla luce di questi riferimenti e dei tantissimi altri possibili che probabilmente conoscerà a menadito meglio di noi, all’incredibilmente numeroso e esaltato partito italiano filosionista’ assolutamente deprivato del minimo di conoscenza e/o di obiettività storica, come ci sembrano essere Stefano Parisi, Mara Carfagna, Daniele Capezzone?

Ritiene infine Maurizio Molinari che la mossa ‘ben’ maldestra dei circoli politici sionisti e americani smerciata con forza fra le scimmiottanti frontiere occidentali di volere equiparare antiebraismo (o, non correttamente, anche se storicamente è più utilizzato, antisemitismo) e antisionismo abbia a suo avviso qualche fondamento culturale o che semmai, se dovesse esser adottata come atto normativo negli USA e in altre Nazioni, possa ridurre con pericoloso atto d’arbitrio gli spazi culturali e della libertà di pensiero? E altresì iniziare a produrre, per le sicure reattività di molteplice natura, anche dunque quelle inevitabili di elementare natura pulsionale, (i forse attesi) effetti negativi a medio e lungo termini tanto e soprattutto su quanti innocenti di origine o ‘identità’ ‘ebrea’ o israelita che si ritengono non coinvolti e estranei del tutto alle mene delle strategie statunitensi e sioniste, quanto contro il popolo statunitense e contro i sionisti?

Se vorrà rispondere in tutta libertà, ne prenderemo atto con attestazione di onestà giornalistica. – D. C.

 

Risultati immagini per sionismo negazione dell'occidente l'europa della libertà europadellaliberta.itRisultati immagini per sionismo negazione dell'occidente l'europa della libertà europadellaliberta.itRisultati immagini per sionismo negazione dell'occidente l'europa della libertà europadellaliberta.itRisultati immagini per sionismo negazione dell'occidente l'europa della libertà europadellaliberta.it

Risultato immagini per sionismo negazione dell'occidente l'europa della libertà europadellaliberta.it

 Ulteriori riferimenti alla fine della pagina.

***

 

Parte la sfida agli Usa: così Mosca e Pechino si dividono il mondo

di Maurizio Molinari

 

Di Maurizio Molinari, Corrispondente da New York per La Stampa (link all’articolo)

