Abitare, lavorare, non disperdere energia. ‘Efficientare’ con i minimi investimenti è semplice e saluberrimo

04 Ottobre 2024 Autore: Domenico Cambareri

Ci eravamo ripromessi di tornare a scrivere qualche ulteriore informazione su ‘Energia e ambiente casa: Edilizia e Parlamento, energia e territori. Tettoia bella mia, perché ti odiano tanto? del 13 luglio scorso.

In diretto riferimento a pro della razionalizzazione efficiente e al contenimento dello spreco energetico, osserviamo due dati elementari finora, ci sembra, completamente o quasi sottaciuti da parte delle sterminate quantità d’intelligenze che si dedicano a questi settori.

Edilizia e Parlamento, energia e territori. Tettoia bella mia, perché ti odiano tanto? 13 Luglio 2024 Read more →

Il primo è quello relativo agli impianti di riscaldamento a gas che non possono essere messi in funzione se non vi è energia elettrica in linea. Con un tale sviluppo tecnologico, non pare essere cosa ridicola o addirittura demenziale il non avere progettato e realizzato un piccolo, apposito di supporto di batterie? E’ cosa davvero difficile o addirittura impossibile? Addirittura, non metterlo in commercio fornito di un pannello per la costante ricarica solare?  Nel momento in cui viene a mancare la luce, soprattutto in periodi invernali e di cattivo o pessimo tempo, come si può bloccare pure la possibilità di fruire del riscaldamento a gas? E nei giorni di diluvi, disastri delle vie di comunicazione e isolamento di più giorni di quartieri di centri abitati maggiori, di centri abitati minori e di piccole e piccolissime comunità disperse in vasti territori?

Al pensarci, questo desolante quadro risulta un qualcosa di davvero allucinante in merito al perché non si è voluto procedere su questa direzione, vulnerando gravemente le possibilità di sopravvivenza delle persone coinvolte in gravi calamità, che rimangono isolate in balia delle condizioni meteo più estreme. Quanto non dimeno, sia pure in misura minore, le moltitudini di persone, ad iniziare da quelle ammalate e fragili, che vengono private n pieno inverno per molte ore della possibilità di fruire di una temperatura degli ambienti abbastanza costante.

Un tale ‘nuovo’ doveroso ed urgente apprestamento tecnico lo si potrà dovere applicare a tutte le caldaie a gas in funzione, come confezione in vendita con il corredo delle componenti d’integrazione per l’aggiornamento della funzionalità della caldaia.

Il secondo elemento è quello relativo al miglioramento degli apprestamenti d’isolamento termico e acustico delle strutture residenziali e lavorative.

Si pensa sempre a parlare, soprattutto e giustamente, di tetti e pareti. Ma basta? No? E allora si parla di doppi e tripli vetri. Ma basta? No?

La dispersione del calore o del freddo attraverso i vetri ha dimensioni spaventose. Inutile parlare di vetri speciali, se non di quelli corazzati. Parzialissima ma sempre benvenuta l’utilizzazione di pellicole plastiche speciali contro il caldo o contro il freddo da incollare ai vetri, o, nel faida te, di millebolle ‘plasticball’, ‘pluriball’, e l’aggiunta di piccoli pannelli termoisolanti o di fogli alluminizzati da porre dietro i termosifoni.

Perché mai? Perché sono gli stessi fisici e tecnologi ad averci fornito la risposta da molti decenni. Il rapporto di dispersione del calore fra parete in muratura e finestra è di 1 a 24 o 25 in favore del muro. Il che significa, se non vi è errore di comprensione, che una qualsiasi quantità di calore che si disperde in un minuto attraverso i vetri, impiega mezz’ora prima di disperdersi attraverso la parete in muratura.

Questo raffronto potrà subire ulteriori modifiche e precisazioni in presenza di articolate tabelle comparative che tengano conto dei doppi e tripli e quadrupli vetri, e altresì di pareti isolate con i più diversi apprestamenti esterni, in intercapedine o su pareti interne e fra di loro associati. E altresì, ancora  e appunto, di plurimi apprestamenti, come finestre con più vetri + plastiche isolanti incollate ai vetri + pannelli di polistirene o altri termoisolanti inseriti nel vuoto fra finestre e serrande.

La più semplice constatazione individuale empirica porta a rilevare che fra le finestre e le serrande o le persiane sussiste uno spazio vuoto che da non meno di 3 cm. può arrivare ad oltre 25 cm. Perché finora non si è mai pensato di utilizzare questo spazio installandovi barriere mobili di isolamento?

Nella personale esperienza, alquanto sempliciotta, quasi rozza e priva delle peculiari caratteristiche previste dai protocolli tecnici – atti a garantire l’assenza di piccole fughe e microfughe d’energie e l’assenza di ‘ponti’ -, inserendo fra finestra a doppi vetri e serrande o persiane/veneziane pannelli e ritagli di pannelli di polistirene con spessore di 5 cm., con una temperatura esterna fino a 9 gradi si è constatato che si ottiene una buona e prolungata condizione di abitabilità. Il tutto, in presenza di contigue pareti con intercapedini di ben 40 cm. e pannelli di 6 cm. di lana di vetro non ad alta densità incollati sul lato interno della parete esterna, costituita da porzioni di blocchetti di cotto di ridottissimo spessore.

