News su aerei e elicotteri: sarà l’ennesima bufala di governo e industrie USA contro l’Italia?

03 Marzo 2017

Fonte: Leonardo (già Finmeccanica)

Nota di Domenico Cambareri

 

Siamo compiaciuti per la bella comunicazione data dall’A.D. di Leonardo. Per di più, già con Finmeccanica e oggi con il nuovo logo “Leonardo one company”, l’industria aerospaziale italiana ha avuto e continua ad avere ottimi rapporti di collaborazione con la Boeing. Leonardo partecipa alla produzione di importanti componenti dei maggiori velivoli da trasporto civile prodotti dal colosso statunitense. Leonardo parteciperà alla gara indetta dal Pentagono per il nuovo T-X, trainer da addestramento per i piloti dell’USAF, attraverso la sua partecipata DRS in accoppiata con la Boeing.

Questo accordo segue tuttavia un accordo fallito solo da qualche settimana fra Leonardo e un’altra industria aerospaziale USA,Raytheon, la quale aveva  deciso di tirarsi indietro dalla collaborazione stabilita con Leonardo perché le due industrie non erano pervenute a un soddisfacente accordo bilaterale in relazione all’offerta da presentare all’USAF. Già dal più ampio accordo avviato 2013 si era ritirata la prestigiosa General Dynamics e così la CAE (azienda canadese, per i simulatori di volo) del T100, nuovo nome in USA dell’M346 italiano. Rimangono i motori della Honeywell Aerospace.

Il contratto in ballo per il nuovo addestratore americano è un boccone molto ghiotto: almeno trecento  esemplari assicurati già con prime commesse. Ad esso partecipano altre cordate molto agguerrite.

In riferimento alle altalenanti vicissitudini dell’industria aerospaziale italiana negli USA, bisogna ricorda e mai dimenticare che il governo Obama, in dispregio di quanto aveva già ratificato l’amministrazione precedente, aveva annullato il contratto già operativo per l’elicottero presentato dall’allora AgustaWestland con l’alleanza con Lockheed e Martin  del famoso e affermatissimo trimotore AH101 per la flotta presidenziale dei nuovi “Marine One”, con il nome di VH-71 Kestrel. A Frosinone venivano già addestrati decine e decine di piloti e tecnici US. La scusa? L’aumento vertiginoso dei costi, a causa delle incessanti nuove richieste presentate dagli USA. UN escamotage per accontentare la concorrente e fornitrice storica: Sikorsky. Può bastare una tale motivazione? Il governo italiano stette zitto, i nostri presidenti del consiglio e ministri andarono ad abbracciare, come se nulla fosse, Obama. Incredibile. Per intanto, l’elicottero presidenziale USA in servizio è rimasto una variante del vecchio SH3D.

Caso non meno grave è stato quello, sempre ad opera dell’amministrazione Obama, del blocco degli acquisti del C27J, l’aereo da trasporto tattico prescelto anche dall’esercito USA. Contrato andato a buon fine e, come se nulla fosse, stracciato dai responsabili governativi. I pochi C27J effettivamente acquistati sono stati passati alla Coast Guard.

Non si può pensare a “ritorsioni” della nuova amministrazione per colpire il governo Berlusconi e neppure che le due commesse fossero un “pacchetto” regalo per la partecipazione italiana alla produzione di false prove contro Saddam Hussein e per la partecipazione al  nuovo attacco del “mondo libero” contro l’Iraq e alla distruzione di questo Paese. Per un grazie, queste commesse sarebbero state solo il dessert. Il fatto è che erano i migliori prodotti allora sul campo.

In un altro contesto, la Lockheed aveva già bidonato alla grande l’industria italiana, giacché il nuovo C27J non era altro che il velivolo “erede” del G222 Aeritalia, che era stato completamente ammodernato nelle caratteristiche e equipaggiato con elettronica e motori Lockheed. Con l’accordo raggiunto, Lockheed si impegnava a promuovere e a vendere l’aereo da trasporto tattico ovunque e invece diffondeva e pubblicizzava soltanto il ben più grade e famoso C-130 Hercules (acquisito in una vecchia e poi in nuova versione pure dall’Italia), di sua trentennale produzione, anche a quei Paesi che non erano interessati all’acquisto di questo grosso velivolo e presentavano requisiti per una macchina più piccola. Il risultato? Un fiasco per l’industria italiana e successi per le industrie che producevano e vendevano aerei della stessa categoria, spesso con caratteristiche nettamente inferiori, quali lo spagnolo Casa C-295W .

