Ruggero, l’amore e il sogno sfuggito

20 Maggio 2010

Domenico Cambareri

Fonte: Parvapolis

 

Nino Piccione. La conferma di uno scrittore “forte”

 

Rosario Portale chiude la sua presentazione dell’ultimo romanzo di Nino Piccione con queste parole: << Importante cifra denotativa dell’opera è anche il linguaggio, spoglio, asciutto lineare, senza ipertrofie verbali.>> Prendo l’avvio proprio da questa oggettiva osservazione per rilevare che Il sogno e la colpa è ulteriore e conclusiva conferma di tutto il percorso letterario dell’autore. Un percorso letterario che si è svolto entro i canoni propri del romanzo contemporaneo. Piaccia o no, il romanzo contemporaneo pare che abbia voluto giocare tutto nel correre sul filo della lama di quello che in termini sociologici potremmo chiamare economia della parola e del tempo. Quasi a conferma del contestuale, ‘correlativo’ complessivo sviluppo della realtà della società occidentale sempre più dinamicamente orientata. Velocità come espressione di una condizione primaria che tutto adegua a sé come standard ineludibile e archetipo che impone / informa l’economia del tempo in ogni modalità dell’agire umano. Compresa quella estetico – letteraria. Da qui, l’asciuttezza espressiva, la sintassi estremamente semplice e immediata. Da qui, soprattutto e perciò, al contempo la scommessa del riuscire a cogliere entro questo modello espressivo il limite massimo della precisione denotativa, descrittiva. Limite che non esclude, non scarta ma implica, che vuole per di più implicare – attraverso questa ‘contraddittoria’ asciutta incisività – gli aspetti non meno rilevanti quali sono quelli del definire al contempo – e a farli cogliere al lettore – quanto inerisce ai dati intrinseci della natura umana. Gli aspetti psicologici primari innanzitutto, dunque quelli del carattere, dell’affettività, dell’interiorità. E le indecisioni e le scelte, le gioie e i dolori, le paure i terrori le bramosie le ambizioni le vigliaccherie e le violenze, le felicità le infelicità e le empatie, gli odi i rancori gli amori e i perdoni. E gli interrogativi dell’anima, talora cruciali e distruttivi. E il ruolo forte, incredibilmente trainante, condizionante, portentoso di ciò che costituisce una effettiva ‘esperienza’ onirica che irrompe nello stato di veglia e in esso incanala e detta confronti trepidanti alla coscienza chiusa in se stessa su temi che non portano ad alcun sbocco se non per ‘verità di fede’ alfine rigettata. E tutto quello che ne discende.
Un tale genere di scrittura può però irretirsi e irrigidirsi in un’apparentemente immediata e veloce, “percepita e ricreata” creatività artistica, laddove invece si risolve in un fallimento estetico che lascia il lettore interdetto e ….. stordito da una banale staticità espressiva. Il gioco è estremo. La scommessa è senza scampo. Il romanzo moderno non può offrirsi e non può offrire soluzioni alternative. Per quanto aleatorie.
Riesce, è riuscito Nino Piccione in questo intento, oppure è scivolato in una prosa lineare che stimola una lettura amena ma che alla fine ….. si dilegua in una inconcludenza letteraria, in una narrazione che è una crosta narrativa?
L’autore ha saputo sfruttare con esperienza e intuito sapienti i limiti oggettivi imposti dal romanzo contemporaneo. La sua penna corre veloce nel delineare personaggi di cui il lettore riesce a cogliere i sentimenti e quasi li sente vibrare accanto; e lo coinvolge nelle dinamiche di una trama che scorre ineluttabile, senza alcuna tregua, anche in presenza di stacchi narrativi che arricchiscono l’irraggiamento espressivo con contenuti di carattere storico-politico (quali le battaglie combattute nel momenti di massimo scontro tra la cristianità cattolica e l’impero ottomano nel momento della sua massima espansione verso occidente) e problematico. Il sogno e la colpa è opera letteraria ambiziosa. Romanzo contemporaneo e romanzo storico, romanzo realista “stringato” e romanzo d’amore, drammatico e intellettuale al tempo stesso. Esso è ambientato da Nino Piccione nel XVIII secolo siciliano, con ricchi e variegati riferimenti storico – politici, sociali e religiosi dell’epoca e s’intrama in un tutt’uno con una parte della storia della fede e della cultura cristiana che tanto hanno permeato in profondità la forma mentis, il sentire immediato degli uomini, colti e meno colti, credenti e non credenti d’Europa. In particolare quella predestinazione, che così tanti e profondi segni ha lasciato nella storia della coscienza moderna e contemporanea religiosa e laica. E’ essa, assieme a quella del ruolo svolto dall’antevedere onirico di Ruggero, che costituisce il nucleo centrale di tutta la trama in cui i destini di Ruggero, della sorella Isabella e di Paolo si snodano e corrono verso conclusioni tragiche in cui redenzione e mancata redenzione morale si consumano in maniera irreversibile nell’esclusività della scelta individuale. Nella peculiarità del romanzo, risalta a mio parere in maniera particolarmente distruttiva il come il protagonista principe, Ruggero, non sappia cogliere il messaggio del sogno: non sappia individuare in Paolo l’uomo sconosciuto a cui dal suo sogno fu convintamente legato nel destino. Ma, a differenza di Ruggero, Paolo accetterà il fio e il destino tragico in uno con la sua piena redenzione. Accetterà la condanna senza più paura della morte e del terrore della perdizione, con il suggello dell’amore di Isabella. Jung avrebbe detto:  “coincidenze significative” che ti sfiorano ti travolgono, eppure di esse non ti accorgi.
Il sogno e la colpa è il risultato di un lungo e ben maturato, sedimentato, robusto e anche raffinato esercizio letterario che non può che appagare il lettore, ogni lettore, dimostrando la bontà della sua dimensione narrativa pagina per pagina. Non meno il critico e il libraio che lo vende. Ritengo che l’autore abbia così fornito un brillante “prodotto” del romanzo contemporaneo di cui può essere arcicontento. E che può meritare un sicuro successo.
L’autore, nella ‘postfazione’, dedica l’opera al “Ricordo di un amico”: Mons. Giuseppe Lo Giudice, persona a cui è stato legato per tutta la vita, << una splendida figura di sacerdote>> che ha ricoperto molteplici e delicati incarichi dalla Sicilia a Roma, sino alla fine della sua vita terrena.
Nino Piccione, Il sogno e la colpa, Lepisma, Roma 2010, pp. 135, € 15,00