Questa buona fruizione diminuisce fino ai 4 gradi c. esterni, dopo di che si abbassa notevolmente. Il raffronto con le finestre non isolate risulta sempre comunque molto ben percepibile, a buon pro della vita all’interno delle strutture abitative e lavorative. Con due pannelli da 8 e da 6 cm. sovrapposti in un più ampio spazio fra finestra a doppi vetri e persiana, il risultato è stato davvero molto positivo, pure nella percezione del rumore in presenza di un vento molto forte o di suoni esterni elevati. Un’installazione sempre sempliciotta ma utilizzando questi pannelli termoisolanti in materiali fragili e precari incapsulati in materiale che ne eviti il veloce sfaldamento, e il possibile se non probabile nocumento per la salute, sarebbe più che benvenuto.

Tocca ad inventori e tecnologi e centri di ricerca e alle industrie del settore trovare e creare valide svolte produttive, anche sfruttando la possibilità d’installare in costruzioni esistenti, fornite di adeguato spazio libero fra le intercapedini, pannelli scorrevoli da inserire e disinserire fra finestre e persiane o tapparelle contigue. Ad esempio, le ferrovie adottano una tal semplice idea nei compartimenti dei vagoni letto, dove fra porta d’accesso e la struttura d’arredo figura una finestrella in cui è inserita una scaletta (qui essa viene estratta manualmente per l’uso specifico richiesto; nel nostro caso, il pannello verrebbe fatto direttamente scorrere fra finestra e persiana).

Bisogna regalare ancor in modo più esplicito l’idea per registrarsi un qualche brevetto e per avviare molteplici produzioni su larga scala?

Infine, sempre nell’ottica di realizzare contributi parziali ma qualificanti, laddove sia possibile, installare, con malte cementizie plastificanti e colle, alla base delle pareti esterne cinture quantomeno variabili fa 60 e 120 cm. di gasbeton a sua volta isolato e dallo spessore compreso fra 10 e 35 cm., quanto beneficio apporterebbe alle strutture edilizie contro la dispersione delle temperature temperate lungo assi critici, perché anche battenti sulla risalita di freddo/caldo e umidità dal suolo e sottoposti alle maggiori quantità di acque piovane ricadenti?

Inoltre, come abbiamo rilevato altre volte, mutuando e anche citando le fonti, ci sono già da tempo ulteriori alternative o quantomeno arricchimento di offerte, avendo superato i test di buone qualità convenienza e concorrenza, ai normali prodotti edili per costruzione ed isolamento, tratti dai prodotti naturali di origine vegetale, quali le radici dei funghi, le foglie di ananas, le bucce delle patate, oltre a quelle classiche come bambù, lino, paglia, juta, canapa, cocco.

Infine, rimane una pagina ancora aperta la mancata soluzione a pro delle strutture edilizie sanate che dono oltre 20 – 25 anni, senza più essere dei proprietari originari o nel loro asse familiare e parentale, continuano a subire i pesanti veti in fatto di volumetria ed altri indici, cosa che incide direttamente sull’apprestamento delle migliori condizioni di isolamento e di risparmio termico. Sappiamo che una parte, a volte non minore, degli abusi è stata dovuta al fatto che nel dopoguerra per moltissimi anni amministrazioni e consigli comunali non provvidero a redigere i nuovi piani di sviluppo urbanistico, e che quando lo fecero aprirono spessissimo le porte al caos della cattiva gestione pubblica a causa del ‘foraggiare’ le fungaie delle più diverse e contrastanti aspettative dei microcosmi di politicanti, tecnici pubblici e privati, gruppi di pressione e d’interesse estremamente vari.

Su tutti questi ambiti poi vi gira attorno e ed oramai giustamente sovrasta quello del ridurre il più possibile o perfino azzerare l’impatto degli inquinanti industriali contenuti in molti prodotti sino a livelli proibitivi, soprattutto considerandoli non singolarmente ma nel contesto di una obbligatoria sommatoria. Ricordiamo che ancora oggi la formaldeide e tanti altri prodotti sono contenuti in tantissime componenti essenziali nell’edilizia e nei suoi accessori e arredamenti. Per cui, si scrive e si parla bene contro l’inquinamento ‘in door’ e poi si scopre che Commissione Europea, Parlamento Europeo e Governi nazionali producono norme spesso risibili o che vengono non attuate ed aggirate con sicure compiacenze o inettitudini delle catene di controllo burocratico e con sanzioni del tutto ridicole. Ne sanno qualcosa gli ammalati che vengono mimetizzati, nascosti, resi senza volto affetti da sensibilità chimica multipla, MCS, malattia addirittura contrastata nei modi più scandalosi ed ignobili e falsi da delle autorità mediche nazionali sicuramente affette da eziopatologie che riconducono a ‘sindromi psicologiche’ originate da confliggenti interessi con il giuramento di Ippocrate (governo.it, Ministero della Salute, Consiglio Superiore di Sanità) quale è il caso ignominioso dell’Italia. Il nuovo ministro della Salute in carica, Orazio Schillaci, è un medico che queste tragicomiche problematiche ‘idiopatiche’ le conosce già. Rimaniamo fiduciosi in attesa di suoi passi ufficiali in grado di imporsi su un governo non meno di pastafrolla rispetto ai precedenti su questi delicati temi, e che il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, sappia in particolare offrirgli un forte appoggio agendo di concerto su tutte le filiere delle attività produttive coinvolte nel rispetto della salvaguardia della salute. Non parliamo poi dell’inettitudine del parlamento.

L’Europa della Libertà

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