Il quinto summit dei Brics si celebra a Durban, in Sudafrica, con Cina e Russia protagoniste di un disegno strategico che punta a sommare risorse economiche e interessi politici per ridimensionare la superpotenza degli Stati Uniti su più scenari regionali: dall’Africa al Medio Oriente fino all’Estremo Oriente.
Alla vigilia degli incontri fra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – le economie emergenti che crescono di più – il nuovo presidente di Pechino Xi Jinping ha scelto Mosca come primo viaggio all’estero per tratteggiare con Vladimir Putin un patto ambizioso, da lui stesso illustrato nel discorso pronunciato all’Istituto russo di relazioni internazionali. «Il mondo cambia in fretta, non possiamo vivere nel XXI secolo restando imprigionati nel vecchio colonialismo. A garantire i nuovi equilibri saranno più strette relazioni sino-russe» ha detto Xi, contrapponendo l’intesa Pechino-Mosca alla «mentalità della Guerra Fredda» con cui in Cina si identificano in genere gli Stati Uniti.
A dare sostanza a tale direzione di marcia sono due tipi di convergenze. Sul fronte economico Pechino garantisce 2 miliardi di dollari di prestiti alla compagnia energetica Rosneft per raddoppiare le esportazioni di greggio in Cina, all’evidente fine di trasformare le risorse della Russia nel motore della propria crescita, puntando a creare un blocco economico capace di dare credibilità alle tre sfide dei Brics all’America: una Banca per lo sviluppo globale, un Consiglio economico per guidarla e il pensionamento del dollaro come valuta di riferimento per gli scambi internazionali.
Sul terreno strategico l’asse russo-cinese è all’offensiva disegnando una sorta di divisione di sfere di influenza. In Africa è la Cina la nazione leader, grazie a investimenti diretti che toccheranno i 300 miliardi di dollari nel 2015, portando il totale di quelli dei Brics oltre quota 500 miliardi, mentre in Medio Oriente a guidare è la Russia, come dimostra la crisi siriana che vede Pechino sostenere con il proprio diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu l’intransigente opposizione di Putin a ogni tentativo di rovesciare il regime di Bashar Assad. Se Xi plaude ai «niet» russi sulla Siria «perché non si può interferire negli affari interni di Stati sovrani» e «non si deve consegnare la Siria ai jihadisti di Al Qaeda», Putin dà luce verde al ricorso ai petrorubli per sostenere la massiccia penetrazione cinese in Africa.
Ma non è tutto, perché Pechino e Mosca hanno in comune anche il fatto di sentirsi minacciate dallo scudo anti-missile Usa come dagli accordi siglati da Washington con i rispettivi vicini, in Europa dell’Est e in Estremo Oriente. A tale riguardo è interessante notare il sostegno di Putin a Pechino nella disputa sugli isolotti Diapyu-Senkaku contesi dal Giappone, alleato di Washington.
Dietro quanto sta avvenendo, spiega Robert Kaplan stratega di «Stratfor», «c’è il disegno cinese di usare la Russia, e anche i Brics, contro gli Stati Uniti come gli Stati Uniti usarono la Cina contro l’Urss ai tempi di Henry Kissinger e Richard Nixon» ovvero «obbligare l’America a fronteggiare non solo la Cina ma più rivali sulla scena internazionale». Moises Naim, politologo della Fondazione Carnegie a Washington, vede in tale processo «la conferma dello slittamento del potere globale da Ovest a Est, come da Nord a Sud». E a confermarlo, aggiunge Kaplan, «è il fatto che a innescare l’offensiva cinese è la debolezza dell’Europa» perché «Pechino vede i bilanci militari dell’Ue che continuano a scendere e ne trae la conclusione che gli Usa possono contare meno sugli alleati».
Ma Naim, autore del saggio «The End of Power» appena uscito in America, ritiene che «i Brics non possono dormire sonni tranquilli perché se da un lato guadagnano terreno nei confronti di Usa ed Europa dall’altro ne perdono, anche loro, rispetto a un mondo più frammentato, più mobile e con le popolazioni meno disposte a farsi governare passivamente». Pechino e Mosca sono «autocrazie estranee ai sistemi democratici», aggiunge Kaplan, e questo è un ulteriore elemento di vulnerabilità perché, come dice l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Zbignew Brzezinski, «oggi è più facile uccidere 100 milioni di persone che governarle» a causa della proliferazione di partiti, siti web e cellulari. Ciò comporta per la Cina la necessità di guidare i Brics «guardandosi dalle stesse rivoluzioni che minacciano l’Occidente» riassume Naim.
Per Kaplan, autore del saggio «Monsoon», la maggiore spina nel fianco dell’asse russo-cinese è invece l’India: «New Delhi non sarà mai un formale alleato degli Usa ma per numero di abitanti, capacità militari e posizione geografica costituisce il contrappeso naturale della Cina e ciò offre agli Usa la possibilità di giocare nelle acque dell’Oceano Indiano la contropartita tesa a neutralizzare la divisione del Sud del Pianeta in sfere di influenza fra Mosca e Pechino».

 

***

Cliccare su per aprire gli articoli:

Archeologia, messianismo religioso e idiotismo fanatico …www.europadellaliberta.it › 2013/06/08 › archeologia-messianismo-re…8 giu 2013 – E’accademico dei Lincei e membro onorario dell‘American Oriental Society. … o Muro Occidentale (tutto ciò che ne resta, una semplice muraglia di sostegno … Ma non è certamente negando ogni cosa che si arriva a capire cosa sia … più oltranziste e radicali delle frange estreme dell‘ebraismo sionista, che

L’invenzione sionista e il fanatismo dell’esclusivismo religioso …www.europadellaliberta.it › 2018/11/01 › linvenzione-sionista-e-il-fan…Copia cache1 nov 2018 – L’ Europa della Libertà … Qui nuove fonti: YOUTUBE it, Petite Plaisance Blog … piange e su chi ci specula – Separare la storia europea e nazista di ieri dalla storia … Se il libro contenesse una sola parola di negazione dell‘Olocausto, perchè … Eppure l’Occidente ha cercato di ingigantirne il significato per …