31 Ottobre 2009
Fonte: L’Occindentale orientamento quotidiano – online
L’uovo di giornata
Finché c’è D’Avanzo c’è speranza (per il berlusconismo) in Italia
30 Ottobre 2009
Ci siamo sbagliati. Scrivendo l’uovo della giornata di ieri siamo andati troppo oltre, abbiamo pensato che per una volta – una sola per carità – nelle sudice acque dell’immoralità più torbida potesse non sguazzare (suo malgrado o volontariamente, questo non si sa) Silvio Berlusconi. Azzardando una previsione, ci dicevamo convinti che il presidente del consiglio non c’entrasse nulla con questa storia di trans, cocaina, ricatti e riscatti. Che, estraneo ai fatti, aveva solo incidentalmente partecipato alla “fiction” di Marrazzo e che anzi tutto sommato ne fosse uscito benino con quell’avvertimento lanciato a difesa del Governatore. Sommando, poi, errori ad errori, abbiamo letto addirittura questa estraneità come la possibile fine di un’era. Se Berlusconi non c’entra nulla con Marrazzo, forse è proprio vero che il berlusconismo è al tramonto. “Tutto – scrivevamo – gira allegramente e vorticosamente anche senza quello che ci avevano detto essere l’ingrediente principe di ogni storia ignobile, il motore immobile di ogni racconto immorale, oggi messo fuori gioco perché al di sopra di ogni sospetto: Silvio Berlusconi. Che sia davvero arrivata la fine del berlusconismo?”
Di quanto ci siamo sbagliati ce lo dimostra la ricostruzione che, su la Repubblica di oggi, fa – neanche a dirlo – Giuseppe D’Avanzo, una ricostruzione in cui il grande inquisitore rilegge passo dopo passo la storia del video che avrebbe incastrato Marrazzo. Tutti i passaggi: da quale mano a quale mano, con quali reazioni, verifiche, intenzioni e poi ripensamenti e soprattutto con i nomi e cognomi di quasi tutti i protagonisti per un giorno della telenovela di via Gradoli . E senza riuscire a resistere alla tentazione del pm in erba, formula domande su domande a cui probabilmente non riuscirà mai a dare una risposta. Poi però ad un certo punto D’Avanzo punta all’obiettivo: “E’ certo – scrive – che Silvio Berlusconi ha modo di vedere il video che Signorini ha consegnato a Marina. I tempi – continua il giornalista di Rep. col piglio di Sherlock Holmes – diventano determinanti. Quando il direttore di Chi consegna li immagini a Marina? Quando Marina le mostra al padre? Quanto tempo Silvio Berlusconi si rigira tra le mani il dischetto prima di telefonare a Marrazzo?” domande fondamentali, secondo D’Avanzo, per incastrare non certo i corruttori, i corrotti e i corruttibili reali di questa storia ma il Sommo corruttore, il Male assoluto, l’egoarca che vince le elezioni grazie a Emilio Fede e al suo impero mediatico.
E alla fine D’Avanzo – che nella sua cronistoria racconta persino di un fantomatico pm che avrebbe scambiato Marrazzo per Berlusconi e che avrebbe tenuto per giorni il presidente del Consiglio sulla graticola, nell’incertezza sul “che fare” con quel video tanto compromettente quanto utile in periodi elettorali – lancia l’offensiva finale, consegnando il suo pizzino al prossimo giudice con ansia da prestazione (antiberlusconiana) o da promozione: “Ora – dice D’Avanzo – le rogne sono tutte della procura di Roma perché quel che è avvenuto è chiaro alla luce del codice penale. Articolo 640, ricettazione. “Chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve o occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto o comunque s’intromette nel farli acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due a otto anni”. È indubbio che Signorini, Marina Berlusconi e Maurizio Costa, per procurarsi un profitto, hanno ricevuto quel video palesemente ottenuto con un delitto (con la violenza e la violazione del domicilio). È indubbio che Silvio Berlusconi si sia intromesso per far acquistare, prima, e occultare, poi, quella “cosa proveniente da un delitto”. Se la legge è uguale per tutti, è ragionevole pensare che la procura di Roma cercherà di capire chi ha “pilotato” i falsi ricattatori mentre invierà a Milano, per competenza, le carte di una ipotetica ricettazione.
Altro che fine del berlusconismo… Qui l’unica cosa che c’è da aspettarsi è l’apertura di un nuovo fascicolo giudiziario contro il presidente del Consiglio.