Italia: in memoria di Yvan Colonna, il patriota della irredenta Corsica fatto uccidere dai mandanti invasori. Le manifestazioni del delinquente freak Sarkozy rimangono tritolo non disinnescato

1° Aprile 2025 Fonti: CdS, Corsica oggi, Wikipedia, YouTube, repubblica.it, Rainews,

Gettyhttps://www.gettyimages.it › immagine › yvan-colonna www.gettyimages.com, @steph_e_colonnanstagram @steph_e_colonna., Gala, Linkedin Nota di Eulà

Corsica, Yvan Colonna morto: ora Parigi tratta sull’autonomia della regione

Stephanie Colonna, da France bleu

La terroristica occupazione della terra e del popolo corso d’Italia deve avere fine in un futuro non lontano.

Più perdurerà l’aberrante occupazione sciovinista anti principi di nazionalità, più la credibilità ‘repubblicana’ dei governi del ‘popolo francese’ dimostrerà che il suo europeismo si basa su rancida pasta frolla. Più essa perdurerà, più la fratellanza dei due popoli sarà aggredita da una cronica e misera quanto ridicola e folle ‘grandeur’, che è contraffazione della libertà dei popoli.

Contraffazione che vuole continuare ad affermare la sopraffazione e la forza cieca come basi delle sue leggi e come sfida in favore di risoluzioni violente, che dovrebbero essere con semplice coerenza ed onestà politica e morale bandite definitivamente.

Contraffazione che preferisce riaffermare il doloroso vulnus fra le due Nazioni sorelle e affermare la fragilità estrema delle basi dell’Europa dei popoli e di Eufrasia. Gretto, distruttivo egotismo che non potrà godere solo fasti.

Chi e quando a Parigi dei politici avranno il buon senso e l’ottima lungimiranza di porre rimedio ai misfatti, e di chiamare Roma per riconsegnare Corsica e Nizzardo? Immenso sarebbe il più che duraturo beneficio che ne ricaverebbe pure l’azione politica di governo e parlamento francese.

Le grandi svolte della storia sono svolte epocali, storiche, e spesso più che coraggio esse richiedono la volontà di temperare l’istinto del’io brutale che più ghermisce e spuntare le sue calcificazioni. In particolare, per dimostrare con i fatti di aver capito che la violenza, anche secolare, non può essere recepita come un fatto compiuto e suggellato in perpetuo, non ultimo fra genti della stessa famiglia. – D. C. – Eulà

L’Europa della Libertà

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M. P. “Fiat Lux”
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di Stefano Montefiori corrispondente da Parigi . CdS 22 Marzo 2022

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A 20 giorni dall’aggressione in carcere muore Yvan Colonna

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L’indipendentista corso Yvan Colonna,condannato all’ergastolo e gravemente ferito i

Alta tensione in Corsica dopo la morte di Yvan Colonna

Radio Popolare

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dopo l’aggressione patita 20 giorni prima nella prigione di Arles a opera di un altro carcerato, l’islamista Franck Elong Abé.

L’omicidio di Colonna ha provocato gravi incidenti in Corsica, e il governo francese ora cerca di placare la tensione evocando, per la prima volta, lo statuto di autonomia alla regione.

Colonna era un volto famigliare in Francia, e non solo presso i nazionalisti corsi. Dopo l’uccisione del prefetto Erignac, quando Colonna ha capito che le indagini convergevano su di lui è scappato nel maggio del 1999, e per quattro anni è stato introvabile.

La sua fotografia appariva su tutti i giornali e nei servizi alla televisione e in tutti gli uffici pubblici: prefetture, municipi, gendarmerie e commissariati, fino alle stazioni e agli aeroporti. Nel luglio del 2003, quando Colonna è stato finalmente arrestato a Olmeto, nella Corsica del Sud, all’allora ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy esultò di fronte ai militanti del suo partito riuniti vicino a Marsiglia: «La polizia francese ha arrestato Yvan Colonna, l’assassino del prefetto Erignac!», disse Sarkozy, dimenticando la presunzione di innocenza e condannandolo prima dei processi.

I tre processi successivi lo riconobbero però come l’autore materiale dell’omicidio, che ha rappresentato il punto più drammatico dello scontro tra indipendentismo corso e Parigi. L’assassinio del prefetto Erignac attraversa la storia e la politica di Francia: della squadra di avvocati di Yvan Colonna, uno, Gilles Simeoni, è stato poi il primo nazionalista corso a venire eletto presidente del Consiglio esecutivo della Corsica; l’altro, Eric Dupond Moretti, è l’attuale ministro della Giustizia che, come tale, è responsabile delle strutture penitenziarie e quindi anche del carcere di Arles dove Colonna è stato aggredito mortalmente. Il portavoce del governo francese, Gabriel Attal, promette che «verrà fatta luce» sulla morte di Colonna, riconoscendo «un disfunzionamento molto grave» nella gestione della sicurezza all’interno della prigione.

Yvan Colonna aveva lo status «DPS», ovvero «detenuto particolarmente segnalato», che gli impediva di essere trasferito in Corsica e di ricevere visite regolari da parte di famigliari e amici. Questo status di sorveglianza speciale non ha evitato che un compagno detenuto, Franck Elong Abé, lo abbia strangolato fino a provocare il coma che ha preceduto la morte. La mattina dello scorso 2 marzo, alle 10 e 10, Yvan Colonna si trovava da solo nella palestra del carcere di Arles, affidata alle cure di Abé, 36 anni, condannato a nove anni di carcere per terrorismo dopo avere combattuto gli occidentali in Afghanistan. La lite è scoppiata perché Colonna avrebbe espresso e difeso il suo ateismo. L’islamista Abé lo ha accusato di blasfemia e lo ha picchiato per otto lunghi minuti, strangolandolo poi con sacchetti di plastica e asciugamani. Anche il terrorismo islamista entra a fare parte quindi di questa vicenda al cuore della storia francese. Dopo essere entrato in coma per prolungata mancanza di ossigeno, Colonna è morto a 19 giorni dall’aggressione. Era figlio di Jean-Hugues Colonna, già deputato socialista delle Alpi marittime e consigliere al ministero dell’Interno. Dopo i violenti incidenti scoppiati in Corsica e in particolare a Bastia, con l’assalto alla gendarmeria e bottiglie molotov lanciate contro gli agenti, il governo francese offre adesso di aprire negoziati per arrivare a una autonomia dell’isola.

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Sono passati due anni dalla morte di Yvan Colonna. La scomparsa brutale di questa figura del nazionalismo corso, condannata all’ergastolo per l’assassinio del prefetto Erignac, ha provocato un’ondata di emozioni in tutta l’isola. Le manifestazioni si trasformarono rapidamente in una vera e propria rivolta di una parte del popolo corso. Al di là delle rivendicazioni sociali che hanno portato lo Stato a spianare la strada a un processo di autonomia dell’isola, che oggi sappiamo essere terribilmente fragile, la rivolta dei manifestanti è stata soprattutto guidata da un messaggio chiaro: la verità sull’omicidio di Yvan Colonna deve essere stabilita.


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