24 Gennaio 2021 Autore: Enea Franza
La Cocaina Europea
Il quadro che emerge dalla Relazione Europea sulla Droga 2020, edito dall’Osservatorio Europeo sulle droghe e le tossico dipendenze, pone all’evidenza una serie di riflessione sugli sviluppi della politica in materia di droga, soprattutto alla luce del dibattito internazionale sul seguito da dare alla sessione speciale delle Nazioni Unite del 2016 sul problema mondiale della droga.
Per altro verso, il Rapporto mondiale sulla droga (World Drug Report 2020) dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga ed il Crimine (UNODC), presentato lo scorso giugno, ha reso evidente come gli sforzi fino ad ora fatti per combattere il consumo e la produzione di sostanze stupefacenti non siano soddisfacenti.
Le droghe ed il malaffare che le circonda restano, dunque, anche nel periodo pandemico, una delle questioni centrali che dovrebbe essere affrontate. La portata del fenomeno, peraltro, è ben nota. Secondo i dati dell’Osservatorio quasi il 30% degli europei ha già fatto uso di droghe illecite ed il 16% dei giovani adulti lo ha fatto negli ultimi 12 mesi. Ma si tratta di dati ante Covid19 ed in molti si domandano se, ed eventualmente in che modo, la pandemia abbia cambiato il mercato delle droghe.
I dati ad oggi disponibili, infatti, sono pochi e frammentari, ma i segnali di cambiamento non mancano. Infatti se, in un primo momento, sembrava certo che l’impossibilità di movimento ed il maggior controllo del territorio a seguito delle restrizioni, portasse un beneficio in termini di riduzione del consumo, oggi abbiamo la netta percezione che, invece, sia aumenta sia la domanda che l’offerta di droghe. In particolare, sembra particolarmente aumentata l’offerta di cocaina ed eroina.
In effetti, in tutta Europa, il canale web e l’utilizzo di app di messaggistica istantanea (come WhatsApp, Signal o Telegram) ha costituito un efficiente mezzo alternativo di contatto con i pusher e, peraltro, l’offerta è migliorata in qualità e quantità. Se si stima che nel 2017 siano state prodotte oltre 2.000 tonnellate di cocaina, la pandemia pare sia riuscita nell’ardua impresa di aumentare tale produzione record e di far lievitare i prezzi.
E’ noto che oltre il tragico bilancio di decessi dovuto in via diretta o indiretta all’uso di droghe, gli enormi profitti generati dal commercio (clandestino) delle sostanze stupefacenti ha, come ulteriore e pesante conseguenza, la corruzione e disfacimento sociale degli Stati. Ne sono un’esperienza tangibile la Colombia ed il Messico, che hanno avuto anche il poco invidiabile compito di fare da apripista, per il Sud America e l’America Centrale.
I mercati europei vedono gli Spagnoli primeggiare nel consumo di cocaina, seguiti dai Britannici che, invece, primeggiano nel consumo di amfetamine, ecstasy e Lsd. Segue quindi l’Italia con un generale crescente consumo di droghe: qui per ora sembra primeggiare solo per la cannabis.
Accanto alle droghe tradizionali, la comparsa delle droghe sintetiche sta di fatto rimodellando il mercato, e di queste nuove sostanze in Europa le organizzazioni criminali ne sta via via aumentando la produzione, attrezzandosi per una produzione interna mirata a soddisfare la crescente domanda interna. Questo panorama è altrettanto allarmante in quanto fa supporreche sia in atto una guerra commerciale per il controllo da parte delle bande rivali dei narco-trafficanti anche di questo segmento che prima o poi potrebbe sfociare in accordi di divisione del mercato oppure di esclusiva egemonia, e che non è detto che questo avvenga in modo tranquillo e senza spargimento di sangue.
Peraltro, l’incremento continuo del consumo fa disperare sulle reali capacità degli Stati di risolvere la questione droghe. Tutto questo pone in dubbio la validità dei risultati raggiunti dopo anni di politiche di contrasto anche restrittive che, alla luce dei risultati raggiunti in base ai dati disponibili, non sembrano avere avuto un reale successo, mentre è cosa certa che hanno avuto un enorme costo nelle società di tutte le Nazioni.
- Il Prof. Enea Franza è Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche UmiPace, Delegazione di Roma.