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COSMO-SkyMed Seconda Generazione: l’intuizione di un successo tutto italiano
Fonte: Leonardo 09 Luglio 2020
Alle 9:54, ora italiana, dello scorso 18 dicembre partiva, dalla base spaziale europea di Kourou nella Guyana francese, il vettore Soyuz con a bordo il primo satellite COSMO-SkyMed di Seconda Generazione (CSG), dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Ministero della Difesa. Un’eccellenza tecnologica italiana, un gioiello tutto Made in Italy, il fiore all’occhiello dell’innovazione del nostro Paese nel mondo. La nuova generazione di satelliti rafforza così la leadership dell’Italia nel settore spaziale e dell’Osservazione della Terra da satellite, offrendo servizi e applicazioni volti a migliorare la salute del nostro pianeta e la sicurezza dei cittadini.
Il satellite è dotato di una peculiarità unica al mondo per un sistema spaziale, un radar ad apertura sintetica (SAR) di Seconda Generazione in grado di acquisire simultaneamente le immagini di due aree poste ad una distanza di centinaia di chilometri. Realizzato grazie ad un’intuizione tutta italiana nata nel 2014 dall’ingegnere Diego Calabrese – responsabile tecnico di Thales Alenia Space Italia per lo sviluppo di Sistema CSG –, il satellite utilizza la funzione di polarizzazione duale che, insieme all’agilità dell’elettronica e dell’antenna SAR di Seconda Generazione, permettono di acquisire, contemporaneamente, immagini di aree del nostro pianeta molto distanti fra loro. Si aprono così le porte ad un’innovazione unica al mondo, una realtà al servizio degli utenti, con la possibilità di servire, nello stesso tempo, due richieste che, per qualsiasi altro sistema satellitare, sarebbero state ingestibili perche’ in conflitto tra di loro.
Tutti i satelliti COSMO-SkyMed, che siano di Prima o Seconda Generazione, sono dotati di un imaging radar, un’antenna ad apertura sintetica che lavora in banda X, ed è quindi in grado di scrutare la Terra indipendentemente dall’illuminazione solare o dalle condizioni climatiche. Si comporta un po’ come i pipistrelli quando incontrano gli ostacoli, sfruttando però le onde elettromagnetiche. Tuttavia, il satellite CSG ha uno sguardo più acuto rispetto alla stessa famiglia di satelliti di Prima generazione, poiché è in grado di riconoscere perfettamente le forme geometriche del territorio e vedere dei dettagli, come le fronde degli alberi, nonché di trasmettere la natura del territorio e degli elementi osservati, come acqua, alberi, coltivazioni, ghiacciai, neve.
Il progetto del sensore SAR di Seconda Generazione rappresenta oggi lo stato dell’arte dei sistemi di Osservazione della Terra basati su tecnologia radar. Grazie a questa versatilità, il sistema satellitare duale, civile e militare, è applicabile in diverse situazioni, dalla sicurezza e sorveglianza di territori, alla prevenzione e analisi di calamità naturali o antropiche, e di favorire l’agricoltura riducendo costi e sprechi limitando, altresì, l’uso di pesticidi dannosi per l’ambiente, ma anche di migliorare la qualità dei prodotti, risparmiando tempo, energia e risorse idriche. Ma il CSG è indispensabile anche per monitorare frane, alluvioni, terremoti, incendi, siccità, desertificazione, deforestazione; insomma, spazierà dal monitoraggio delle infrastrutture alla prevenzione dei disastri, dalla protezione dell’ambiente a quella del patrimonio archeologico.
E’ proprio grazie al CSG che lo scorso 28 aprile abbiamo ricevuto la prima immagine del nuovo ponte di Genova, completato con l’installazione dell’ultima campata. Infatti, l’immagine panoramica, mostrava il ponte oramai completato in tutti i suoi 1067 metri di lunghezza. Ultimamente, grazie al suo occhio radar, CSG ha acquisito anche un’immagine dell’Oasi di Liwa, negli Emirati Arabi Uniti. L’Oasi si trova sul confine settentrionale del Rub’ al Khali, la grande area desertica nel cuore della penisola arabica, una delle zone più inospitali del pianeta. Le piccole aziende agricole di Liwa, grazie ad un’agricoltura sostenibile basata sull’irrigazione goccia a goccia e alle serre, rappresentano di fatto una barriera contro l’inesorabile avanzamento delle dune di sabbia, un vero e proprio muro contro la desertificazione. Questo tipo di prevenzione contro la desertificazione è possibile grazie al monitoraggio continuo dei satelliti.
CSG sarà l’alleato perfetto a vantaggio dello sviluppo dell’economia dello spazio, uno dei settori più promettenti dell’economia mondiale. L’economia dello spazio o New Space Economy, dove l’Italia ha una posizione di eccellenza grazie alle sue tecnologie, rappresenta sicuramente l’economia del futuro e del business per i decenni a venire. Le aziende che si approprieranno per prime della combinazione di tecnologia digitale e spaziale conserveranno nel tempo un netto vantaggio competitivo, offrendo prodotti e servizi innovativi che andranno a beneficio dei cittadini.
Cosmo-SkyMed Seconda Generazione (CSG)
Il Sistema CSG è stato realizzato per l’Agenzia Spaziale Italiana e per il Ministero della Difesa con un importante contributo di Leonardo, attraverso le sue controllate e partecipate. In particolare, Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) è responsabile del sistema End to End e dei satelliti Radar, mentre Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%) è responsabile del Segmento di Terra. Inoltre, Leonardo contribuisce al programma fornendo i sensori di assetto stellare per l’orientamento del satellite, i pannelli fotovoltaici e le unità elettroniche per la gestione della potenza elettrica. Attualmente, il CSG sta completando la fase di Test in Orbita che lo porterà ad affiancarsi operativamente ai quattro satelliti COSMO-SkyMed di Prima Generazione, incrementando così le capacità complessive del sistema.
e-GEOS, costituita da Telespazio (80%) e ASI (20%), è la società responsabile della commercializzazione dei prodotti e servizi offerti da COSMO-SkyMed in tutto il mondo.