Davanti a tutto questo enorme danno provocato all’industria, alla ricerca e al lavoro italiano, cosa di meglio hanno saputo fare i governi italiani e i loro generali dell’aeronautica? Riconfermare gli esosi impegni per l’acquisto del cacciabombardiere F35. Finanziare lo sviluppo dell’elettronica US secretata agli acquirenti  a enorme danno degli investimenti nella ricerca da continuare attraverso quanto già fatto grazie all’Eurofighter, vera banca degli investimenti aeronautici non solo per l’Italia ma anche gli altri tre partner. Gli interessi tecnologici, industriali e strategici sono stati miseramente sacrificati per un’impresa pazzesca, che ci vede solo nel ruolo di produttori di parti del velivolo etc. e tenuti all’oscuro sul “core” segreto del velivolo! Aereo che andava acquistato solo per gli esemplari occorrenti alla Marina per la linea di volo della portaerei leggera e non certo per la linea dei cacciambombardieri dell’AMI.

Ritorniamo al presente contesto. Il successivo accordo raggiunto con Boeing non sappiamo sinceramente a quali risultati positivi abbia portato in USA. Nel Nord America (v. quanto da noi recentemente pubblicato in riferimento all’acquisto del Casa Airbus C-295W  Airbus dall’aeronautica canadese anziché del Leonardo C27J).

Speriamo in una maggior fortuna e in minori tresche per il T100 e per l’A139. Senza nulla doverci aspettare da governi impotenti fino all’ennesima potenza. Quando proprio con gli USA si dovrebbe tenere la barra ben salda, senza deflettere, precisando a chiare lettere che i tempi di Kissinger sono più che preistoria. Non solo per gli italiani, ma anche per loro. Solo a tali condizioni potranno esistere rispetto e credibilità reciproca non meramente formali. – D.C.

 

 

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Boeing sceglie gli elicotteri di Leonardo per la gara da 84 unità per la U.S. Air Force: presentato a Orlando l'MH-139 basato sull'AW139

  • Moretti: “La superiorità tecnologica e le capacità dei nostri prodotti, come l’AW139, ci consentono ancora una volta di affrontare le sfide importanti del mercato”
  • Boeing, come prime contractor, parteciperà alla gara per la fornitura di 84 elicotteri destinati a missioni critiche per la sicurezza e il trasporto con l’MH-139, basato sull’AW139 di Leonardo già prodotto oggi negli USA
  • La competitività dei prodotti di Leonardo confermata dalla stima di Boeing di oltre un miliardo di dollari di risparmi – dal costo di acquisizione ai costi operativi nei 30 anni di vita del programma – possibili grazie alla scelta dell’MH-139 

Leonardo ha annunciato la propria intenzione di partecipare alla gara per la sostituzione della flotta di elicotteri UH-1N ‘Huey’ della U.S. Air Force attraverso una collaborazione con Boeing. Leonardo fornirà gli elicotteri a Boeing che sarà prime contractor offrendo la variante denominata MH-139, presentato oggi a Orlando nel corso del Air Force Association Air Warfare Symposium.

Basato sul besteller AW139 di Leonardo già prodotto negli Stati Uniti a Philadelphia, l’MH-139 è una soluzione moderna, polivalente, collaudata, matura, e dalle elevate prestazioni, ideale per il soddisfacimento del requisito di 84 macchine finalizzate alla sostituzione degli obsoleti ‘Huey’ della Forza Aerea USA, dedicati a missioni critiche per la sicurezza e il trasporto. Rispetto ai modelli concorrenti, l’MH-139 assicura risparmi per oltre un miliardo di dollari in termini di acquisizione e di costi operativi distribuiti su un ciclo di vita superiore ai 30 anni.
L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo, Mauro Moretti, ha dichiarato “L’indiscussa superiorità tecnologica e le capacità operative senza precedenti dei nostri prodotti, come l’AW139, ci consentono ancora una volta di affrontare le sfide importanti del mercato, come quelle delle competizioni finalizzate all’ammodernamento delle Forze Armate negli USA, un Paese nel quale possiamo vantare una lunga e consolidata presenza commerciale, industriale, di assistenza e di collaborazione in vari campi. L’MH-139 presenta tutte le caratteristiche ideali per poter rispondere alle rigorose aspettative della U.S. Air Force e del contribuente americano”.
Roma 02/03/2017 18:00