12 Febbraio 2012
Fonte: Media INAF
Francesco Rea
Per i ritardi nel progetto WFIRST
La NASA ripensa a Euclid
Secondo Space News l’agenzia americana starebbe rivalutando la propria partecipazione alla missione dell’ESA Euclid. Usciti dalla partecipazione su sollecitazione della comunità scientifica americana che puntava ad un progetto più ambizioso, rischiano ora un gap scientifico notevole. Il commento di Cimatti e Scaramella, nel team scientifico della missione.
La ricerca della materia oscura della NASA passa per la missione Euclid dell’ESA? È quanto riporta, con tutte le cautele del caso, la rivista americana Space News, per la quale la NASA sarebbe disposta a fornire un contributo in strumentazione scientifica del valore di 20 milioni di dollari, scelta che per gli astrofisici americani potrebbe essere condivisa se fosse accompagnata da un “forte impegno degli Stati Uniti” al programma WFIRST (Wide Field InfraRed Survey Telescope), dedicato alla misurazione della materia ed energia oscura.
In sostanza gli astronomi e gli astrofisici americani hanno riconosciuto che gli obiettivi della missione Euclid sono in linea con quello che è considerato uno studio fondamentale (scoprire come è fatto il 95% dell’universo, costituito appunto da energia e materia oscura), ma che questa missione non può essere considerata sostitutiva di WFIRST, in quanto la missione europea “non sarebbe in grado di raggiungere gli obiettivi più ampi che si propone la missione WFIRST, né tantomeno raggiungere l’obiettivo più ambizioso quale la misurazione dell’energia oscura”.
In realtà è una storia un po’ complicata, come ci spiegano Andrea Cimatti (U. di Bologna) e Roberto Scaramella (INAF-Oss. di Roma) che sono nel comitato scientifico della missione Euclid e rappresentano l’Italia nel Board del Consorzio Europeo che fornirà gli strumenti e l’analisi dati (l’Italia è tra i maggiori contributori alla missione, sia per strumenti, che per ground segment, che per scienza).
“Nel 2010 – dicono – era previsto che la NASA partecipasse alla missione Euclid coprendo il 20% del costo totale. Poi il comitato della “decadal survey” del National Research Council [NRC] nel suo rapporto rilasciato a fine del 2010 ha messo al primo posto come priorità proprio gli obiettivi scientifici che si propone l’ESA con Euclid, suggerendo però alla NASA di fare una propria missione senza più partecipare più a quella europea come partner minoritario. Missione questa chiamata WFIRST (acronimo che usa la lettera “w” parametro di interesse per la Dark Energy), decisamente più ambiziosa, il doppio più costosa e con alcune differenze di disegno, payload e targets, rispetto al progetto europeo (più limitato per rispettare i vincoli di una missione media). In base a questo nel 2011 la NASA non ha più siglato il suo impegno a partecipare al 20%, di fatto uscendo da Euclid”.
“In seguito a revisioni di capacità di spesa per i prossimi anni – proseguono Cimatti e Scaramella – causate da ritardi nelle realizzazione JWST (James Webb Space Telescope) in USA ci si è resi conto che la progettazione e la costruzione di WFIRST non possono partire subito e che quindi questa missione arriverebbe anni dopo il lancio di Euclid, previsto nel 2019. A quel punto un altro comitato NRC ha rivisto la situazione alla luce della nuova tempistica ed ha suggerito di partecipare ad Euclid ma con una quota ridotta rispetto a prima, per consentire ad alcuni scienziati di far ricerca in questo campo in attesa del futuro WFIRST”.
Insomma La NASA è tornata ad essere interessata per evitare un gap scientifico che potrebbe rivelarsi notevole. L’ESA, da parte sua, in cambio di uno scienziato americano nel team scientifico, ambirebbe, secondo Space News, ad avere dall’agenzia spaziale americana un significativo contributo hardware. Però vuole un accordo formale entro la metà di maggio. Staremo a vedere.