11 Agosto 2009
Fonte: readme.it
Lauro de Bosis. Fu uno dei pochi antifascisti che nel pieno del successo del regime seppe sfidarlo e morire come Icaro
Non ne condividiamo assolutamente le idee, le analisi, i giudizi, ma uomini come questo vanno rispettati e additati come esempio. L’antifascismo di personaggi di piccolo cabotaggio spesso tollerati dal regime anche se quasi sempre controllati dice quanto asfittica fosse l’aria che essi respiravano e quanto grande il loro isolamento morale. I limiti ideali e programmatici del pensiero ideologico dello stesso de Bosis sono ampiamente superati dalla qualità della sua coerenza e della sua perseveranza nel realizzare un ardito progetto “in solitario” emulando le imprese aviatorie di D’Annunzio. Cosa che è macata quasi sempre a tanti italiani, da allora ad oggi. Ad iniziare da ideologi e intellettuali voltagabbana, fuggiaschi e smidollati che attesero soltanto il momento del tracollo della guerra e dello sbarco delle armate nemiche. Il volo di de Bosis su Roma fu fatale e tragico, senza ritorno, sotto il segno di Icaro. Dalle parole dello stesso de Bosis si colgono le preoccupazioni ben datate di cosa gli antifascisti non comunisti avrebbero fatto, consegnando ai “sovversivi” l’anima e la storia dell’antifascismo sia di quegli anni che… della “resistenza”. Riportiamo integralmente quanto pubblica il sito readme.it, compresi il suo testamento e le testimonianze, tra gli altri, di Gaetano Salvemini e di Giovanni Spadolini. Domenico Cambareri
Lauro de Bosis